Latina

I contadini lottano per la sovranità alimentare e l'autodeterminazione dei popoli latinoamericani

I contadini, gli indigeni e gli afrodiscendenti di Ecuador, Bolivia, Perú, Venezuela e Colombia, riuniti a Bogotá, hanno vigorosamente rifiutato la negoziazione del Trattato di Libero Scambio (TLC) con gli Stati Uniti.
18 maggio 2005
Foro andino campesino
Fonte: www.prensarural.org - 30 marzo 2005

I contadini, gli indigeni e gli afrodiscendenti di Ecuador, Bolivia, Perú, Venezuela e Colombia, riuniti a Bogotá, hanno vigorosamente rifiutato la negoziazione del Trattato di Libero Scambio (TLC) con gli Stati Uniti. Questa la dichiarazione finale del Foro Andino Contadino del Coordinamento Latinoamericano delle Organizzazioni della Terra (CLOC-Vía Campesina), che ha avuto luogo dal 15 al 18 di marzo scorso.

Le delegazioni dell'area andina hanno annunciato consulte popolari e mobilitazioni per affermare l'autodeterminazione dei popoli, contro il TLC che Colombia, Ecuador e Perù stanno negoziando con gli Stati Uniti. Hanno altresì denunciato come la firma di questi accordi commerciali significherebbe lo sterminio per più di 30 milioni di contadini, indigeni ed afrodiscendenti, che da migliaia di anni gestiscono la propria sovranità alimentare, proteggendo la biodiversità e la propria identità culturale e gestendo con successo lo sviluppo della propria gente.

Secondo queste organizzazioni - tra le quali spicca Fensuagro - negli ultimi decenni le politiche neoliberiste imposte ai paesi andini hanno lasciato quale eredità la distruzione delle economie locali, delle culture e delle abitudini di vita contadine.

I rappresentanti andini della CLOC hanno aggiunto che gli accordi bilaterali di libero scambio tra i loro paesi e gli Stati Uniti hanno quale scopo primario quello di ricollocare all'ordine del giorno il neoliberismo, dopo il clamoroso fiasco dell'ALCA.

Il Foro Andino ha proposto che ci si impegni, al contrario, su di un'integrazione tra e con i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi, un accordo che porta il nome di ALBA e che prevede lo sviluppo del commercio dell'intera regione.
Alexi Monsalve, il delegato venezuelano, ha detto che l'ALBA si pone quale obiettivo lo sviluppo dell'intera America Latina a livello scientifico, tecnologico, delle telecomunicazioni, dell'energia, delle infrastrutture viarie, della migrazione in un'unità socio culturale di base.

I contadini, gli indigeni e gli afrodiscendenti dell'America Latina torneranno nuovamente a riunirsi ad ottobre, in Guatemala.

Tradotto da Vincenzo Puggioni per www.peacelink.it
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