La marcia di dodicimila senza terra si è conclusa a Brasilia tra le violenze, dopo 17 giorni e 238 chilometri percorsi. Circa quaranta persone sono rimaste ferite negli scontri con la polizia. Il Movimento dei senza terra (Mst) ha organizzato la marcia per ricordare al presidente Luiz Inacio Lula da Silva le sue promesse di riforma agraria fatte durante la campagna elettorale.
Una ventina di militanti del MST e venti membri della polizia paramilitare soffrono di contusioni e d’ossi rotti. Gli affrontamenti si sono svolti dopo il superamento di un cordone della polizia dai manifestanti. La polizia ha risposto con manganellate.
E’ stata la manifestazione la più violenta in Brasile da tanti anni.
“Da una settimana ci provocano (la polizia)” ha dichiarato Evilson Santin, un responsabile nazionale del MST.
Secondo il maggiore della polizia Nevilton Pereira, due ufficiali potrebbero perdere la vista dopo essere stati picchiati con dei pezzi di Bambù sulla faccia.
Gli affrontamenti si sono svolti mentre i dirigenti del MST erano ricevuti dal presidente Lula, e minacciavano di aumentare il ritmo delle occupazioni delle terre se il presidente non manteneva le sue promesse di collocare 430 000 famiglie da qui al 2006. Secondo il MST circa 40 milioni di famiglie non possiedono terre in Brasile, e per il momento, solo 60 000 di loro hanno ricevuto un appezzamento di terreno.
Ora, dalla sua elezione, Lula si è piuttosto concentrato su una politica di mercato e sugli agricoltori importanti per pervenire al accrescimento economico necessario per ridurre la povertà.
INCERTEZZA SULLO SBLOCCO DEI FONDI GELATI.
I dirigenti del MST sono usciti della riunione con Lula dicendo che il presidente aveva accettato di sbloccare quasi la metà delle spese della riforma agraria, gelate nel 2005, cioè quasi 700 milioni di reais ( 223.7 milioni di euro) e di ingaggiare dei nuovi agenti fondiari per accelerare la sistemazione delle famiglie.
Il ministro della riforma agraria, Migual Rossetto, ha dopo smentito un tale accordo precisando che il governo farebbe una dichiarazione mercoledì.
Nella giornata, dei gruppi di contadini avevano bruciato degli imballaggi di fast-foods e altri rifiuti davanti all’ambasciata degli Stati-Uniti per protestare contro la creazione della zona di libero scambio dell’America (ZLEA), l’intervento in Iraq, l’ingerenza di questo paese in Afghanistan, contro il fondo monetario internazionale (FMI) e tutte altre forme di “colonialismo Nord-Americano”
Chiedono anche che gli assassini dei contadini senza terre siano giudicati dalla giustizia federale. Reclamano anche l’adozione immediata di una legge che permette d’espropriare i proprietari fondiari che impiegano dei lavoratori in semi-schiavitù.
Al termine della riunione e degli affrontamenti con la polizia, i dirigenti del MST hanno adottato un tono più aggressivo “con l’energia di questa marcia dobbiamo ancora aumentare le occupazioni; con quest’energia, dobbiamo attaccare l’economia” ha detto il dirigente del MST, Joao Pedro Stedile, davanti ai militanti riuniti vicino al parlamento.
Il MST ha per abitudine di occupare le aziende agricole per obbligare il governo a ridistribuire le terre inutilizzate. In Brasile, 1% dei 180 milioni di abitanti controllano 45% delle terre agricole.
Se dicono sempre sostenere Lula, i movimenti di contadini potrebbero fermare il loro sostegno alla campagna per la sua rielezione nel 2006,e non consente a degli sforzi finanziari per sistemare le famiglie senza terre. “abbiamo eletto Lula sognando che cambiasse le cose, facendo la riforma agraria, creando impieghi e cambiando la politica economica e sociale. Ma, è da più di 2 anni al potere e questi sogni non sono ancora concrezzati” constata Josè Demacedo, membro della direzione nazionale del MST.
“Quando arriveremo al momento dell’elezione, ne parleremo” ha dichiarato Romario Rossetto, uno dei coordinatori nazionali del movimento Via Campesino che rappresentano i piccoli agricoltori.
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