Uruguay: un dibattito sulla libertà di stampa rilancia il ruolo delle radio comunitarie
E' sempre più a rischio la libertà di informazione in America Latina, stretta tra l'ingombrante presenza dei media governativi, le intimidazioni poliziesche e vere e proprie minacce di morte contro chi cerca di proporre un giornalismo indipendente.
Nel solo mese di maggio sono stati organizzati ben due seminari sulla libertà di espressione in America Latina, il primo pochi giorni fa in Uruguay, il secondo in Guatemala.
A Montevideo, alla presenza di un rappresentante della Commissione Interamericana per i Diritti Umani, il dibattito sulla libertà di espressione ha raccolto l'adesione di docenti, intellettuali e giornalisti dei mezzi di comunicazione pubblici e privati uruguayani. In particolare l'incontro si è sviluppato affrontando tre tematiche: il pieno esercizio della libertà di stampa in Uruguay, il ruolo dell'informazione pubblica all'interno del Mercosur, e, soprattutto, la funzione delle radio comunitarie indipendenti come garanti della libertà di stampa e di espressione.
Proprio i mezzi di comunicazione indipendenti stanno ricoprendo un ruolo sempre più importante in America Latina (basti pensare al ruolo di Radio Luna in Ecuador durante la recente cacciata di Gutierrez), e, con la loro crescita, è aumentata anche la repressione nei loro confronti. L'ultimo caso è avvenuto pochi giorni fa contro "La Azotea", radio della città di Mar del Plata (400 km a sud di Buenos Aires), dove funzionari della Commissione Nazionale delle Telecomunicazioni Argentine (Cnc) hanno cercato di entrare in redazione con il pretesto che le trasmissioni interferiscono con le comunicazioni dell'aeroporto locale.
I redattori hanno negato con forza le presunte interferenze della radio nelle comunicazioni dell'aeroporto, denunciando invece il vero motivo della visita dei membri della Cnc, e cioè la volontà di favorire gli interessi dei grandi mezzi di comunicazione privati mettendo così a tacere la radio comunitaria. La nostra radio è un mezzo di informazione attraverso il quale si dà voce alla comunità cittadina ed è un mezzo di informazione sociale utile a trasformare il luogo in cui viviamo – affermano i redattori – e per questo si vuol ridurla al silenzio. La minaccia di sequestro e confisca delle radio comunitarie, unita alla minaccia di chiamare in aiuto la polizia per un eventuale sgombero, non è nuova in Argentina. Già nel 2002 si erano verificati episodi simili nei dintorni dell'aeroporto di Buenos Aires, anche se in realtà si era scoperto che le interferenze provenivano dalle radio commerciali e non da quelle comunitarie.
Oltre alle radio comunitarie, anche i giornalisti indipendenti si trovano a dover subire attacchi pesantissimi.
Per questi motivi il 3 maggio scorso, giornata internazionale della libertà di stampa, è stata lanciata in Guatemala una campagna per la difesa della libertà di espressione e la tutela dei giornalisti minacciati di morte. Ileana Alamilla, presidente della Associazione dei giornalisti guatemaltechi (Apg), ha sostenuto la necessità di creare spazi di dialogo per promuovere l'informazione indipendente e proteggere la dignità e i diritti degli operatori dell'informazione, supportata dal Circulo Nacional de Prensa (Cnp) e dalla Asociaciòn de Mujeres Periodistas y Escritoras (Amppeg).
Purtroppo questo non è servito per sradicare quel clima di impunità che ha consentito ad alcune persone ancora non identificate di minacciare di morte telefonicamente il giornalista Miguel Angel Barrios, direttore del telegiornale "Noti Galaxia". Le intimidazioni telefoniche si sono intensificate nelle ultime due settimane, e sono arrivate ad ingiungere al giornalista di lasciare immediatamente il municipio di Tecùn Umàn. Intimidazioni e minacce sono state recapitate anche contro Selvin Espinoza e Maritza Lopez, rispettivamente corrispondenti di "Prensa Libre" a Totonicapan e di "El Quetzalteco" a Quetzaltenango.
L' Associazione dei giornalisti guatemaltechi ha invitato tutto il paese a denunciare le aggressioni contro i giornalisti, anche se le continue intimidazioni ricevute dai reporter indipendenti suonano come una sfida ai sostenitori e agli operatori di una informazione libera e indipendente.
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