Latina

In Brasile cultura gratis in rete

L`Istituto Moreira Salles di Rio ha reso disponibile su web la più importante raccolta discografica del Paese
10 luglio 2005

Mentre le multinazionali discografiche sono impegnate nella inutile caccia a chi condivide musica sul web e nel Belpaese si erigono barriere legislative sempre più irte a difesa del diritto d`autore, in Brasile vi è chi guarda avanti e mette gratuitamente in rete `tesori` musicali e letterari. E` il caso dell`Instituto Moreira Salles di Rio de Janeiro, che dall`inizio dell`anno ha reso disponibile sul proprio sito una delle proprie “Reservas Técnicas” dedicata alla musica. Contiene quella che probabilmente è la più importante raccolta discografica di tutto il Brasile, ottenuta con l’acquisizione di collezioni importanti come quella del critico José Ramos Tinhorão, quella del ricercatore Humberto Franceschi e ancora quella del grande musicista e compositore Pixinguinha.
L`Istituto Moreira Salles di Rio de Janeiro
Quando l’operazione di digitalizzazione sarà completa, collegandosi al sito del Moreira Salles si potranno ascoltare circa 100mila brani musicali, per lo più rare registrazioni uscite originariamente su 78 giri e pubblicate in un arco di tempo che va dagli inizi alla prima metà degli anni 60 del secolo scorso.

Già ora sono disponibili in streaming-audio (ovvero si possono ascoltare, ma non scaricare) centinaia di brani, dal primo samba che sia mai stato inciso (“Pelo Telefone”, nel 1917, da Bahião), a “Chega de Saudade” di Tom Jobim, da Chiquinha Gonzaga e Pixinguinha a Jacó do Bandolim e Garoto passando per Francisco Alves, Ary Barroso, Noel Rosa, Benedito Lacerda, Ciro Monteiro, Carmen Miranda, Dorival Caymmi. Insomma, la storia del samba, dello choro e di tutta la musica popular brasileira dai primordi (discografici) alla bossa nova. Per accedere a questo archivio basta collegarsi al sito http://www.ims.com.br/ims/publicador_preview.asp?id_pag=213, cliccare sui link `entrar` e `musicas` e scaricare, nel caso non ne foste provvisti, un semplice programma per l`ascolto di file musicali.
i.

L’Instituto, ente culturale fondato nel 1991 dal banchiere Walther Moreira Salles che si occupa della conservazione e diffusione della cultura brasiliana organizzando mostre in Brasile e all’estero o conservando un gran numero di opere nelle proprie “Reservas Técnicas”, aveva già iniziato a rendere disponibili gratuitamente alcuni libri sulla musica popolare brasiliana pubblicati nella prima metà del secolo scorso e quindi ormai introvabili, come “O Choro”, di Alexandre Gonçalves Pinto, o “Samba” di Orestes Barbosa, o ancora l’autobiografia del “Rei da Voz” del già citato Francisco Alves. E si appresta a mettere on-line il proprio archivio fotografico contenente migliaia di immagini su Rio e il Brasile.

Ma la lungimiranza di alcune istituzioni brasiliane non finisce qui. Già dal 16 novembre scorso il ministero brasiliano dell’Educazione aveva messo in rete un portale chiamato “Domínio Público” che mette a disposizione più di mille fra testi letterari, scientifici, articoli o tesi da scaricare liberamente. Peccato che il giorno dopo, a chi tentava di collegarsi al sito, appariva una schermata con la seguente scritta: «Devido ao grande número de usuários, estamos providenciando o redimensionamento dos equipamentos (a causa del gran numero di utenti, stiamo provvedendo all’ampliamento delle risorse)». Secondo il ministero solo fra le 9 e le 10 del primo giorno di vita del portale i contatti sono stati oltre 30mila. Un inconveniente di per sé già dimostrazione evidente dell’importanza e del successo dell’iniziativa.

I problemi tecnici sono stati risolti velocemente: dopo una settimana gli accessi avevano già quasi raggiunto 3 milioni e il portale ha ampliato la sua collezione, oggi costituita da quasi 10mila fra testi, documenti musicali, immagini e video.
Il sito web del portale brasiliano `Domínio Público`
In realtà questo grande successo sembra più che altro dovuto alla risonanza che l`iniziativa ha avuto proprio perché proveniente dal governo. Infatti, “Domínio Público” non è affatto l’unica e neppure la prima biblioteca digitale che esista in Brasile. Inoltre tutti i materiali ivi raccolti provengono dall`esterno. Le fonti sono numerose: la Fundação Joaquim Nabuco, la Fundação Biblioteca Nacional, la Usp (Università di São Paulo), il portale eBooksBrasil, tra quelle brasiliane (alcune delle quali erano o gestivano già a loro volta una biblioteca digitale); Phoenix Library e Project Gutenberg (la più antica biblioteca digitale, fondata nel 1971 dall’americano Michael Hart), fra quelle estere.

“Domínio Público” si occupa quindi soltanto di archiviare e rendere disponibili le opere, ma non della loro digitalizzazione, cosa che sarebbe altrettanto, se non più importante. Quest`ultima è infatti un’operazione alquanto lunga e complicata e consiste nella scansione del volume pagina per pagina, seguita dall’elaborazione dei file così ottenuti per mezzo di un programma ocr (optical character recognition), così da ottenere un documento di testo. L’ultimo passo consiste nella revisione, cioè la correzione degli errori che a volte, a seconda della qualità del programma ocr utilizzato, nonché dalla dimensione e nitidezza dei caratteri del libro scansito, sono talmente numerosi da renderne più conveniente la battitura al computer.

Fortunatamente in Brasile esistono molti siti che si incaricano anche di questo ingrato lavoro. La maggior parte di essi lo fa in piccolo, occupandosi di digitalizzare pochi libri di un autore, o quelli che trattano un argomento particolare. Come la Biblioteca Digital Paulo Freire, che offre l’opera dell’autore di “Pedagogia do Oprimido”, soltanto per citarne due, anche se gli esempi sono numerosi. Oppure lo stesso Instituto Moreira Salles che come detto sta rendendo disponibili gratuitamente alcuni libri sulla musica popolare brasiliana pubblicati nella prima metà del secolo scorso e quindi ormai introvabili. Anche per quanto riguarda l`archivio musicale, “Domínio Público” non riesce minimamente a reggere il confronto con quello del Moreira Salles: contiene sì un gran numero di incisioni, stavolta in formato scaricabile, di musica classica, popolare, leggera, jazz, brasiliana e straniera. Ma in modo disordinato, come se qualcuno avesse assemblato ciò che è riuscito a trovare, senza alcun criterio.

La presenza di biblioteche virtuali pubbliche è tuttavia fondamentale, specialmente in un paese come il Brasile in cui i libri sono costosi: una prima edizione ha un prezzo leggermente inferiore rispetto a quello di un libro italiano, che però se rapportato al costo della vita risulta decisamente più alto. Inoltre, contrariamente a quanto avviene in Europa, l’offerta di libri in edizione tascabile è molto scarsa, le biblioteche pubbliche reali sono pochissime, specialmente fuori dalle grandi città. Un altro aspetto a cui normalmente si presta poca attenzione ma che invece riveste grande importanza per molti, è che un file di testo può essere elaborato da un programma in grado di trasformarlo in un file audio, permettendo in tal modo la “lettura” anche ai non vedenti, cosa ovviamente impossibile con un libro stampato.

Per i motivi citati in Brasile esistono già da alcuni anni diverse biblioteche digitali analoghe, create da istituti, enti, fondazioni o da semplici appassionati, di svariate affidabilità quanto a edizione dei testi, obiettivi e ispirazioni. Ve n’è ad esempio una, “Alexandria Virtual”, che si presenta, un po’ pomposamente, come «la più grande biblioteca virtuale dell’intera internet» e il cui fondatore, Roberto Abrahão, dichiara di essere stato ispirato dalla lettura e visione di opere di fantascienza - di cui è appassionato - nelle quali spesso c’è chi si dedica alla raccolta di opere importanti per preservarle in vista della ricostruzione della società umana dopo qualche catastrofe.

Altre si dedicano alla missione di contribuire allo sviluppo spirituale del popolo offrendo libri religiosi o esoterici, come “eBook Esoterico Gratis”. Altre ancora si ripropongono, oltre che di diffondere la cultura - o almeno l’abitudine alla lettura anche tra chi non può permettersi di acquistare molti libri - anche di offrire strumenti utili a ricercatori e studenti: ad esempio opere la cui lettura è obbligatoria per chi deve affrontare il vestibular, ossia l`esame di ammissione all`università.

Tra queste biblioteche virtuali vanno ricordate la già citata “eBooksBrasil”, nata per iniziativa di un privato e attiva già da diversi anni; “eBookCult”, un portale molto ben realizzato, con le opere suddivise per argomento e in cui quindi la ricerca è particolarmente agevole; e soprattutto la “Biblioteca Virtual do Estudante da Língua Portuguesa” della Usp, attiva dal 1999, e che ha ricevuto più volte il riconoscimento come miglior portale brasiliano di educazione e istruzione. Un’altra biblioteca piuttosto ampia e ben fatta, che però non opera la digitalizzazione in proprio affidandosi alla collaborazione dei propri iscritti (infatti a differenza di tutte le altre biblioteche virtuali citate finora, richiede un’iscrizione, comunque gratuita), è “Arca Literaria”.

Naturalmente vi è pure chi dà al proposito di contribuire a una più ampia diffusione della cultura un senso più apertamente politico. E’ il caso dei portali “Projeto de Democratização da Leitura” (Pdl) e soprattutto “Sabotagem”, i quali hanno reso disponibili anche testi sui i quali sussistono ancora i diritti d’autore, invocando il principio che la cultura debba essere disponibile gratuitamente per tutti: «conhecimento não se compra, se toma (la conoscenza non si compra, si prende)», sostiene il collettivo responsabile di Sabotagem. Questa dichiarazione appare immediatamente come impregnata di demagogia che qualcuno definirebbe veterosinistroide. Ma pensandoci meglio non è forse questo il principio, sancito anche dalla costituzione brasiliana («é assegurado a todos o acesso à informação, a tutti è garantito l`accesso all`informazione») che sta alla base dell`istituzione delle biblioteche pubbliche?

Tra le biblioteche virtuali e quelle `reali` vi è effettivamente questa differenza fondamentale: mentre queste ultime accolgono e concedono in prestito gratuito anche volumi appena pubblicati, le digitali (almeno quelle legali) si fermano a un secolo fa o giù di lì, a causa delle normative sul diritto d`autore. Verrebbe da ipotizzare che le biblioteche pubbliche siano accettate soltanto perché non arrivano a svolgere il proprio compito, anche se in realtà questa ipotesi non sussiste, almeno in Europa. Infatti la Comunità europea ha recentemente aperto un procedimento di infrazione contro alcuni paesi, tra cui l’Italia, per non avere ancora recepito una normativa che prevede l`introduzione di una tassa su ogni prestito, cioè il pagamento dei diritti agli autori e (soprattutto) agli editori anche sui prestiti bibliotecari.

Tornando al Brasile, non tutto è rose e fiori. L`industria editoriale (ivi compresi alcuni autori) si è recentemente ribellata e ha dichiarato guerra ai «pirati informatici», così come già quella musicale e cinematografica. Ad esempio, lo scrittore Moacyr Scliar quando ha saputo che il suo libro `A mulher que escreveu a Bíblia` era stato reso disponibile per il download su uno di questi siti, ha dichiarato: «Può darsi che la conoscenza non abbia padrone, ma il lavoro sì. E il lavoro di uno scrittore, come quello di un operaio, deve essere pagato. Se non per la creatività, almeno per le ore spese». In realtà in questo atteggiamento di difensivismo appare qualcosa di ideologico: infatti la validità dell`equazione: libro scaricato = libro in meno venduto, non è così ovvia come potrebbe sembrare a prima vista. Esistono invece numerosi esempi che dimostrerebbero il contrario, come il collettivo italiano Luther Blissett/Wu Ming, autore fra l`altro di `Q`, libro uscito nel ‘99, tradotto in diverse lingue, che ha venduto e continua a vendere molto nonostante sia da anni disponibile gratuitamente sul sito del collettivo stesso (e in altri portali, anche tradotto), così come tutte le altre sue opere.

Secondo alcuni l`industria editoriale non avrebbe che da guadagnare da una libera diffusione di libri digitalizzati, dato che questa si tradurrebbe in una maggiore notorietà dell`opera o dell`autore, e di conseguenza in un numero maggiore di copie vendute. Anche in Brasile sembra che alcuni autori si stiano convincendo di questo, ma la maggior parte di loro è impossibilitata a cedere gratuitamente le proprie opere a causa dei contratti firmati con le case editrici. Sta di fatto che l`industria editoriale, come detto, ha scelto la strada della repressione: tra i due siti citati, PDL è stato chiuso momentaneamente ed è ricomparso dopo qualche settimana ripulito dai libri «illeciti», ma con in prima pagina una grande foto di Paulo Coelho seguita dall`elenco delle opere (ben 14) concesse dall`autore e disponibili sul portale. Neppure “Sabotagem” l’ha passata liscia: la Câmara brasileira do livro (un’associazione che riunisce editori, distributori e librai) ha ottenuto la chiusura del portale ospitato da un provider che offre gratuitamente lo spazio per un sito a condizione che i contenuti del medesimo siano «assolutamente legali». Risultato: il collettivo si è trasferito armi e bagagli presso un altro provider (che ha sede fuori dal Brasile) e continua la propria attività come se nulla fosse accaduto.

La scure della CBL non ha risparmiato neppure le mailing list dedite allo scambio di testi in formato elettronico, alcune delle quali nate originariamente con lo scopo di rendere disponibili ai non vedenti varie opere letterarie: così Yahoo Brasil nel marzo scorso ha chiuso i gruppi di questo genere che ospitava. Anche in questo caso però il risultato è stato deludente: la maggior parte dei gruppi infatti è emigrato altrove, ha cambiato nome e continua la propria attività esattamente come prima. Gli sviluppi di questo braccio di ferro non sono ancora prevedibili, ma fra libri per i quali i diritti sono scaduti e quelli resi disponibili dagli autori e/o editori, e sebbene la maggior parte dei siti raccolga per lo più le stesse opere (come quelle di Machado de Assis o di Monteiro Lobato, ad esempio), l’opera di digitalizzazione prosegue. E le biblioteche virtuali, brasiliane e non, offrono un numero di opere sempre maggiore. Non possiamo che augurarci che questa tendenza si mantenga e si accentui sempre di più.

Note: Link:



http://www.dominiopublico.gov.br

http://www.bibvirt.futuro.usp.br

http://www.ebooksbrasil.com

http://www.ebookcult.com.br

http://www.ebookesotericogratis.bananaweb.com.br

http://www.ims.com.br

http://www.supervirtual.com.br

http://www.bn.br

http://www.arcaliteraria.cjb.net/

http://www.portaldetonando.com.br/nuke/index.php

http://www.inventati.org/sabotagem

http://www.gutenberg.org

http://www.phoenix-library.org

Articoli correlati

  • Brasile: partita la campagna contro i femminicidi
    Latina
    Coinvolto anche il mondo dello sport, in particolare le società calcistiche

    Brasile: partita la campagna contro i femminicidi

    Nei giorni in cui si tengono le partite di calcio i casi di femminicidio aumentano del 23,7% e, per questo motivo, i club sono stati invitati a farsi portavoce della mobilitazione contro la violenza di genere.
    16 settembre 2024 - David Lifodi
  • Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato
    Latina
    Le inondazioni dello scorso maggio hanno messo in ginocchio lo stato e la sua capitale Porto Alegre

    Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato

    Il negazionismo climatico bolsonarista ha azzerato i fondi per prevenire i disastri ambientali, ma anche decenni di compromessi con le lobby dell’agronegozio e della speculazione immobiliare hanno fortemente indebolito il paese di fronte agli eventi estremi prodotti dal cambiamento climatico
    1 luglio 2024 - David Lifodi
  • Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7
    Economia
    "È fallito l'obiettivo 2 dell'Agenda 2030: fame zero"

    Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7

    "La sua proposta di creare una task force per combattere la fame nel mondo è un passo importante verso una maggiore giustizia e solidarietà globale". Lo afferma Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione ambientalista e pacifista PeaceLink
    14 giugno 2024 - Adnkronos
  • Brasile: il cotone sporco di H&M e Zara
    Latina
    La ong inglese Earthsight, nel rapporto “Fashion Crimes” accusa i due colossi della moda

    Brasile: il cotone sporco di H&M e Zara

    H&M e Zara avrebbero realizzato capi di abbigliamento utilizzando tonnellate di cotone riconducibili a land grabbing, espropri delle terra e violenze.
    24 maggio 2024 - David Lifodi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)