Brasile: guardare in faccia la verità, imparare dalla crisi e costruire un’alternativa per il popolo brasiliano
1. Una grande perplessità si è impossessata della sinistra e della società brasiliana con la rivelazione di una serie di atti di corruzione che avrebbero coinvolto partiti politici , impresari, parlamentari, pubblicitari, alcuni dirigenti del PT, membri del governo precedente, dei governi di alcuni stati del Brasile e del governo attuale. Il nostro compromesso deve essere quello di guardare in faccia la verità.
Da molti anni si moltiplicano, all’interno della politica istituzionale, i segnali di quel deterioramento oggi divenuto pubblico. Dirigenti di partiti e sindacati hanno preso l’abitudine di maneggiare sostanziosi fondi di dubbia provenienza. Le campagne elettorali si sono rivelate ogni volta più dispendiose. Relazioni promiscue sono state allacciate con imprese, appaltatori e banche. L’uso di risorse senza procedimenti legali ha reso possibile ogni tipo di manipolazione degli interessi di gruppi, correnti, persone arrivando fino all’arricchimento illecito.
2. La crisi alla quale assistiamo deriva da un metodo usato in forma sistematica, organizzata e pianificata in tutte le campagne elettorali. Un metodo che è usuale tra i partiti di destra ma che, infelicemente, si è esteso anche ai settori della sinistra. Ha arruolato complicità e, con ciò, si è disseminato. La contrattazione di capi elettorali e la mercantilizzazione della politica hanno sostituito l’attività militante di partito e, soprattutto, la battaglia di idee.
3. La crisi è anche il risultato dell’applicazione di una linea politica dentro la sinistra che ha dato la priorità unicamente all’ascesa al governo per mezzo della conciliazione di classe, contrastando la prospettiva dell’accumulo di forze, della discussione politica e ideologica nella società e della necessità di amministrare lo stato per rispondere in primis alle domande sociali. La prospettiva della conciliazione abbandona il vero senso della politica e usa tutti i mezzi possibili per giustificare l’ingresso al governo.
4. Questa maniera di fare politica, che da sempre critichiamo, al di là del corrompere i valori, deteriorare la pratica politica, squalifica il concetto stesso di politica agli occhi della classe lavoratrice. Riteniamo che l’attuale crisi chiuda un ciclo, un periodo storico di un fare politico-istituzionale egemonizzato dal PT. Cìè una necessità storica di rifondazione della sinistra. E l’aspetto positivo di questa crisi è collocare all’ordine del giorno questa necessità.
5. Il governo si trova di fronte a una grave crisi. La gravità e la natura di tale crisi hanno permesso che le forze di destra muovessero l’offensiva contro il governo, contro le sinistre e contro i diritti sociali. Il governo Lula sembrerebbe paralizzato davanti a questa offensiva.
Coscienti del pericolo imminente, i movimenti sociali organizzati e le entità nazionali hanno proposto al governo un’uscita alternativa a questa crisi. Nel frattempo, facendo orecchie da mercante alla proposta, il governo opta per il mantenimento e per il radicamento di vecchie pratiche di composizione con le forze conservatrici. Forze che rivendicano sempre maggiori concessioni nella politica economica per mantenere i loro privilegi. È impossibile prevedere le conseguenze di questa politica in una società che già convive in larga scala con la disoccupazione, l’informalità e la barbarie, e sperimenta ora la frustrazione per un governo alternativo a lungo atteso.
6. La nostra esistenza in quanto nazione sovrana e società che gode di diritti democratici è ogni volta più in pericolo. Ora più che mai, abbiamo bisogno di trovare quei cammini che portino all’articolazione di forze sociali e politiche capaci di porre fine al modello neoliberale, che già si è trasformato in servilismo alle elites e colonialismo al capitale internazionale.
7. In questo momento, spetta alle forze di sinistra compromesse con il destino della nazione recuperare quella fermezza di principi che da sempre ha guidato le nostre azioni, e aprirsi al dialogo con tutte le forze democratiche e popolari, trovando la maniera per stabilire un programma minimo e conseguire iniziative comuni. Questo programma deve contemplare la difesa intransigente della sovranità popolare e nazionale, l’adozione di una politica economica rivolta al superamento delle disuguaglianze di reddito e di giustizia e la definizione di un insieme di misure d’emergenza per il superamento della povertà, per la riforma delle istituzioni e, principalmente, per la valorizzazione del popolo come soggetto di cambiamento.
8. Dobbiamo promuovere, insieme a tutte queste forze e spazi, un ampio dibattito sopra la necessità di un progetto per il paese. Un progetto che sia incentrato sulla risposta alle necessità della popolazione e alla realizzazione dei diritti sociali fondamentali, come il lavoro, la terra, la casa, il reddito, la cultura. Un progetto che incorpori cambiamenti radicali nelle forme di rappresentazione partitica e politica, garantendo al popolo il diritto alla democrazia diretta, così come altre forme di partecipazione alla vita politica del paese, come l’approvazione del diritto di plebiscito e dell’abrogazione di mandati, per iniziativa popolare.
9. La Consulta Popular propone un dialogo perché l’attuale crisi di fallimento politico e sociale che stiamo vivendo sia anche momento inaugurale di un nuovo progetto e di una nuova speranza. Perciò è imprescindibile che il popolo si mobiliti. Speriamo, e faremo in modo, che tutte le forze sociali del Brasile rafforzino le attività previste per il prossimo sette settembre, alzando la bandiera in difesa della sovranità popolare e della dignità nazionale e portando avanti ogni tipo di iniziativa e mobilitazione, in tutti gli ambienti, enti, chiese, strade e piazze, università, posti di lavoro, denunciando il Brasile che abbiamo e annunciando il Brasile che vogliamo.
10. Convochiamo tutte le organizzazioni del popolo brasiliano, così come le personalità della vita pubblica e della cultura, ad aggiungersi a questo sforzo, che può essere un segno iniziale del dialogo di cui tutti necessitiamo. Ci resta un solo cammino: articolare tutte le forze sociali e popolari che vogliono cambiamenti antineoliberali e promuovere le mobilitazioni di massa!
(Coordinazione Nazionale del Movimento Consulta Popular)
Tradotto da Fab per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l’autore
Articoli correlati
- Coinvolto anche il mondo dello sport, in particolare le società calcistiche
Brasile: partita la campagna contro i femminicidi
Nei giorni in cui si tengono le partite di calcio i casi di femminicidio aumentano del 23,7% e, per questo motivo, i club sono stati invitati a farsi portavoce della mobilitazione contro la violenza di genere.16 settembre 2024 - David Lifodi - Le inondazioni dello scorso maggio hanno messo in ginocchio lo stato e la sua capitale Porto Alegre
Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato
Il negazionismo climatico bolsonarista ha azzerato i fondi per prevenire i disastri ambientali, ma anche decenni di compromessi con le lobby dell’agronegozio e della speculazione immobiliare hanno fortemente indebolito il paese di fronte agli eventi estremi prodotti dal cambiamento climatico1 luglio 2024 - David Lifodi - "È fallito l'obiettivo 2 dell'Agenda 2030: fame zero"
Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7
"La sua proposta di creare una task force per combattere la fame nel mondo è un passo importante verso una maggiore giustizia e solidarietà globale". Lo afferma Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione ambientalista e pacifista PeaceLink14 giugno 2024 - Adnkronos - La ong inglese Earthsight, nel rapporto “Fashion Crimes” accusa i due colossi della moda
Brasile: il cotone sporco di H&M e Zara
H&M e Zara avrebbero realizzato capi di abbigliamento utilizzando tonnellate di cotone riconducibili a land grabbing, espropri delle terra e violenze.24 maggio 2024 - David Lifodi
Sociale.network