Latina

Nicaragua: l'insensibilita' e la morte

I bananeros hanno una volta ancora messo a rischio la loro vita per farsi ascoltare
13 agosto 2005
Giorgio Trucchi


Ancora una volta hanno dovuto affrontare la morte per essere ascoltati.
Il Nicaragua sembra sia diventato un paese dove mentre da una parte le Istituzioni condannano le forme violente di protesta, dall'altra danno risposte concrete solo a chi usa questi metodi.
Nel caso degli ex lavoratori e lavoratrici delle bananeras ammalati a causa del Nemagón, che fin dall'inizio della loro protesta hanno rifiutato la violenza come metodo per far ascoltare la propria voce e per convincere Governo e Parlamento a negoziare le loro richieste, non sono ancora bastati quasi sei mesi di permanenza nell'accampamento sorto nei pressi della Asamblea Nacional.
Nell'esasperazione di questa attesa (passata sotto il sole soffocante estivo dei primi mesi e le piogge torrenziali dell'inverno tropicale, protetti solo da misere tende di plastica e con il cibo che scarseggia ogni giorno di più), i bananeros hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete che li ha portati sull'orlo della morte, di un sacrificio estremo per convincere i deputati a prendere in considerazione quello che gli spetta di diritto dopo decenni di abbandono, soprusi e violenza, la violenza del disinteresse che li ha trasformati in fantasmi per i politici di questo paese.
I "senza voce" costretti ad alzare la voce attraverso il sacrificio della propria vita.

Circa un mese e mezzo fa, la Giunta Direttiva del Parlamento aveva promesso loro che in dieci giorni avrebbero risolto ciò che chiedevano.
I punti principali riguardavano la riforma al Bilancio della Repubblica per inserire una partita di 103 milioni di cordobas, accordata con la Commissione Interistituzionale del Governo, per la copertura delle spese mediche delle migliaia di persone ammalate a causa del Nemagón, l'introduzione nella Commissione Parlamentare Economica del progetto di legge per una Pensione Vitalizia, la riforma all'articolo 1 della Legge 456 per riconoscere l'insufficienza renale cronica come malattia professionale e una risoluzione per proteggere in modo definitivo la Legge speciale 364 (legge per poter incriminare le multinazionali nordamericane che hanno prodotto e utilizzato il Nemagón in Nicaragua) da qualsiasi tipo di abrogazione o riforma.
Il resto dei 19 punti presentati alle Istituzioni nicaraguensi nel lontano 15 marzo del 2005 erano già stati affrontati e praticamente risolti durante le negoziazioni con il governo sfociate negli Accordi preliminari del 13 maggio.
I giorni sono però passati inesorabilmente e i bananeros hanno cominciato a passare lunghe mattinate fuori dalla Asamblea Nacional, in attesa che i deputati rispettassero la loro promessa, ma nulla è accaduto.

Ancora una volta i bananeros hanno dovuto mettere a repentaglio la propria vita per poter essere ascoltati e presi sul serio.
Alle 8.30 di lunedì 8 agosto, 12 ex lavoratori e lavoratrici delle bananeras hanno quindi deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete sdraiandosi davanti all'edificio della Croce Rossa Nicaraguense, con un altissimo rischio di complicazioni fisiche per corpi già molto deteriorati dalle malattie provocate dal Nemagón.
Il giorno seguente i deputati, dopo un'accesa sessione parlamentare in cui è stata impedita, per ora, l'approvazione del Trattato di Libero Commercio tra Stati Uniti e Centroamerica (CAFTA), hanno sospeso i lavori parlamentari e se ne sono andati "tranquillamente" in vacanza fino al 5 settembre, disinteressandosi completamente di quanto succedeva nei locali della Croce Rossa.
Di fronte a questa ennesima dimostrazione di disinteresse, insensibilità e disumanità, che coinvolge anche la Procura dei Diritti Umani che nelle settimane anteriori alla protesta si è sempre rifiutata di ricevere una delegazione dei bananeros, gli ex lavoratori e lavoratrici hanno deciso di alzare il livello della protesta occupando i locali della Croce Rossa ed impedendo le donazioni di sangue, vitali per gli ospedali della capitale.

Mentre due delle persone in sciopero della fame e della sete venivano portate d'emergenza all'ospedale per un evidente stato di disidratazione e la complicazione di malattie già in corso, i mezzi di comunicazione e varie organizzazioni della società civile cominciavano a diffondere la notizia di quanto stava accadendo ed a far pressione sui deputati affinché aprissero un canale di negoziazione con le persone in sciopero.
I commenti diventavano sempre più duri, tanto che due dei bananeros in sciopero, Victorino Espinales e Manuel Hernandez, dichiaravano alla stampa che "per noi quello che c'é in Parlamento è un demonio e non lo si può combattere in un modo qualsiasi...forse sacrificando le nostre vite riusciremo a buttarlo fuori e a farci ascoltare...".
La situazione peggiorava con il passare delle ore ed anche la Croce Rossa ha cominciato a chiedere ai deputati di intervenire perché si stava procurando un danno molto grave agli ospedali che stavano rimanendo senza scorte di sangue.
Mercoledì 10 agosto sono quindi iniziati i primi contatti con i deputati da parte della società civile che si è riunita con un deputato del Frente Sandinista (Fsln), José Figueroa, e di fronte alla risolutezza degli scioperanti e al pericolo sempre più imminente di un deterioramento irreversibile delle loro condizioni, i membri della Giunta Direttiva del Parlamento lo hanno delegato a iniziare una trattativa per raggiungere degli accordi a cui hanno partecipato anche varie organizzazioni della società civile.
Giovedì 11 agosto, dopo quasi quattro giorni di sciopero e con i fisici quasi completamente disidratati, le dodici persone in sciopero della fame e della sete hanno finalmente deciso di sospendere lo sciopero a seguito della firma degli Accordi con la Giunta Direttiva della Asamblea Nacional (riportati integralmente alla fine dell'articolo).
Immediatamente sono stati soccorsi dal personale medico per sottoporli a una cura di reidratazione e due delle donne presenti sono state immediatamente ricoverate per le condizioni delicate in cui si trovavano.
Una terza persona, ritornata come le altre all'accampamento, si è poi sentita male durante la notte, ma il personale medico del Pronto Soccorso di un ospedale della capitale si è rifiutato di curarla ed é stato necessario l'intervento di un alto esponente del Ministero della Sanità per far sì che venisse trasportata d'emergenza all'ospedale "Lenín Fonseca" di Managua dove è attualmente ricoverata.

Si è quindi conclusa in questo modo un'ennesima tappa di questa lotta infinita che si protrae da quasi sei mesi e che si spera possa terminare con successo durante le prossime settimane.
Resta però sempre più inspiegabile e indignante l'atteggiamento di questa classe politica, incapace o disinteressata di fronte alla sofferenza di migliaia di persone che hanno avuto il "torto" di cercare disperatamente come sfamare le loro famiglie, lavorando come schiavi e schiave nelle piantagioni di banane avvelenate dalle multinazionali nordamericane e cercare, poi, di inchiodare queste ultime alle loro responsabilità.
Quello che dovrebbe essere un caso sociale, un caso di Stato, dove le istituzioni dovrebbero essere in prima linea per far sì che i propri cittadini ammalati possano far valere i propri diritti negati e violati, diventa sempre di più un caso in cui lo Stato non solo è assente, ma rende ancora più penoso e stridente il vuoto che si è creato tra il mondo della politica nicaraguense e i settori più emarginati di questo paese.

Per comunicazioni radio Victorino Espinales 00505-899 7904

(Testo Giorgio Trucchi - Foto END e Giorgio Trucchi)

Accordi tra la Asamblea Nacional e i rappresentanti delle persone ammalate per il Nemagón

Nella città di Managua, il giorno undici del mese di agosto dell'anno 2005, riuniti nella Asamblea Nacional, i rappresentanti della Giunta Direttiva della Asamblea Nacional e i rappresentanti delle persone ammalate per il Nemagón, avendo esaminato vari aspetti delle richieste presentate da questi settori, abbiamo raggiunto i seguenti accordi:
La Asamblea Nacional, una volta presentata la Riforma di Bilancio da parte del Potere Esecutivo, priorizzerà e sosterrà l'approvazione delle risorse di bilancio addizionali necessarie affinché nel resto del 2005, il Ministero della Sanità possa rispettare gli accordi sottoscritti il 13 maggio del 2005 tra il Governo della Repubblica del Nicaragua e i rappresentanti delle persone ammalate, relativo all'assistenza sanitaria degli ammalati per il Nemagón e dei loro famigliari. Queste risorse verranno inserite nel Bilancio del Ministero della Sanità, come partita specifica per le spese sanitarie per gli ammalati del Nemagón e i loro famigliari.
La Asamblea Nacional - una volta presentato il Progetto di Bilancio Generale della Repubblica per l'anno 2006 dal Potere Esecutivo - sosterrà l'approvazione delle risorse di bilancio necessarie, affinché nell'anno 2006 il Ministero della Sanità possa rispettare gli accordi sottoscritti il 13 Maggio del 2005 tra il Governo della Repubblica del Nicaragua e i rappresentanti degli ammalati ed i loro famigliari. Dette risorse, verranno inserite nel Bilancio del Ministero della Sanità, come partita specifica per le spese sanitarie per gli ammalati del Nemagón e i loro famigliari.
La Asamblea Nacional, inoltrerà nella Commissione Parlamentare corrispondente, il progetto di "Legge di Emergenza di Pensioni Vitalizie per i lavoratori ed ex lavoratori delle bananeras ammalati per prodotti chimici, pesticidi e nematocidi a base di DBCP Nemagón-Fumazone" e durante il processo di consultazione e studio di detta Legge creerà il consenso su dette pensioni tra i rappresentanti degli ammalati ed il Governo, impegnandosi, una volta ottenuto detto accordo, ad inoltrare in forma d'urgenza la sua approvazione nel Plenario della Asamblea Nacional. Il processo di consultazione di detta iniziativa di Legge, dovrà prendere in considerazione gli ammalati ed i loro famigliari e le rispettive Istituzioni del Governo .
La Giunta Direttiva della Asamblea Nacional - una volta conclusa la pausa del Potere Legislativo - approverà una Risoluzione di sostegno alla Legge 364, "Legge Speciale per l'iter dei giudizi promossi dalle persone ammalate per l'uso di pesticidi fabbricati a base di DBCP", nella quale si assumerà l'impegno a non abrogare né riformare detta Legge finché non si siano compiuti gli obiettivi e i processi iniziati dalle persone ammalate e dai loro famigliari contro le Imprese Multinazionali.
L'Asamblea Nacional inoltrerà alla Commissione corrispondente, per il suo studio, il Progetto di Legge di Riforma alla Legge No. 456, "Legge di addizione di rischi e malattie professionali alla Legge No. 185, Codice del Lavoro" inoltrata alla Asamblea Nacional dal Sig. Presidente della Repubblica, il 28 Giugno del 2005 e priorizzerà la sua approvazione in Plenario nel mese di Settembre del 2005.
La Giunta Direttiva della Asamblea Nacional, designerà un rappresentante per ogni Gruppo Parlamentare, per costituire una Commissione di Valutazione e Compimento di questi Accordi, la quale servirà da vincolo istituzionale della Asamblea Nacional con le persone ammalate e i loro famigliari.
I rappresentanti delle persone ammalate, si impegnano a sospendere lo sciopero della fame che si realizza nelle installazioni della Croce Rossa, ubicate in Belmonte, una volta che la Giunta Direttiva della Asamblea Nacional ratifichi e firmi questi accordi.
I rappresentanti e i Dirigenti delle persone ammalate si impegnano a sospendere definitivamente il Presidio ubicato di fronte alla Asamblea Nacional, una volta che si compiano questi Accordi.
Le parti che firmano si accordano a propiziare un ambiente di dialogo e comunicazione permanente che contribuisca alla ricerca di soluzioni dei problemi che colpiscono questo settore popolare.


(Seguono le firme dei membri della Giunta Direttiva della Asamblea Nacional, dei rappresentanti degli ex lavoratori e lavoratrici delle bananeras ammalati per il Nemagón e della Società Civile).

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