Latina

La minaccia alla speranza in America latina

Naomi Klein
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: The Nation - http://www.thenation.com - 02 novembre 2005

Quando Manuel Rozental tornò a casa una notte dello scorso mese, degli amici gli dissero che due strani uomini avevano fatto domande su di lui. In questa comunità indigena molto unita del sud-ovest colombiano, accerchiata da soldati, para-militari di destra e guerriglieri di sinistra, stranieri che fanno domande non sono mai una buona cosa.

L'associazione dei consigli indigeni del Cauca settentrionale, che guida un movimento politico indipendente da tutte le forze armate, ha deciso che Rozental, il proprio coordinatore per le comunicazioni, doveva andarsene dalla comunità -- in fretta. Aveva dato un contributo decisivo nelle campagne per la riforma agraria e contro un accordo di libero commercio con gli Stati Uniti, e l'associazione era certa che quelli stranieri fossero stati mandati ad uccidere Rozental -- ma da chi? Il governo nazionale appoggiato dagli Stati Uniti, che notoriamente usa para-militari di destra per fare il proprio lavoro sporco? O le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), il più vecchio esercito guerrigliero marxista dell'America Latina?

Stranamente, entrambi erano casi plausibili. Nonostante siano ai lati opposti di una guerra civile durata 41 anni, il governo Uribe e le FARC sono d'accordo che la vita sarebbe infinitamente più semplice senza il movimento indigeno di Cauca, parte di una crescente forza politica che sta scuotendo l'America Latina, sfidando le strutture tradizionali di potere dalla Bolivia al Messico.

Nel Cauca settentrionale, leader indigeni di primo piano sono stati rapiti o assassinati dalle FARC, che cercano di essere la voce esclusiva dei colombiani poveri. E le autorità indigene erano state informate che le FARC volevano Rozental morto. Per mesi erano circolate voci che lui fosse la peggior cosa che puoi essere nei libri di un movimento guerrigliero di sinistra: un agente della CIA. Ma c'erano state anche altre voci, diffuse attraverso i media dagli agenti del governo. Sostenevano che Rozental fosse la peggior cosa che puoi essere nei libri di un politico di destra finanziato da Bush: un "terrorista internazionale".

Il 27 ottobre, l'associazione, che rappresenta i circa 110.000 Indiani Nasa nella regione, ha emesso un comunicato iracondo: "Manuel non è un terrorista. Non è un para-militare. Non è un agente della CIA. E' parte della nostra comunità che non deve essere messa a tacere dalle pallottole". I leader ei Nasa dicono di sapere perché Rozental, che ora vive in esilio, era sottoposto a quelle minacce. E' la stessa ragione per cui, in aprile, due pacifici villaggi indigeni nel Cauca settentrionale erano stati trasformati in zone di guerra dopo la che FARC avevano attaccato della postazioni di polizia, che il governò usò come scusa per un'occupazione su larga scala.

Tutto questo sta accadendo a causa del movimento indigeno in Cauca che, come in molta parte dell'America Latina, sta vivendo un periodo fortunato. Negli anni passati i Nasa del Cauca settentrionale hanno tenuto le maggiori proteste anti-governative della recente storia colombiana ed organizzato dei referendum locali contro il libero commercio, con afflusso alle urne del 70 %, superiore ad ogni votazione ufficiale (risultante in un no quasi unanime). E a settembre migliaia hanno espropriato due haciendas (1), forzando il governo a concedere degli appezzamenti di terreno promessi a lungo. Tutte queste azioni si sono svolte sotto la protezione dell'unica Guardia Indigena dei Nasa, che controlla il loro territorio armata solo di bastoni.

In un paese comandato da M16, AK47, pipe bomb (2) ed elicotteri Black Hawk, questa combinazione di militanza e non-violenza è senza precedenti. E questo è il miracolo silenzioso compiuto dai Nasa; hanno rivitalizzato la speranza che morì quando i para-militari massacrarono sistematicamente i politici di sinistra, inclusi dozzine di funzionari eletti e due candidati alla presidenza della Unión Patriótica. Alla fine della sanguinosa campagna dei primi anni '90, le FARC conclusero comprensibilmente che impegnarsi nella politica era una missione suicida. La chiave per il successo dei Nasa, dice Rozental, è che non stanno cercando di prendere il controllo delle istituzione statali, le quali "hanno perso ogni legittimità". Piuttosto stanno "costruendo una nuova legittimazione basata su un mandato indigeno e popolare che si è sviluppato dai congressi partecipativi, dalle assemblee e dalle elezioni. Il nostro processo e le nostre istituzioni alternative hanno messo la democrazia ufficiale in imbarazzo. Per questo il nostro governo è così arrabbiato".

I Nasa hanno mandato in frantumi l'illusione, accarezzata da entrambe le parti, che il conflitto della Colombia possa essere ridotto ad una guerra binaria. I loro referendum sul libero commercio sono stati imitati da sindacalisti, studenti, agricoltori e politici locali non indigeni in tutta la nazione; i loro espropri di terre hanno ispirato altri gruppi di indigeni e di contadini a fare lo stesso. Un anno fa, in 60.000 hanno marciato chiedendo pace ed autonomia; lo scorso mese a quelle richieste hanno fatto eco delle marce simultanee in 32 province della Colombia, Ogni azione, spiega Hector Mondragon, attivista ed economista colombiano, "ha avuto un effetto moltiplicatore".

Lungo l'America Latina è in atto un effetto moltiplicatore simile, con i movimenti indigeni che ri-disegnano la mappa politica del continente, chiedendo non solo "diritti" ma una re-invenzione dello stato su linee profondamente democratiche. In Bolivia e in Ecuador, i gruppi indigeni hanno mostrato di avere il potere per far cadere dei governi. In Argentina, quando delle proteste di massa hanno costretto alle dimissioni cinque presidenti nel 2001 e nel 2002, le parole degli Zapatisti messicani erano urlate nelle strade di Bueonos Aires.

Ieri, affrontando delle proteste di massa in Argentina durante il Summit delle Americhe, Gorge Bush ha mostrato che lo spirito di quella rivolta è vivo e vegeto. E nonostante Bush non abbia accolto l'offerta di Hugo Chàvez di tenere un dibattito aperto sui meriti del "libero commercio", quel dibattito ha già avuto luogo nelle strade e nelle cabine di voto del continente, e Bush ha perso. Considerate questo: l'ultima volta che 34 capi di stato si sono incontrati. Era l'aprile del 2001 a Quebec City; il primo summit di Bush dopo la sua elezione, e fu lì che annunciò con grande speranza che l'Area di libero commercio delle Americhe sarebbe entrata in essere entro il 2005. Ora, quattro anni dopo, molte delle facce dei suoi colleghi sono cambiate e Bush non può nemmeno mettere il libero commercio in agenda, per non parlare di farlo firmare.

Come in Colombia, ci sono tentativi nel continente di dipingere i movimenti di ispirazione indigena come terroristi. Senza sorpresa, Washington sta offrendo assistenza sia militare che ideologica. Il Congresso ha approvato un raddoppiamento del numero di soldati Usa in Colombia e c'è stato un aumento sostanzioso delle attività militari statunitensi in Paraguay, preoccupantemente vicino al confine boliviano. Un recente studio del consiglio dell'intelligence statunitense ha avvertito che i movimenti indigeni, nonostante siano ora pacifici, potrebbero "considerare mezzi più drastici" nel futuro.

Infatti, i movimenti indigeni sono una minaccia alle politiche di libero scambio che Bush sta vendendo porta a porta, con sempre meno acquirenti, in America Latina. Il loro potere non viene dal terrore ma da uno sforzo di speranza che resiste al terrore, così robusto da poter mettere radici in mezzo alla guerra civile, che sembra priva di speranza, in Colombia. Se può crescere lì, può farlo ovunque.

Note: Naomi Klein è un'attivista di primo piano nel movimento contro le sweatshop e l'autrice di Recinti e finestre: dispacci dalle prime linee del dibattito sulla globalizzazione (Baldini&Castoldi) e di No Logo: Economia globale e nuova contestazione (Baldini&Castoldi).Visita il sito web No Logo: www.nologo.org, dove questo articolo è stato pubblicato per la prima volta.

(1)Hacienda: Parola spagnola che descrive un vasto ranch, comune nella Pampa.

(2)Pipe bomb:Una piccola bomba fatta in casa contenuta in un cilindro di metallo.

Traduzione di Carlo Martini

Link dell'originale: http://www.thenation.com/doc/20051121/klein

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