Solidarietà al giornalista argentino Mariano Saravia
La vicenda del giornalista-scrittore Mariano Saravia commuove e provoca sdegno in tutti noi, specialmente in chi desidera e spera la rinascita di un’Argentina dove prevalgano la chiarezza, l’onestà e la libertà d’espressione.
Nato a Mendoza (Argentina) 38 anni fa, giornalista e autore di altri due libri: "Naciones secuestradas" e "Fiestas populares de Córdoba" ha presentato “La Sombra Azul” il 24 marzo scorso nel Cabildo di Córdoba (1).
Data e il luogo non scelti a caso.
Quel giorno si è commemorato il 28° anniversario del colpo di stato e, in quel luogo, si sono compiute le atrocità raccontate in questo libro.
Dalla sua pubblicazione in Argentina, e soprattutto dalla sua recente uscita in Danimarca e Svezia, Mariano continua a ricevere minacce e intimidazioni. Anche richieste di risarcimento da parte di alcuni dei soggetti citati nel suo libro, che sono in carcere con verdetti già emessi per la violazione dei diritti umani. Il far fronte a queste denuncie, ha già comportato la confisca di una percentuale importante del suo stipendio come giornalista.
Mercoledì scorso ha fatto pubblici questi eventi attraverso le pagine del giornale per il quale lavora: “La Voz del Interior” di Córdoba.
In questi ultimi due giorni si sono susseguite manifestazioni di solidarietà da parte delle principali testate argentine, dall’ordine dei giornalisti e dalla rappresentanza legislativa di Córdoba che, nella sessione del 17 novembre scorso e dietro proposta della parlamentare María Eugenia Taquela, ha approvato una dichiarazione di solidarietà e di netto rifiuto alle minacce ricevute.
Mesi fa ho scritto un piccolo articolo nato dal mio incontro con Rosa e Atilio Curiñanco, rappresentanti della comunità mapuche di Esquel venuti in Italia. Riporto qui la fine del mio articolo: “Li ho lasciati, ma nel mio cuore rimangono i loro sguardi e le loro voci pieni di dignità, rispetto e senso dell'onore.
Valori che la nostra società "avanzata" non ci permette molto frequentemente d'incontrare.”
Penso che il lavoro di Mariano Savaria e di tanti che, come lui, stanno cercando di far luce sulle ombre del nostro passato, deve essere sostenuto, protetto e aiutato.
Perché la dignità, il rispetto e la verità possano tornare ad essere dei valori, che possano esistere e crescere non solo in Argentina o in America Latina, ma nel nostro mondo tutto.
http://www.legiscba.gov.ar/noticia_ampliada.asp?id_News=95
Argenpress
http://www.argenpress.info/nota.asp?num=025715
Reporteros sin fronteras
http://www.rsf.org/article.php3?id_article=15654
(1) Cabildo: sede dei governi locali ai tempi della colonia. Nel periodo raccontato nel libro era un distretto di polizia.
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