Latina

Dieci giorni di sciopero nazionale

Nicaragua: sanità, un dramma quotidiano


La situazione della Sanità in Nicaragua ha ormai toccato livelli di profonda disperazione.
24 novembre 2005
Giorgio Trucchi

Gli ospedali utilizzano lenzuola usate e ormai scartate dai motel "a ore" di Managua  (Foto A. Favale - G. Trucchi)


Da circa 10 giorni, la Federazione dei Medici e la Federazione dei lavoratori della Sanità (Fetsalud) hanno iniziato uno sciopero ad oltranza per ottenere aumenti salariali e miglioramenti delle condizioni igienico-sanitarie e di approvvigionamento di medicine negli ospedali e nei dispensari del paese.
I due settori si sono però divisi sulle richieste al Governo, rompendo un'unità che ha reso ancora più complicata la trattativa.
Il settore dei medici ha richiesto un aumento del 140 per cento dei propri salari, mentre Fetsalud, che rappresenta anche tutti gli altri lavoratori e lavoratrici del settore sanitario, ha richiesto l'aumento del 100 per cento e interventi immediati per rifornire le strutture di attrezzature e medicine indispensabili alla popolazione.
Nel Nicaragua di oggi, solo chi ha un lavoro fisso ed ha la fortuna di lavorare per un'impresa che, cosa per nulla scontata, versa i contributi alla Previdenza Sociale (Inss), può sperare di avere l'assistenza sanitaria e le medicine in forma gratuita. Anche in questo caso, però, il tipo di copertura sanitaria riguarda una quantità e tipologie di analisi, interventi e medicine molto limitate e definite da una tabella fissata dal Inss e dalle cliniche convenzionate.
Stiamo comunque parlando di circa 350 mila persone su una popolazione di quasi 6 milioni di abitanti.
Solo negli ultimi mesi, inoltre, questi pochi fortunati hanno avuto la possibilità di inserire nella copertura sanitaria i propri figli fino ai 12 anni e le donne hanno avuto finalmente accesso alle cure per il tumore al seno e all'utero.
Il resto dei nicaraguensi, la maggior parte, deve scegliere per forza tra lo spendere cifre esorbitanti per potersi curare (cosa che alla fine diventa accessibile solo a pochissime persone che formano l'élite della società nicaraguense e che, molto spesso, preferiscono andare a curarsi a Miami) o morire per malattie perfettamente curabili.
Sempre più spesso sui giornali locali, alla radio o alla televisione, appaiono servizi su persone che fanno appello al buon cuore della cittadinanza per avere le medicine di cui hanno bisogno o i soldi per un'operazione chirurgica.
I Dispensari (Centro de Salud) si sono trasformati, dal 1990 ad oggi, in luoghi dove enormi file di persone si presentano fin dalle prime ore del mattino per farsi visitare, per poi uscirne con in mano una ricetta che prescrive medicine impossibili da acquistare per l'alto costo.
Lo stato degli ospedali pubblici ha raggiunto livelli di fatiscenza a volte vergognosa e dove viene quasi sempre chiesto ai pazienti tutto l'occorrente per fare una medicazione o ancora peggio, un'operazione.
Non è per nulla un'eccezione vedere i parenti degli ammalati arrivare trafelati con in mano siringhe, bende, bisturi, aghi e fili da sutura che serviranno per l'intervento e per i quali hanno speso gran parte delle proprie misere entrate economiche.
L'ultimo scandalo scoppiato solo qualche settimana fa, ha portato alla luce che la maggior parte delle lenzuola di uno dei più importanti ospedali pubblici di Managua erano state regalate da vari motel "a ore" dopo anni di "uso", riportando ancora le scritte dei motel o delle "case d'appuntamento".

In Nicaragua, quindi, non si muore di "mala Sanità", ma per una Sanità che non esiste per milioni di persone e la situazione diventa ancora più drammatica nella zona rurale, dove i primi centri sanitari distano a parecchie ore di distanza e la gente deve arrivarci a piedi o a cavallo, per poi ritrovarsi con una ricetta in mano e senza la minima possibilità di poter accedere alle cure.
In queste zone, gli indici di mortalità materno-infantile, di malattie a trasmissione sessuale e di mortalità per malattie facilmente curabili, tocca livelli impressionanti e che difficilmente appaiono come tali nelle varie statistiche redatte dal Ministero della Sanità.
In mezzo a questo vero disastro, il personale medico e sanitario si dibatte per cercare di sopravvivere.
Attualmente il salario minimo fissato dal Governo oscilla tra gli 80-100 dollari del personale sanitario e i 200 dollari di un medico specialista, che quotidianamente si affannano nell'impossibilità di poter svolgere un lavoro degno di questo nome per le enormi carenze strutturali del settore.

La protesta e le richieste degli aumenti salariali di questi giorni, che hanno portato al blocco quasi totale delle attività negli ospedali e nei Centros de Salud, sono state immediatamente considerate dal Governo e da alcuni mezzi d'informazioni filo governativi, come un attentato contro la popolazione e la Ministra della Sanità, Margarita Gurdián, ha chiesto al Ministero del Lavoro di dichiarare lo sciopero illegale e poter quindi licenziare i principali ispiratori della protesta.
La misura non è stata fortunatamente accolta dal Ministro del lavoro e si è preferito cercare un accordo attraverso una negoziazione ancora in corso.
Sullo sfondo di tutta questa vicenda è però importante rimarcare quale sia il vero bandolo della matassa e cioè l'imminente approvazione del Bilancio della Repubblica, costruito, pilotato e imposto dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
Nel suo nuovo Piano Strutturale per il Nicaragua, "grazie" al quale il paese avrà accesso a nuovi prestiti e a nuovi colossali indebitamenti, il Fmi ha imposto, tra l'altro, il divieto di aumenti salariali superiori al 9 per cento e il divieto assoluto di superare il tetto di spesa già accordato (circa 25 mila milioni di cordobas - 1.500 milioni di dollari)
Tale percentuale ha ovviamente del ridicolo, dato che il solo slittamento della moneta locale nei confronti del dollaro (e tutti i prodotti e servizi basici sono ormai virtualmente dollarizzati) assorbirebbe l'irrisorio aumento.
In questi giorni ci si è quindi ritrovati nella situazione paradossale in cui, mentre i deputati dei vari partiti e il governo stavano cercando un accordo per permettere gli aumenti salariali a settori come l'istruzione, la sanità e l'ambito giudiziario senza intaccare gli accordi con il Fmi, il Ministero della Sanità negoziava parallelamente con i medici e il resto degli operatori sanitari, ma senza la reale possibilità di arrivare ad accordi senza avere un consenso previo con i deputati che, in base alla Costituzione, sono quelli che dovranno approvare il Bilancio.
All'interno della Asamblea Nacional, inoltre, si sta vivendo un momento molto particolare per la vita politica ed economica del paese e che risente delle varie alleanze sorte negli ultimi periodi e dell'avvicinarsi delle elezioni.
Il Frente Sandinista, con un attacco diretto alle politiche del Fmi ed ai suoi ricatti, ha già dichiarato che presenterà una mozione per l'approvazione di un Bilancio che contenga tali aumenti salariali (per la Sanità sarebbero di circa il 36-37 per cento, compresi in un aumento globale di circa 400 milioni di cordobas), che verrebbero coperti e garantiti da entrate fiscali (circa 900 milioni di cordobas) che il Governo, in accordo con il Fmi, ha l'abitudine di non dichiarare e non riportare nel Bilancio (era già successo lo scorso anno con più di mille milioni di cordobas, fino a che, sotto le pressioni di alcuni economisti nazionali e della società civile, ne aveva dovuto ammettere l'esistenza).
Il Partido Liberal, in gravi difficoltà politiche ed attaccato continuamente dagli Stati Uniti per il suo rifiuto di abbandonare al suo destino l'ex Presidente Arnoldo Alemàn e riunire la destra nicaraguense, ha invece dichiarato di appoggiare la proposta del Governo e resta in attesa delle negoziazioni tra quest'ultimo e i vari settori che chiedono gli aumenti.

Fino ad ora, le negoziazioni tra il settore Sanità e il Ministero sono ancora in alto mare e quest'ultimo offre solo un aumento del 15 per cento, cercando di barcamenarsi tra il dover risolvere una situazione ormai drammatica dopo 10 giorni di sciopero generale in tutto il paese e il dover "obbedire" al diktat imposto dal Fmi.
Proprio a questo proposito, il Ministero della Sanità ha già detto che in qualsiasi accordo che porti a un aumento salariale, quest'ultimo dovrà figurare con la voce "Remunerazione economica" e non "Salario", dato che in caso contrario violerebbe le imposizioni del Fondo Monetario.

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