Nicaragua: fumata nera all' Assemblea Nazionale
Sospesa l'elezione della nuova Junta Directiva della Asamblea Nacional
La prima sessione della Asamblea Nacional doveva eleggere la Giunta Direttiva che dovrà gestire i lavori parlamentari fino alle elezioni presidenziali del prossimo novembre.
Già durante il mese di dicembre si erano intensificate le trattative tra i vari gruppi parlamentari e il Governo, alla ricerca di un consenso soprattutto sulla figura del Presidente della Asamblea che ha il potere di decidere l'Agenda parlamentare.
Il Partido Liberal Constitucionalista (Plc), su ordine diretto dell'ex Presidente agli arresti domiciliari, Arnoldo Alemán, aveva chiuso qualsiasi tipo di negoziazione candidando Enrique Quiñonez, ex Contra e visceralmente legato all'ex presidente. Obiettivo principale di questa candidatura era una Legge di Amnistia per liberare Alemán e altri liberali accusati di vari delitti.
Il Frente Sandinista (Fsln) aveva inizialmente cercato la rielezione dell'attuale Presidente della Giunta, René Nuñez ed aveva poi desistito non trovando i voti necessari (47 dei 91 deputati).
Gli altri piccoli gruppi parlamentari (Camino Cristiano, Azul y Blanco e il recente Alianza Liberal Nicaraguense-Partido Conservador) si erano divisi, alcuni appoggiando i liberali e la maggior parte cercando una figura non polarizzante.
Sia per il Fsln che per la Alianza Liberal Nicaraguense e gli Azul y Blanco la priorità era evitare l'elezione di Quiñonez e quindi la discussione della legge di Amnistia.
Poche ore prima dell'inizio della sessione si è diffusa la voce che il deputato sandinista ed ex sindaco di San Juan del Sur, Gerardo Miranda, si era riunito con il liberale Quiñonez ed aveva deciso di abbandonare il Frente Sandinista ed entrare nel gruppo parlamentare liberale.
All'inizio della sessione il clima si è surriscaldato immediatamente, con decine di deputati e deputate sandiniste in piedi gridando ed insultando il deputato "traditore", mentre sugli spalti della Asamblea Nacional un folto gruppo di militanti liberali inneggiava a Miranda e aumentava il caos.
Il deputato Miranda, protetto da una schiera di deputati liberali, si è quindi seduto ben lontano dal suo gruppo parlamentare ed ha trascorso le lunghe ore del dibattito mostrando la schiena ai suoi ex compagni di partito, apparentemente disinteressato ai violenti attacchi che gli venivano portati.
Quella che doveva essere una sessione per l'elezione della Giunta, si è così trasformata in una serie infinita di interventi dei deputati sandinisti che si rifiutavano di accettare il gioco dei liberali.
Le principali recriminazioni vertevano sul fatto che Miranda non poteva restare in aula, dato che il giorno prima aveva firmato una lettera con cui annunciava la sua assenza dalla seduta parlamentare ed aveva firmato una delega per la sua supplente.
Inoltre i liberali pretendevano far eleggere, come 92esimo deputato, un supplente dell'ex Presidente Alemán, cosa già vietata con una risoluzione della Corte Suprema de Justicia.
In mezzo alla confusione, agli attacchi violenti contro Miranda, che inutilmente aveva preso la parola ed era stato bloccato dai suoi ex compagni di partito che avevano invaso la cabina del controllo audio ed avevano staccato i microfoni, ha preso la parola, tra gli altri, il fondatore del Fsln, Tomás Borge Martínez (ascolta l'intervento su www.itanica.org )
"Gerardo, gira la faccia verso di noi. Abbi il coraggio di guardarci. Nella storia ci sono vari esempi di tradimenti. Quello di Giuda è il più conosciuto, ma c'é anche quello di Pietro nei confronti di Cristo. L'ha rinnegato tre volte e poi ha avuto il coraggio di tornare ad essere fedele a Cristo.
Hai quindi la possibilità di scegliere, Gerardo, la strada di Giuda o quella di Pietro. La strada del tradimento o quella della lealtà. Sei ancora in tempo per pulirti la faccia e non sporcare il nome della tua famiglia e non sputare sulla memoria di quelli che hanno dato la vita per la causa di quello che è stato il tuo partito.
Non ti hanno eletto i liberali, ma i sandinisti e non essere fedele a queste persone è un tradimento...
...Gerardo Miranda, girati e guardami almeno un secondo! Girati e guardami! Abbia almeno il coraggio di guardarmi e dirmi che hai tradito la fiducia di chi ha creduto in te, dei tuoi fratelli e compagni! Abbi il coraggio di guardarmi, altrimenti è meglio che ti alzi e te ne vai! Non è possibile, Gerardo Miranda, che sei seduto di fianco ai tuoi avversari e ai nostri nemici storici.
Fallo per i tuoi compagni, per la tua famiglia, per i tuoi figli e per il sangue dei caduti".
Dopo circa 7 ore di seduta e più di una ora di pausa, Gerardo Miranda è improvvisamente uscito dalla Asamblea ed è montato su una macchina che è partita, inseguita inutilmente dai giornalisti.
Pochi minuti dopo, il presidente pro tempore della Asamblea Nacional, il liberale Castillo Osejo, senza consultare le due segretarie pro tempore del Fsln, ha sospeso la seduta rinviandola a mercoledì 11 gennaio.
In mezzo allo sconcerto dei deputati e deputate sandiniste, i liberali si sono alzati e sono usciti dalla Asamblea.
La logica di tutto questo è che nessun gruppo era riuscito a raccogliere i 47 voti necessari e quindi veniva rinviata l'elezione per permettere ulteriori consultazioni e trattative.
Nonostante le espressioni di gioia dei liberali, era evidente il disappunto di Enrique Quiñonez che si sentiva ormai sicuro della sua elezione a Presidente della Asamblea.
La confusione era totale, mentre i sandinisti uscivano di fretta per riunirsi, ma dalle dichiarazioni del deputato José Figueroa si cominciava ad intravedere il significato di tutto questo e quella che sembrava una cocente ed inaspettata sconfitta del Fsln, cominciava ad assumere le sembianze di un parziale successo.
"Questa decisione di sospendere la seduta è totalmente illegale e viola vari articoli dello Statuto della Asamblea. La Giunta Direttiva deve essere eletta il 9 gennaio e la sospensione è stata fatta in modo autoritario da parte di Castillo Osejo su ordine di Quiñonez e di Alemán.
Adesso ci riuniremo come gruppo parlamentare per valutare la situazione, ma ciò che esce totalmente sconfitta oggi è la manovra dei liberali di voler eleggere Quiñonez in modo illegale, cercando di far accreditare il supplente di un carcerato (Alemán). Questa persona ha già detto che non voterà e anche Gerardo Miranda, in questo momento, si trova nella Segreteria del Frente Sandinista e questo vuol dire che ci ha ripensato ed ha rettificato la sua decisione".
Pochi minuti dopo, il Frente Sandinista ha invitato tutti i mezzi di comunicazione a una conferenza stampa del deputato Miranda e del Segretario nazionale Daniel Ortega (ascolta audio originale su www.itanica.org )
Conferenza stampa di Gerardo Miranda e Daniel Ortega - Il deputato José Figueroa
Nello sconcerto più totale e con molte perplessità, si è alla fine conclusa la prima puntata di questa grottesca novela.
Visibilmente nervoso, Gerardo Miranda ha dato una spiegazione del suo comportamento, senza entrare nei particolari e facendo capire che si è trattata di una strategia per impedire l'elezione di Quiñonez e che si è "sacrificato" per il bene del partito fingendo di allearsi con i liberali. A quanto sembra nessuno dei deputati era al corrente della strategia.
"Prima di tutto voglio ratificare la mia militanza storica nel Frente Sandinista. Voglio che sia chiaro che in queste situazioni si esplorano cose e si compiono missioni e voglio che sia ben chiaro a tutta la militanza del Fsln che queste cose sono così e che non si possono raccontare. Indipendentemente da ciò che i compagni mi hanno detto nella Asamblea Nacional, con il cuore e con dolore, non mi ha dato fastidio perché non erano al corrente di quello che stavo facendo.
C'é di mezzo il partito, una cosa storica, la memoria dei nostri martiri. Non ho timori, sono militante del Fsln e lo sarò sempre e che quello che ho fatto oggi, resti come memoria di quello che siamo capaci di fare affinché il Frente Sandinista ottenga il successo che sta pianificando".
Con queste parole, riprese poi da Ortega, si è conclusa una giornata controversiale che lascia molte domande aperte. Una strategia del Fsln che apparentemente avrebbe infiltrato un deputato tra le file del Plc per conoscerne i piani e impedire l'elezione di Quiñonez, lasciando tutto il gruppo parlamentare all'oscuro della strategia.
Difficilmente si potrà sapere se davvero Miranda ha giocato questa carta molto pericolosa sotto la direzione diretta di Ortega o se, effettivamente, aveva ceduto al richiamo dei benefici offerti dai liberali, salvo poi temere una reazione della militanza sandinista o preso dai rimorsi di coscienza.
Si resta ora in attesa di vedere cosa succederà tra due giorni e se i liberali, sconfitti ancora una volta, scenderanno a patti con gli altri gruppi parlamentari mettendo nel cassetto, per ora, la libertà di Alemàn.
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