Latina

Autonomizzazione dell'economia e indebolimento degli stati-nazione. Conglomerati privati che agiscono a livello planetario senza controllo. Deforestazione, desertificazione, surriscaldamento climatico, malattie infettive e fame.

Chi comanda nel mondo?

Basterebbe che venisse ritirato appena il 4% dalle 225 maggiori fortune del mondo per dare cibo, acqua, salute ed educazione a tutta l’umanità. Questi sono dati dell’ONU del 2004. Intanto 30 milioni di persone ancora muoiono di fame
25 gennaio 2006
Leonardo Boff
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: La Insigna

Con l’autonomizzazione dell’economia e l’indebolimento degli stati-nazione è illusorio pensare che siano i presidenti eletti coloro che detengono il controllo del paese. Chi decide il reale destino del popolo non è il Presidente.
Il Presidente è ostaggio del Ministro del Tesoro e del Presidente della Banca Centrale, a loro volta ostaggi del sistema economico-finanziario mondiale alla cui logica si sottomettono.
Quando il Presidente Bush parla alla nazione sono certamente in molti ad ascoltarlo. Ma quando parla il Presidente del Federal Riserve (Fed) la nazione intera si ferma. Quello che dirà significa la vita o la morte di molti posti di lavoro e del destino delle imprese.
I padroni del mondo sono seduti dietro le scrivanie, sono loro che controllano i mercati finanziari, i tassi d’interesse, le infovie di comunicazione, le tecnologie biogenetiche e le industrie dell’informazione.
Immensi conglomerati privati agiscono a livello planetario. Senza chiedere niente a nessuno e senza nessun controllo dilapidano il patrimonio comune dell’umanità a proprio vantaggio. Nell’arco di pochi anni, hanno deforestato 800.000 ettari dalle isole del Borneo, Java, Sumatra e Sulawesi. Gli incendi hanno prodotto una fumata delle dimensioni di mezzo continente. Questi stessi gruppi, d’accordo con i nostri, operano ora nella foresta amazzonica. Le leggi di protezione ambientale sono inoperanti di fronte alla furiosa ricerca di dollari del paese attraverso l’esportazione nel tentativo di far fronte ai compromessi del debito interno ed estero.
Gli affari agricoli implicano la deforestazione, l’annientamento della biodiversità, l’omogeneizzazione della produzione in scala. Questa logica funziona nel sistema globalizzato mondiale creando disuguaglianze e devastazioni ecologiche laddove s’impianta. Nel 2010 si prevede che le foreste diminuiscano del 40%. Nel 2040 l’aumento di gas effetto serra potrebbe provocare un surriscaldamento da 1°c a 2°c innalzando il livello delle acque oceaniche da 0,1 a 1,5 metri e colpendo migliaia di città costiere. Sei milioni di ettari di terre fertili subiscono anno per anno gli effetti della desertificazione.
Malattie infettive di ogni tipo viaggiano alla velocità dei mercati. L’Aids è una pandemia in Africa. L’aspettativa di vita nell’Africa sub-sahariana è già diminuita di sette anni e in paesi come Uganda, Zimbabwe e Zambia è retrocessa di dieci anni. Nell’anno passato la produzione economica del Kenia, a causa dell’Aids, è scesa del 14,5%.
L’Africa è un paese abbandonato alla sua disgrazia, merita appena di essere sfruttato. Il Papa fa discorsi irresponsabili.
Se ci fossero un po’ di umanità e compassione tra gli esseri umani, basterebbe che venisse ritirato appena il 4% dalle 225 maggiori fortune del mondo per dare cibo, acqua, salute ed educazione a tutta l’umanità. Questi sono dati dell’ONU del 2004. Intanto 30 milioni di persone ancora muoiono di fame e 2 miliardi sono anemici.
Avremo tempo a sufficienza affinché la disintegrazione si dimostri creativa?
Una lieve speranza si annuncia dalle varie parti del mondo: a Seattle, a Genova, a Porto Alegre, nei Forum Sociali Mondiali. Lì sorge un anti-potere che chiede una nuova giustizia planetaria, una tassazione significativa dei capitali speculativi, l’introduzione di una rendita di esistenza a tutti gli abitanti della terra non affinché sussistano ma perché, semplicemente, esistono. L’applicazione rigorosa dell’etica della precauzione e della cura nella questione ambientale. Speranze. Che hanno la forza del seme.

Note: Traduzione dal portoghese di Fabiana D'Ascenzo per Peacelink

Articoli correlati

  • Brasile: partita la campagna contro i femminicidi
    Latina
    Coinvolto anche il mondo dello sport, in particolare le società calcistiche

    Brasile: partita la campagna contro i femminicidi

    Nei giorni in cui si tengono le partite di calcio i casi di femminicidio aumentano del 23,7% e, per questo motivo, i club sono stati invitati a farsi portavoce della mobilitazione contro la violenza di genere.
    16 settembre 2024 - David Lifodi
  • Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato
    Latina
    Le inondazioni dello scorso maggio hanno messo in ginocchio lo stato e la sua capitale Porto Alegre

    Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato

    Il negazionismo climatico bolsonarista ha azzerato i fondi per prevenire i disastri ambientali, ma anche decenni di compromessi con le lobby dell’agronegozio e della speculazione immobiliare hanno fortemente indebolito il paese di fronte agli eventi estremi prodotti dal cambiamento climatico
    1 luglio 2024 - David Lifodi
  • Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7
    Economia
    "È fallito l'obiettivo 2 dell'Agenda 2030: fame zero"

    Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7

    "La sua proposta di creare una task force per combattere la fame nel mondo è un passo importante verso una maggiore giustizia e solidarietà globale". Lo afferma Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione ambientalista e pacifista PeaceLink
    14 giugno 2024 - Adnkronos
  • Brasile: il cotone sporco di H&M e Zara
    Latina
    La ong inglese Earthsight, nel rapporto “Fashion Crimes” accusa i due colossi della moda

    Brasile: il cotone sporco di H&M e Zara

    H&M e Zara avrebbero realizzato capi di abbigliamento utilizzando tonnellate di cotone riconducibili a land grabbing, espropri delle terra e violenze.
    24 maggio 2024 - David Lifodi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)