Bolivia: Evo Morales dimezza il suo stipendio
Il presidente eletto della Bolivia, Evo Morales, ha ridotto il suo salario del 57% scendendo a 1.384 euro al mese; i parlamentari dovranno rivedere il loro compenso, dal momento che nessun dipendente pubblico può percepire più del Capo di Stato (27 senatori e 130 deputati hanno al momento un corrispettivo di 3.300 euro mensili, davvero tanto per la Bolivia).
Come sempre accade quando si parla di stipendi della classe politica o di finanziamenti più o meno leciti ai partiti, il rischio è quello di cavalcare l'onda dell'antipolitica - talvolta legittimamente.
Una persona mediamente coscienziosa sa che un taglio dello stipendio generalizzato alla classe politica non è una riforma strutturale: piuttosto, un esempio di austerità e un messaggio puro, almeno nel caso di Morales.
Una persona mediamente coscienziosa che non si accontenta facilmente delle cronache stolte della stampa, sa che il programma di Evo Morales è ben più cose di una scelta comunque apprezzabile e capace di portare effetti positivi (specie nei campi chiave della sanità e dell'istruzione, dove Morales ha intenzione di dirottare i soldi così risparmiati).
Intanto arriva la bella dichiarazione di Abel Mamaní - 38 anni, Ministro dell'Acqua criticato per scarsa conoscenza della materia - e di sicuro, per strane leggi del mestiere, non avrà la stessa risonanza della notizia di cui sopra: "A El Alto 200.000 persone, pari al 20% della popolazione, non hanno acqua. [...] Suez (la multinazionale francese che gestisce l'acquedotto) purtroppo continua a essere operativa in Bolivia. Ma a marzo avremo i primi risultati delle revisioni contabili che abbiamo chiesto. Con le mobilitazioni abbiamo ottenuto che i prezzi per gli allacci delle condutture dell’acqua potabile e delle fognature siano scesi da 249 a 180 dollari, che è comunque troppo. I nostri vicini ci hanno dimostrato che l’allaccio di questi servizi a domicilio può costare molto meno, tra 65 e 70 dollari"
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