Nicaragua: lettera al Presidente Bolaños
Settore medico-sanitario e Trasporti ancora in sciopero
Sembra non trovare vie d'uscita la protesta dei medici e del personale sanitario, che da circa tre mesi hanno sospeso le visite di controllo, le analisi specialistiche e gli interventi chirurgici già programmati, mantenendo aperta solo l'Emergenza.
Lo sciopero è stato dichiarato "illegale" da parte del Ministero del Lavoro e la Ministra della Sanità, Dott.ssa Margarita Gurdián, ha immediatamente emesso lettere di licenziamento per 9 dirigenti della protesta.
A circa 600 persone, tra medici e personale sanitario, è stato trattenuto lo stipendio e il Ministero della Sanità (Minsa) ha anche assoldato medici privati o che si sono astenuti dallo sciopero, per coprire la mancanza di assistenza negli ospedali pubblici e nei Centros de Salud (Dispensari).
Queste misure hanno esacerbato ulteriormente gli animi e si sono verificati vari scontri tra i medici in protesta e gli esquiroles (crumiri).
Da circa due settimane, medici e personale sanitario, mantengono la protesta nelle strade, con blocchi stradali e volantinaggio per far capire alla gente il significato della loro lotta per gli aumenti salariali e per il miglioramento dell'assistenza sanitaria.
A peggiorare la situazione per la cittadinanza, che alla fine è quella che paga le conseguenze, è sopraggiunto il blocco totale dei trasporti urbani a Managua.
Con la solita attitudine ricattatoria e un'immagine ormai deteriorata da tempo, le cooperative (sempre più somiglianti a veri e propri coaguli di affaristi senza scrupoli) che mantengono il monopolio del trasporto in autobus hanno iniziato l'ennesimo sciopero, che da cinque giorni costringe migliaia di persone a camminare enormi distanze o utilizzare camionetas di trasporto pirata, che dissanguano le già poche risorse della cittadinanza di Managua.
Anche in questo caso, il Governo non ha minimamente predisposto un piano per evitare la protesta, ma soprattutto per risolvere una volta per tutte la problematica dei trasporti in autobus a Managua.
La motivazione resta sempre quella di non poter destinare fondi straordinari per non violare l'accordo imposto dal FMI.
I buseros, intanto, continuano a chiedere centinaia di milioni di sussidio pubblico per non dover alzare la tariffa della corsa e palliare l'aumento del costo della benzina.
In cambio, però, non hanno mai dimostrato l'uso che viene fatto di questi fondi e il loro comportamento con i passeggeri e l'atteggiamento nella guida resta a dir poco vergognoso.
Il terzo fattore, il Comune di Managua, che per legge è l'organo designato per fissare la tariffa della corsa, ha ributtato la patata bollente al Governo (quest'ultimo ha fatto lo stesso nei confronti del Sindaco) ed ha preso una posizione ambigua, riconoscendo il diritto dei buseros ad ottenere un sussidio ed allo stesso tempo, negando l'aumento del prezzo della corsa.
Parallelamente, anche il Potere Giudiziale e quello Elettorale, stanno vivendo momenti di profonda crisi per la richiesta di aumenti salariali da parte di giudici e personale d'ufficio e per l'avvicinarsi delle elezioni regionali della Costa Atlantica e i conflitti tra partiti.
In mezzo a tutto questo, la gente più povera continua a soffrire la mancanza di assistenza medica e dei trasporti, in balia della confusione più totale e di un ormai cronico lassismo da parte del Governo, che si mobilita solo quando gli scontri e le proteste sconfinano nella violenza.
Per questo motivo, il Centro Nicaraguense de Derechos Humanos (Cenidh) ha inviato una lettera urgente al Presidente Bolaños, affinché inizi delle negoziazioni serie e soprattutto a lungo termine, per risolvere in modo definitivo questi problemi.
Lettera Pubblica
Managua, 6 febbraio 2006.
Ingegnere
ENRIQUE BOLAÑOS
Presidente della Repubblica del Nicaragua
Sig. Presidente Bolaños:
Il Centro Nicaraguense de Derechos Humanos (CENIDH) osserva con profonda preoccupazione la situazione che si sta sviluppando attualmente nel nostro paese dove convergono vari conflitti sociali: lo sciopero dei lavoratori della sanità, che dura già da più di tre mesi e il blocco dei trasporti che è iniziato oggi.
Questi conflitti, che spetta direttamente al suo governo risolvere per essere competenza del Potere Esecutivo, si aggravano con la profonda crisi istituzionale che vivono sia il Potere Giudiziale, con le richieste salariali dei suoi lavoratori, che il Potere Elettorale, le cui origini sono ben conosciute.
Come organismo dei diritti umani, ci allarma la profondizzazione dello sciopero dei medici, perché più che un tema lavorativo che è necessario analizzare e risolvere, racchiude un problema di carattere sociale, perché limita l'accesso al diritto alla salute della popolazione nicaraguense. Come organismo dei diritti umani siamo ricettori delle inquietudini della popolazione che visita i nostri uffici e ci trasmette la percezione di un Presidente impassibile di fronte all'urgenza che la situazione richiede, per trovare soluzioni effettive a questi problemi. Analizziamoli.
Prima di tutto, la richiesta del settore medico:
Essa ci mette davanti a uno dei problemi più complessi da stimare e soddisfare, dato che si contrappongono le giuste richieste di aumenti salariali di un settore che viene sottovalutato e mal pagato, con il diritto umano della popolazione all'accesso alla salute. Al contrario, altri funzionari governativi che non hanno nelle loro mani la vita della gente e che magari hanno investito meno sforzi nella loro preparazione professione, guadagnano salari che non concordano precisamente con la realtà che vive il Nicaragua.
Durante questi tre mesi abbiamo accompagnato con angoscia le richieste del settore medico e le sofferenze della nostra popolazione, per l'incertezza di poter accedere all'assistenza medica alla quale ha diritto e che lo Stato ha il dovere di dare.
Riconosciamo la disposizione di varie istanze del suo governo al dialogo, ma alla fine si dialoga e non si risolve il problema. La nostra posizione è che i medici hanno dimostrato una sufficiente flessibilità, dato che la loro richiesta iniziale di un incremento salariale del 140 per cento, è stata ridotta al 30 per cento.
Sig. Presidente, crediamo che il 30 per cento di incremento salariale è un importo ragionevole, dopo che il suo governo ha annunciato in modo trionfale un notevole surplus nella riscossione delle imposte nel nostro paese, e questo significa che esistano risorse con le quali si può dare una risposta positiva. Un Presidente della Repubblica non può lasciare la vita del popolo in mani ad altri. In questo caso, il Presidente della nazione deve accompagnare e forzare la soluzione a questo problema.
Sig. Presidente, è ora di parlare agli Organismi Finanziari Internazionali con dignità nazionale, non abbia paura. Paesi amici hanno negoziato adeguatamente o in condizioni meno onerose delle nostre, quando hanno anteposto gli interessi delle loro popolazioni alla paura di non essere inclusi in un Programma finanziario internazionale.
Quando Lei ha voluto risolvere crisi istituzionali molto profonde, come quella provocata dalle Riforme Costituzionali, benché non siamo d'accordo con la soluzione della "Ley Marco", l'abbiamo visto in prima linea negoziando "una via d'uscita" a quella crisi. Senza sottovalutare la capacità della titolare del Ministero della Sanità, consideriamo che corrisponde a Lei la ricerca della soluzione, che Lei sa trovare quando lo vuole.
Sul blocco dei trasporti:
Parafrasando lo scrittore Gabriel García Márquez, siamo davanti ad un "conflitto annunciato".
Perché non prevenire adeguatamente una crisi e chiamare tardivamente ad una negoziazione quando il danno è già stato fatto? Il settore trasporti in Nicaragua sta quasi collassando e si deve trovare una soluzione definitiva.
Lei ha l'opportunità di lasciare come eredità del suo governo la soluzione ad un problema che è già endemico nel nostro paese. Sono vari i Presidenti che non hanno potuto risolverlo, trovi Lei la soluzione definitiva, e non può difendersi dicendo che non le corrisponde, ma che è compito del Comune.
Il Sindaco di Managua, sta tentando solo di ovviare il problema ed offrire una soluzione completamente illegale del principio di uguaglianza davanti alla Legge, dei principi generali del Diritto e perfino della giurisprudenza della Corte Suprema di Giustizia, che prendendolo per analogia, stabilisce che le tariffe preferenziali sono incostituzionali. Non si può addossare al resto della popolazione il costo dei trasporti pubblici, aumentando il costo del combustibile ai proprietari di autoveicoli privati.
Non siamo noi, come organismo dei diritti umani, a poter dare le raccomandazioni tecniche per risolvere questo problema, ma Lei come Presidente ha la responsabilità di trovare questa soluzione e non cercare di tamponare il problema assegnando ogni tanto sussidi che non risolvono il fondo del conflitto.
Bisogna assumere il costo necessario per risolvere la situazione. E ne approfittiamo che ci stiamo rivolgendo a Lei pubblicamente, per dire ai proprietari degli autobus che con soluzioni temporanee di sussidio non risolvono il deplorevole stato di trasporti pubblici, e gli domandiamo perché non fanno una proposta di fondo affinché ci sia una soluzione definitiva? Ci preoccupa l'atteggiamento di questo settore che aspetta che scada il termine che copre il sussidio per fare nuove minacce e richieste di altri sussidi.
Sig. Presidente, sebbene riconosciamo l'indipendenza di Poteri stabilita nella nostra Costituzione, sappiamo che Lei ha la possibilità di contribuire affinché si accolga la richiesta dei lavoratori del Potere Giudiziale, adattando il bilancio di questo Potere a ciò che dice la Costituzione e che questo incremento sia assegnato per un aumento salariale ai suoi lavoratori. Sollecitiamo i Magistrati della Corte Suprema a fare la loro parte.
Come capo di Stato, con la sua esperienza dimostrata in altri conflitti politici, Lei può contribuire ad avvicinare le posizioni di chi apparentemente oggi si sta scontrando all'interno del Potere Elettorale, la qual cosa minaccia la già deteriorata democrazia formale che vive il nostro paese.
Con rispetto, speriamo che accolga questa lettera con lo stesso spirito con il quale l'abbiamo scritta, affinché si possa dire che il Nicaragua ha un Presidente che si mette alla testa della ricerca di soluzioni, ed evitare l'intromissione di settori interessati a trarre profitti da questi conflitti, che alla fine pregiudicano solo il popolo del Nicaragua.
Approfittiamo dell'opportunità per salutarLa, distintamente.
Vilma Núñez di Escorcia Bayardo Izabá Soliz
Presidentessa Direttore Esecutivo
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