Nicaragua: bananeros iniziano le negoziazioni con la Dole
Gli ex lavoratori e lavoratrici delle bananeras nicaraguensi ammalati a causa del pesticida Nemagón, agglutinati nella Asotraexdan, hanno da tempo abbandonato l'idea di poter ottenere giustizia e i relativi indennizzi per i danni e le morti causate dal pesticida, introducendo denunce contro le multinazionali nordamericane che hanno prodotto, esportato ed applicato il mortale prodotto.
Dopo una lotta durata più di dieci anni e quattro marce percorrendo i 140 chilometri che separano la zona occidentale del Nicaragua dalla capitale Managua (l'ultima, denominata "La Marcia senza ritorno", li ha visti protagonisti di una permanenza nella capitale per più di otto mesi e la firma di accordi con le istituzioni), i bananeros della Asotraexdan sono giunti alla conclusione che la gestione errata da parte dei loro ex avvocati, abbia creato le condizioni per cui qualsiasi sentenza emessa a loro favore in Nicaragua (grazie alla Legge Speciale 364, da loro fermamente voluta e difesa durante tutti questi anni), sia destinata ad essere rigettata negli Stati Uniti.
In base a questa tesi, supportata secondo loro da una serie di sconfitte nei tribunali della California, dove i loro ex avvocati ed altri gruppi di bananeros hanno continuato ad inviare le sentenze emesse dai tribunali nicaraguensi, i bananeros della Asotraexdan hanno deciso di cercare una negoziazione diretta con le multinazionali.
I primi contatti con la Dole sono avvenuti durante il mese di gennaio e sono continuati durante i mesi successivi, per sondare la possibilità di stabilire una base di discussione da cui partire per arrivare a breve a delle negoziazioni tra le parti.
Durante la giornata di martedì 21 marzo, la Asotraexdan e la Dole hanno convocato una conferenza stampa per far conoscere all'opinione pubblica quello che sembra essere l'inizio di una lunga negoziazione, che potrebbe finalmente portare a un risarcimento per tutte quelle persone che hanno subito i gravi danni nel pesticida.
Secondo Michael Carter, Vicepresidente esecutivo della Dole, non esistono dati scientifici secondo i quali il Nemagón abbia provocato danni fisici o decessi a seguito del contatto con il prodotto finito.
La Dole riconosce solo alcuni casi di sterilità maschile dovuta al contatto diretto e continuativo con il processo produttivo del Nemagón/Fumazone.
Ha inoltre riconosciuto pubblicamente l'interesse della multinazionale nordamericana di tornare ad investire in Nicaragua, paese dal quale era fuggita con il trionfo della Rivoluzione sandinista.
Ha infine ribadito che in ogni caso chiederanno l'abrogazione della Legge 364, la sospensione di qualsiasi processo in corso e la garanzia che non verranno aperti nuovi processi in futuro.
Durante i passaggi più salienti del discorso di Carter, il funzionario della Dole ha ribadito che "da quando lavoro per la Dole ho cercato una soluzione al problema del Nemagón in Nicaragua. Attualmente la Dole non ha operazioni commerciali nel paese e non per una sua scelta.
Uno dei motivi che ci spinge a trovare una soluzione è l'interesse dell'impresa a tornare ad operare in Nicaragua e fino ad oggi non è stato possibile per l'esistenza di denunce contro la Dole da parte di avvocati nordamericani che rappresentano i lavoratori nicaraguensi
Noi non possiamo fermare i processi in Nicaragua, ma possiamo fermarli fuori dal Nicaragua.
Mi sono riunito con il signor Espinales ed abbiamo coinciso sul fatto di dover trovare una soluzione giusta al problema del Nemagón in Nicaragua.
Per la Dole la soluzione deve essere completa e cioè l'eliminazione dei processi, della Legge 364 e delle denunce.
Il Nemagón è stato usato in più di 40 prodotti negli Stati Uniti e nessun contadino nordamericano ha mai denunciato l'impresa per conseguenze derivate dall'uso del Nemagón.
Ci sono state solo alcune denunce per casi di sterilità di persone che hanno partecipato al processo chimico di elaborazione del prodotto.
Non c'è nessuna prova scientifica sugli effetti del Nemagón ed è per questo che la Dole non ha mai perso un processo negli Stati Uniti.
Gli avvocati che seguono le denunce in Nicaragua hanno portato le sentenze dei tribunali nicaraguensi negli Stati Uniti e non hanno mai vinto e non hanno mai potuto provare le conseguenze dell'esposizione al Nemagón.
Con il signor Espinales abbiamo discusso su quella che potrebbe essere la base da cui partire per arrivare a una negoziazione e la Dole ha deciso di iniziare a lavorare con i rappresentanti dei lavoratori partendo da questa base".
Durante le domande dei giornalisti, il Vicepresidente della Dole ha dichiarato che esiste l'intenzione di arrivare a determinare delle compensazioni e che da anni la Dole ha iniziato processi di negoziazione con lavoratori di altri paesi, come nel caso dell'Honduras.
Ha inoltre detto che è cosciente del fatto che il gruppo della Asotraexdan non rappresenta la totalità dei bananeros che nel passato hanno denunciato la Dole per il caso del Nemagón ed ha anche ricordato che la Dole non rappresenta le altre imprese denunciate, come la Dow Chemical e la Shell.
"Oggi - ha continuato Carter - è la manifestazione di un inizio e vedremo cosa succederà con gli altri gruppi e con le altre compagnie. E' un inizio e qualcuno doveva avere il coraggio di iniziare e crediamo che le negoziazioni potrebbero iniziare tra circa un mese e prolungarsi per circa due mesi".
La posizione della Asotraexdan sembra irremovibile nel voler garantire il riconoscimento di indennizzi per le migliaia di bananeros, includendo le donne che lavoravano nelle piantagioni di banane e nella decisione di far valere le diagnosi effettuate dal Ministero della Sanità durante i mesi di permanenza a Managua, in cui si riconoscevano più di 30 malattie come effetti del Nemagón .
I bananeros hanno inoltre annunciato che chiederanno la partecipazione alle negoziazioni delle istituzioni nicaraguensi (Governo e Asamblea Nacional), della Procura della Repubblica e dell'Ambiente, delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, della società civile e di esponenti religiosi.
Durante il suo intervento, Victorino Espinales, Presidente della Asotraexdan, ha detto che "quello di oggi è per noi un momento molto importante e potrebbe essere l'inizio della fine di un problema drammatico che dura da tanto tempo.
Abbiamo iniziato questa esplorazione per arrivare a una negoziazione seria. Siamo arrivati a questa decisione dopo periodi difficili con i nostri ex avvocati, che ci hanno riempito di menzogne.
Alla fine abbiamo deciso di percorrere questa nuova strada e crediamo sia un passo storico, perché per la prima volta vediamo un vero interesse da parte del Governo, della Procura e della Asamblea Nacional nel sostenerci in questo nuova strategia.
Per la prima volta ci sono gli strumenti per poter arrivare a una soluzione.
Tutte le idee che abbiamo messo sul tavolo coincidono. Non abbiamo parlato ancora di quantità o di temi specifici, ma di idee in generale per poter arrivare a un primo momento di confronto e propongo ufficialmente che in queste negoziazioni partecipino tutti i settori che ci hanno accompagnato in questi anni, come osservatori e testimoni dei lavori che inizieranno probabilmente durante la prima settimana di maggio".
Sulle domande dei giornalisti che chiedevano chiarimenti sul fatto di non essere i rappresentanti di tutti i settori di bananeros ammalati per il Nemagón, Espinales ha confermato che Asotraexdan e gli altri gruppi collegati rappresentano circa il 70 per cento e che quindi inizieranno queste negoziazioni con il supporto della gente affiliata alle loro organizzazioni.
"Siamo stanchi degli inganni e delle menzogne degli avvocati e i processi in corso sono destinati a fallire come sono fallite le altre per colpa degli avvocati.
Abbiamo tolto loro qualsiasi rappresentanza giuridica ed ora le persone degli altri gruppi hanno la possibilità di unirsi a noi e partecipare a questi negoziati.
Il punto di partenza e la proposta è che dobbiamo iniziare a definire i dettagli della negoziazione e le regole. In un secondo momento affronteremo i temi diretti e le proposte delle due parti e dovrà essere discusso tutto contemporaneamente.
Loro hanno i loro interessi e noi abbiamo i nostri e su questi punti si dovrà discutere e negoziare.
Fino a che non avremo un'idea chiara delle proposte dell'impresa, non potremo parlare di abrogazione della legge o di sospensione delle denunce" ha concluso Espinales.
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