Latina

Nicaragua: aperta e costante intromissione degli Stati Uniti nella politica nicaraguense

30 marzo 2006
Giorgio Trucchi


La politica di intromissione da parte degli Stati Uniti in Nicaragua non è certo una novità.
Subito dopo la vittoria elettorale del Frente Sandinista (Fsln) nelle Elezioni municipali del 2004, l'amministrazione Bush ha rimosso l'ambasciatrice Barbara Moore, "colpevole" di non essere riuscita ad unire la destra nicaraguense in funzione antisandinista e di non aver rotto l'unità del Partido Liberal Constitucionalista (Plc) intorno alla figura dell'ex Presidente Arnoldo Alemàn, sul quale pende una condanna a vent'anni di carcere.
A partire dal 2005, il Dipartimento di Stato nordamericano ha inviato in Nicaragua personaggi di alto livello, sia per appoggiare la politica del Presidente Bolaños che si trovava in seria difficoltà per lo scontro istituzionale in atto, ma soprattutto per creare una strategia che mettesse alle corde Alemán, che unisse nuovamente la destra (formata dai partiti che si autodenominano "democratici") e che riproducesse nuovamente l'immagine di immani catastrofi in caso di vittoria sandinista alle elezioni presidenziali di novembre.
Punta di lancia della strategia nordamericana è stato, fin dai primi giorni del suo insediamento, il nuovo ambasciatore Paul Trivelli.
Le sue dichiarazioni hanno riempito i giornali del paese per l'assoluta mancanza di diplomazia e per l'aperta ingerenza nelle vicende politiche nicaraguensi.
Ha inveito più volte con epiteti "poco diplomatici" nei confronti di Alemàn, della sua famiglia e di tutti quei politici ancora legati al caudillo liberale (quello stesso Alemàn finanziato e osannato dall'amministrazione nordamericana quando servì per sconfiggere Ortega nel 1996 e nel 2001 e del quale erano già risaputi gli episodi di corruzione e di utilizzo selvaggio delle risorse statali).
Ha dato il proprio appoggio incondizionato ad Eduardo Montealegre, dissidente del Plc, e alla sua nascente Alianza Liberal Nicaraguense (ALN).
Ha iniziato un attacco sistematico e senza esclusione di colpi al Frente Sandinista e al suo Segretario Nazionale e nuovamente candidato presidenziale, Daniel Ortega (dissertando pubblicamente sull'eventuale entrata del Nicaragua tra i paesi che formano parte "dell'asse del male", come Cuba, Venezuela e probabilmente, Bolivia).
Ha infine dato il suo appoggio alla partecipazione elettorale del movimento dell'ex sindaco di Managua, Herty Lewites, come strumento per togliere voti al Fsln.
Se da un lato l'amministrazione Bush insiste nell'attacco al famigerato "patto" od alleanza tra i due partiti maggioritari (Fsln e Plc), che di fatto controllano i principali Poteri dello Stato, e minaccia pesanti ritorsioni in caso di una vittoria dei candidati dei due partiti o di inibizioni nei confronti di Montealegre e Lewites, dall'altro l'ambasciatore Trivelli sta rappresentando un esempio di chiara ingerenza esterna, di violazione alla sovranità nazionale e di inibizione, non solo nei confronti di persone, ma di interi partiti che, fino a prova contraria e indipendentemente dalle opinioni politiche o partitiche, continuano a rappresentare oltre l'80 per cento dell'elettorato.
Risulta sempre più evidente come il fallimento delle politiche economiche e di controllo in gran parte dell'America Latina da parte degli Stati Uniti, stiano riportando il continente all'interno delle priorità dell'amministrazione nordamericana e il Frente Sandinista potrebbe rappresentare un "cattivo esempio" per il resto dei paesi centroamericani e un anello privo di controllo, che rinsalderebbe ulteriormente il progetto di unità latinoamericana auspicato da Cuba-Venezuela-Bolivia e anche se in modo più timido, da altri paesi come Argentina, Brasile, Uruguay e Cile.
L'arrogante politica nordamericana in Nicaragua non potrebbe comunque avere gli effetti attuali senza la presenza di un governo compiacente, che da sempre ha auspicato un intervento diretto dell'amministrazione nordamericana in Nicaragua ed ha diplomaticamente glissato su ogni tipo di dichiarazione dell'ambasciatore Trivelli.

Il giornalista Carlos Fernando Chamorro ha recentemente intervistato l'ambasciatore nordamericano Paul Trivelli e le sue dichiarazioni hanno ricevuto l'immediata risposta di Daniel Ortega, creando un clima ancora più conflittuale e preoccupante a soli sette mesi dalle elezioni presidenziali.
Di seguito l'intervista tratta dalla trasmissione "Esta Semana" e le dichiarazioni rilasciate da Daniel Ortega il 28 marzo 2006.

* * * * *

CFCh: Lei viene identificato come uno degli attori quotidiani della politica nazionale che sta incidendo sempre di più sui dettagli della politica nicaraguense, non è questa una funzione inusuale per un diplomatico straniero?

PT: Credo che il lavoro di qualsiasi ambasciatore sia quello di spiegare la posizione del suo paese e del suo governo e quella dell'ambasciata, ed è quello che io tento di fare tutti i giorni.

Ma il fatto che lei menzioni con nome e cognome i personaggi della politica, fa capire da un lato che gli Stati Uniti stanno vetando determinati leader, e dall'altro, che pretende di trasformarsi in un elettore nella politica nicaraguense.

Quello che stiamo tentando di fare è appoggiare il processo democratico e dire alla gente che in questo paese, in questo processo elettorale, ci sono forze antidemocratiche e forze democratiche.
Io credo che sia una cosa naturale per noi, perché la politica estera degli Stati Uniti ha molto a che vedere con la difesa della democrazia, sia qui, in Iraq, o in qualsiasi altra parte...

Io ricordo, per esempio, nell'epoca dell'ambasciatore Maisto, dell'ambasciatore Lino Gutiérrez, quando lei era qui come diplomatico, l'ambasciatore non si riferiva in questi termini ai politici nicaraguensi. Che cosa è cambiato?

Specialmente dalla visita del Sottosegretario Zoelick, in ottobre, stiamo tentando di parlare in modo diretto affinché la gente capisca bene quali siano le nostre decisioni ed io credo che sia importante, affinché non ci siano dubbi su quale sia il nostro pensiero.

Quando lei dice "diretto", la percezione è che gli Stati Uniti pretendano microamministrare i dettagli della politica, dicendo: "Alemán no, Ortega no". Perché in Nicaragua agite in questo modo ed in altri paesi no?

Io credo che lo facciamo allo stesso modo, se ci sono forze antidemocratiche. Stiamo identificando e questo perché in questo paese ci sono forze che noi non consideriamo democratiche. E' semplicemente un dato di fatto.

Che cosa succederebbe se l'ambasciatore del Nicaragua negli Stati Uniti o quello della Francia dicesse: "Non siamo d'accordo con il tal candidato alla presidenza negli Stati Uniti perché è vincolato ad atti di corruzione avvenuti ai più alti livelli", oppure "perché ha partecipato a una politica che consideriamo immorale, basata su bugie come l'intervento in Iraq"?

Bene, negli Stati Uniti esiste la libertà di espressione e io credo che non succederebbe niente.
La gente da fuori critica i governi degli Stati Uniti ed i nostri politici tutti i giorni. È un dialogo con loro, così è la democrazia.

Quando lei parla del "sinvergüenzómetro della politica nazionale", non Le sembra che stia andando un po' più in là di quella che dovrebbe essere una funzione diplomatica normale?

Io credo di no. Io sto semplicemente guardando i fatti, quando ci sono episodi di corruzione. Nel caso del signore Alemán, ad esempio, non stiamo facendo speculazioni. Questo signore è stato incolpato di atti di corruzione e quindi riferirsi a lui dicendo che è un carcerato, un corrotto, vuol semplicemente dire la verità.

Tuttavia, quando si chiede alla popolazione cosa ne pensa della politica degli Stati Uniti nel mio paese - e questo lo confermano i sondaggi -, considera che è un atto di ingerenza e che sta perfino debilitando il presidente Bolaños e le istituzioni democratiche del paese.

Bene, vediamo che cosa dicono i sondaggi politici o qualsiasi altra cosa. Io non smetto di difendere la democrazia, e questo è parte della nostra politica e continuerà ad essere parte della nostra politica.

Il due aprile il PLC selezionerà il suo candidato presidenziale. I precandidati dicono che il dottor Alemán continua ad essere un leader del partito, e che dopo la selezione del candidato gli Stati Uniti accetteranno il candidato ed il PLC...

Come Governo o Ambasciata non siamo abituati ad accettare qualunque candidato, quella è una cosa di un partito ed è una decisione degli elettori nicaraguensi. Quello che io posso dire è che, a mio giudizio, un PLC che continua ad essere dominato da Arnoldo Alemán non fa parte del processo democratico.

In fondo, per voi, è una questione di interessi? Agli Stati Uniti, per quello che io posso capire, quello che più interessa è che Daniel Ortega non vinca le elezioni.

Il nostro motto è che ci sia un processo democratico e che qui trionfi una delle forze democratiche, questo è importante. Esiste una specie di bivio. Il Nicaragua ha l'opportunità di avvantaggiarsi con cose come il Cafta, come la Cuenta del Milenio. Quello che ha fatto il presidente Bolaños è di incominciare a costruire uno Stato moderno, democratico, attraverso il suo lavoro contro la corruzione e la sua conduzione del governo. Io credo che tutti i nicaraguensi vogliano - è il prossimo passo - avere una vera democrazia che funzioni ed un'economia che funzioni per tutti.

Ma la politica degli Stati Uniti è basata su principi o su interessi? Molta gente pensa che alla fine potreste trovare un accordo con Alemán per evitare che vinca Ortega...

Io credo che il PLC lo pensi, ma noi non approveremo mai e non vediamo positivamente un candidato o un partito che abbia riferimenti diretti con Arnoldo Alemán, la sua famiglia, la sua cupola o chiunque venga designato da lui.

Che cosa succede se Alemán verrà beneficiato da un'amnistia o dalla Corte di Appello e se ciò gli permetterà di iniziare a fare campagna elettorale in tutto il paese?

È una cosa che dipende dalle leggi locali, ma come ho detto molte volte, a nostro giudizio, ed io credo a giudizio di molte persone che amano la democrazia, un'amnistia non è conveniente per questo paese. In realtà stanno parlando di un'amnistia abbastanza generalizzata, per una quantità di persone che sono stati funzionari pubblici per quasi una decade e che avrebbero un'impunità totale.

La famiglia Alemán dice che se gli Stati Uniti hanno prove dei delitti che sono attribuiti all'ex presidente, dovrebbe presentarle o processarlo negli Stati Uniti. Tuttavia, quello che vediamo è che c'è un processo a Panama. Gli Stati Uniti hanno interessi specifici in questo processo?

Ovviamente abbiamo interessi: che si faccia in qualsiasi caso giustizia. Io ho capito che lì il Procuratore Generale di Panama e le Corti stanno lavorando orando in modo molto professionale.
Ma voi dovete anche ricordare che negli Stati Uniti abbiamo congelato denaro della famiglia Alemán, ed abbiamo restituito al Nicaragua 2.8 milioni di dollari. Ci sono altri 600 o 700 mila dollari che sono stati congelati per un caso in Oklahoma. E c'è anche un altro caso civile che sta continuando nel sud della Florida. Allora, semplicemente, esiste un'evidenza e ci stiamo già muovendo contro di lui.

Lei diceva che gli Stati Uniti vogliono appoggiare la nascita e il sostegno a forze democratiche nel nostro paese. Questo significa che state lavorando affinché si produca un'alleanza, una coalizione di queste forze antisandiniste?

Sarebbe comodo e più conveniente che tutte le forze democratiche si uniscano il più possibile, ma questa è una cosa su cui devono lavorare le forze politiche del paese. Noi, come stranieri, non possiamo forzare la situazione, ma quando uno rivede le scorse elezioni di questo paese, la storia politica di questo paese, si rende conto che esiste una tendenza per le forze democratiche ad unirsi prima delle elezioni.

Per voi, il fatto che siano antisandiniste le rende automaticamente democratiche?

Io credo che qui non si tratta tanto di sandinismo o antisandinismo. Io credo che uno deve vederlo come "pattista ed antipattista" e quest'ultima è essenzialmente l'alleanza che sarebbe più utile per le elezioni.

Fino ad oggi i caudillos continuano a prevalere. Questo significa un fallimento della politica degli Stati Uniti?

No, quando io vedo i sondaggi, vedo che la gente del Nicaragua sta favorendo una nuova via per questo paese, il sostegno che sta emergendo ai candidati non pattisti è abbastanza forte. Io credo che il popolo nicaraguense capisca che per avere un'economia moderna, per avere un sistema politico moderno, deve lasciare dietro sé la storia del caudillismo.

I sondaggi indicano anche che i due partiti sono controllati dai caudillos, in questo momento hanno una leadership molto forte per poter vincere la maggioranza dei deputati nell'Assemblea Nazionale, il patto continuerebbe lì…

Ma manca ancora molto tempo a novembre. Si tratta di educazione civica, affinché il popolo nicaraguense capisca chi appartiene a quale partito, quali sono i suoi programmi, quali sono i suoi progetti. Vediamo che cosa succede. Non c'è dubbio che ci sono partiti che hanno una grande struttura per fare politica, ma quando uno vede i sondaggi, vede una tendenza molto importante che dice che la gente sta cercando altre alternative.

Che cosa succederebbe se uno dei candidati, benché non sia il favorito degli Stati Uniti, viene inibito prima di entrare al processo elettorale, come reagireste?

Io credo che non solamente noi, ma tutta la comunità internazionale, avremmo grandi problemi rispetto alle inibizioni. Creerebbe dei grandi dubbi su tutto il processo elettorale e metterebbe in forse la loro credibilità. È sommamente importante che le elezioni del 2006, non siano solo trasparenti, giuste ed includenti, ma che non contemplino delle inibizioni provocate da motivi politici.
Senza questo tipo di elezioni includenti e pulite, qualsiasi governo che ne esca vincitore, non avrebbe credibilità interna e nemmeno internazionale e questa è una cosa che devono capire i caudillos politici

Quando lei si siede nella sua Ambasciata degli Stati Uniti e osserva la politica nicaraguense, esiste una linea, un limite, che Lei individua come linea che non può attraversare o non esistono limiti?

Ci sono sempre dei limiti, mi immagino. Io sono un diplomatico. Ma io credo che è parte del mio lavoro essere abbastanza attivo in questo paese, affinché la gente abbia ben chiaro quale sia la nostra politica. Nel bene o nel male, qui abbiamo una storia ed una relazione abbastanza stretta.
Per esempio, ci sono per lo meno mezzo milione di nicaraguensi che vivono negli Stati Uniti, ci sono trasferimenti di denaro di questa gente verso il Nicaragua ed io ho sentito cifre che vanno dai 500 ai 700 milioni di dollari all'anno.

Proprio per questi vincoli, quando lei sente un settore importante della popolazione del Nicaragua che dice: "Vogliamo rispetto, vogliamo un Ambasciatore che si mantenga dentro gli standard diplomatici e che non superi quella linea, perché sta intervenendo in cose che "non gli corrispondono", come reagisce?

Per prima cosa, io credo che parlare non è intervenire. Secondo, quando io cammino per questo paese, ovunque sia, non hai idea della quantità di gente che si ferma e parla con me, e mi dice: "Guardi, signor Ambasciatore, la ringrazio per tutto quello che lei ha detto sul mio paese."

E' aperto anche ad ascoltare le critiche ed ad ascoltare il rifiuto della gente alla quale non piace quello che Lei fa?

Ovviamente. Io leggo i giornali e vedo la televisione tutti i giorni, e sì ci sono molte critiche. Ma io credo che se noi, gli Stati Uniti, stiamo dicendo la verità, benché a volte la verità sia crudele, dobbiamo continuare sulla stessa linea.

Gli Stati Uniti hanno detto molte volte che non gli piacerebbe che Daniel Ortega ottenesse la Presidenza della Repubblica. Che cosa succederebbe se il Frente Sandinista vincesse le elezioni in modo pulito, senza trucchi e senza trappole? Come reagirebbero gli Stati Uniti?

La nostra politica si applica in tutti i paesi nel mondo, siamo disposti a cooperare con governi nuovi in qualunque paese del mondo. Primo, che sia stato eletto democraticamente e secondo, che governi democraticamente e cioè se portano avanti una politica economica sensata e sono disposti a cooperare con noi sul tema della Sicurezza. Siamo pronti a lavorare con qualunque Amministrazione che rispetti questi requisiti.
Per esempio, in America Latina ci sono buoni esempi di vari governi di centro-sinistra con cui abbiamo buone relazioni: Cile, Argentina, Brasile, Uruguay, eccetera. E' la stessa politica con tutti.

Il Frente Sandinista, a parte la sua retorica, ha sostenuto l'approvazione del Cafta ed ha appoggiato l'approvazione di leggi complementari al Cafta, questo è un segnale per gli Stati Uniti?

Io mi congratulo con tutta l'Assemblea per aver approvato queste leggi. L'Assemblea non stava facendo un favore a noi, stava facendo un favore al popolo nicaraguense, perché questo accordo, questo Trattato di Libero Commercio è sommamente importante per il futuro economico del paese.


Le reazioni di Daniel Ortega (parte del testo inviato dalla Secretaría de Comunicación del FSLN)

"L'ambasciatore yankee che sta qui dovrebbe pensare di più alle assurdità che commettono nel suo paese, perché, proprio due giorni fa, c'è stata una marcia di più di un milione di latini a Los Angeles, per il crimine che sta commettendo Bush, di volere andare contro gli immigrati.
E come sono arrivati negli Stati Uniti gli antenati di Bush? Gli antenati di Bush non sono originari degli Stati Uniti. Ora Bush dice che discende dai Pellerossa, dalle comunità originarie di quelle terre!
Vuole dire che ha sangue indigeno? No. Gli antenati di Bush, di Reagan, quello che hanno fatto è di sterminare i padroni di quelle terre!
Sono dei criminali, dei genocida e che questo sia chiaro a questo insolente e chiacchierone di Trivelli, che abbiamo qui come ambasciatore. Questo ambasciatore chiacchierone che, tutti i giorni, sta dicendo assurdità. Da dove sono arrivati gli antenati di Trivelli? Sono arrivati dall'Inghilterra, dall'Italia, non so da dove, a sterminare gli indigeni. Sono dei criminali!
Sì, Trivelli, i tuoi antenati sono dei criminali, dei ladri, che hanno rubato le terre agli indigeni; i più grandi ladri che hanno rubato le terre a tutti gli indigeni! Gli antenati di Trivelli, di Bush, di Reagan.
E Trivelli? Che cosa mi viene a parlare di onestà, se è un corrotto? Il suo paese è stato costruito a colpi di furti, di saccheggi, di crimini. Questa è la verità! E lì ci sono le popolazioni latine… con tutto il diritto!
Se qualcuno ha il diritto di emigrare in terra nordamericana, siamo noi latinoamericani! Perché apparteniamo, veniamo, e noi sì che abbiamo…sangue indigeno! Ed abbiamo il diritto di percorrere tutte queste terre...


(Risposte alle domande dei giornalisti)

...Siete ladri, Trivelli, voi e tutte le vostre famiglie siete dei ladri! Sì, Trivelli, siete ladri ed avete rubato le terre agli indigeni! E, non solamente avete rubato le terre ai padroni di quei territori, ma avete rubato anche terre al Messico e avete rubato la vita a milioni di latinoamericani. Siete corrotti, ladri, sfacciati, Trivelli, questo è quello che siete!


Si dice che questo Ambasciatore sia il più estremista tra quelli che sono stati in Nicaragua. A cosa crede sia dovuto?

Il Governo è responsabile, perché permette che questo insolente venga ad irrespettarci. Vorrei vedere l'Ambasciatore del Nicaragua dando una dichiarazione come questa negli Stati Uniti.
Lo buttano subito fuori!


Si sente chiamato in causa dalle dichiarazioni e dai commenti che l'ambasciatore fa davanti alla stampa nazionale?

No, io mi sento indignato! Perché è una mancanza di rispetto per il Nicaragua e bisogna difendere la dignità della Patria! È il colmo che venga questo uomo e che tutti i giorni stia parlando in questo modo. Bisogna esigergli rispetto! Altrimenti che se ne vada al diavolo (que se vaya al carajo)!
Qui la cosa più importante è che bisogna difendere la dignità del Nicaragua! Non si può continuare a permettere che questo ambasciatore yankee continui a parlare in questo modo, calpestando la dignità del Nicaragua. Bisogna rimettere al suo posto questo yankee!


(domanda non decifrabile)…
Il Nicaragua ha ricchezze, ha risorse naturali, risorse umane, capacità e bisogna risollevare tutto questo! Bisogna unirsi all'America del Sud, cercare l'unità latinoamericana e difendere un commercio equo con gli Stati Uniti. Sono sicuro che il popolo nordamericano sia a favore di un commercio equo.

Note: traduzione di Giorgio Trucchi

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