Nicaragua: primo incontro tra bananeros e la Dole
Il 2 maggio 2006 potrebbe essere una data molto importante per i bananeros nicaraguensi ammalati a causa del ripetuto contatto con il pesticida Nemagón, prodotto, distribuito e applicato nelle piantagioni di banane del Nicaragua e di molti altri paesi dell'America latina e del mondo.
Dopo la conferenza stampa dello scorso marzo, la multinazionale Dole e la Asotraexdan (uno dei gruppi di bananeros più importanti e numerosi), hanno concordato l'inizio ufficiale di riunioni esplorative per poter arrivare a breve termine a negoziazioni vere e proprie.
Durante il primo incontro svoltosi a Managua e durato per circa quattro ore, le parti hanno iniziato a stendere l'agenda di lavoro ed a definire gli strumenti che reggeranno le negoziazioni stesse.
Al primo incontro ha partecipato la multinazionale nordamericana Dole, rappresentata dal suo Vicepresidente Michael Carter, la Asotraexdan, rappresentata dai suoi principali dirigenti, il Governo e la società civile, rappresentata dal Centro Nicaraguense de Derechos Humanos (Cenidh), il CISAS e il Centro Humboldt.
In un'intervista telefonica, il presidente e portavoce di Asotraexdan, Victorino Espinales e il responsabile della Area de Incidencia del CISAS, Denis Meléndez, hanno raccontato quanto avvenuto in questo primo importante appuntamento.
<Come si è svolto questo primo incontro esplorativo tra bananeros e la multinazionale Dole?
DM: la Dole si è presentata con una posizione molto dura e rigida. Il Vicepresidente Carter ha immediatamente ribadito e l'ha ripetuto più volte, che la multinazionale mantiene come principale richiesta l'abrogazione della Legge 364 e la sospensione immediata di tutti i processi e denunce in corso. La posizione della Dole legava evidentemente l'inizio delle negoziazioni ad una soluzione previa di questi punti.
Questa posizione ha creato non pochi problemi perché proponeva, fin dall'inizio dell'incontro, una soluzione finale e non la discussione dei termini per iniziare una negoziazione.
Chi era presente all'incontro?
DM: oltre ai bananeros e alla Dole erano presenti il Governo, la Procura della Repubblica e la società civile con le principali organizzazioni che hanno accompagnato la lotta dei bananeros (Cenidh, Cisas e Centro Humboldt). A partire dalla prossima riunione ci sarà anche la presenza della chiesa cattolica ed evangelica e probabilmente, della Asamblea Nacional.
Come avete affrontato questa posizione intransigente della Dole?
VE: alla fine di una lunga discussione siamo riusciti ad ottenere che questi aspetti della legge e delle denunce non si affrontino adesso, ma solo alla fine delle negoziazioni. Era importante far capire loro che si doveva partire dai punti su cui esiste un consenso, iniziare la negoziazione e lasciare alla fine i punti su cui esistono grosse divergenze e contrasti tra le parti.
Se per la Dole questi sono i punti fondamentali, noi dovremo essere capaci di utilizzarli al momento giusto.
Abbiamo quindi iniziato a creare e definire le basi delle negoziazioni stesse. Si è stabilito che si manterranno due incontri settimanali e che le negoziazioni non potranno durare più di quattro mesi.
Ti è sembrato che esistano sufficienti margini di negoziazione?
DM: per essere stato solo un primo momento esplorativo mi sembra che il risultato sia positivo. E' chiaro che la Dole vuole tornare a investire nel paese, anche in relazione al Cafta e che le danno fastidio i processi che sono iniziati in varie parti del mondo.
Quali saranno i contenuti delle prossime riunioni?
VE: durante il prossimo incontro ci siamo accordati che presenteremo tutti i casi delle persone ammalate che fanno parte della Asotraexdan, i documenti con i quali queste persone ci hanno delegato a rappresentarli durante le negoziazioni e si inizierà a controllare questa lista e a definire i metodi per accertare la loro reale condizione di ammalati a causa del Nemagón. Chiederemo che qualsiasi tipo di esame clinico sia a carico della Dole e svolto presso laboratori decisi da entrambe le parti.
Nel terzo incontro si potrebbe già iniziare a parlare dell'ammontare degli indennizzi.
Come ti è sembrato il ruolo svolto dalla società civile?
DM: per il momento mi sembra che abbia contribuito ad ampliare i termini del dialogo. La Dole continua a sostenere che il DBCP non ha provocato alcun danno alle persone, mentre ovviamente noi sosteniamo il contrario. Per non impantanarsi su questa discussione, Cisas e Cenidh hanno chiesto ufficialmente alla Dole che sarebbe necessario che, in vista di nuovi investimenti nel paese, l'impresa cominci a ipotizzare un tipo di produzione "pulita", senza l'utilizzo di chimici e quindi di tipo "organica".
Qual è stata la loro risposta?
DM: hanno detto che in varie parti del mondo hanno già iniziato questo tipo di esperienza e che sono disposti a iniziare una serie di ricerche ed indagini per effettuare questo tipo di produzione in Nicaragua.
Ci siamo anche accordati che per la prossima riunione presenteranno il loro "Codice di Condotta e Responsabilità Sociale" che apparentemente stanno già utilizzando.
Lo stesso Michael Carter ha anche invitato la società civile a partecipare direttamente alle negoziazioni e non solo con una funzione di osservatrice.
Sappiamo perfettamente chi abbiamo di fronte e per questo ci stiamo muovendo con molta attenzione.
La negoziazione sta coinvolgendo solo Asotraexdan come gruppo di bananeros. Si è parlato anche degli altri gruppi?
VE: la Dole ha detto che resta aperta la porta per tutte quelle persone che attualmente fanno parte di altri gruppi, ma ha anche specificato che dovranno essere rappresentate da loro dirigenti e non da avvocati.
Il Cenidh e il Cisas sono stati delegati dalle parti presenti a questo primo incontro per contattare gli altri gruppi di bananeros e verificare un loro eventuale interesse a sommarsi al processo appena iniziato.
Qual è stata la reazione della stampa?
DM: in questa prima riunione non è stata invitata la stampa, ma a partire dalla prossima abbiamo accordato che ogni settore coinvolto nelle negoziazioni nominerà un proprio portavoce ufficiale, il quale sarà l'unico autorizzato a rilasciare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali.
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