Messico: di nuovo allerta rossa
I fatti.
Tutto è iniziato a causa degli incidenti fra polizia statale e federale e commercianti ambulanti avvenuti a Texcoco e San Salvador, località a una trentina di chilometri dalla capitale Città del Messico, nelle quali vivono e lavorano molti gruppi aderenti al Fronte dei Popoli Uniti in Difesa della Terra, movimento che ha sempre sostenuto la Otra Campana degli zapatisti.
I lavoratori, tutti ambulanti che vendono fiori e piante prodotti nei loro terreni sui marciapiedi del mercato di Belisario Dominguez, sono stati aggrediti e in seguito sgomberati, perché il presidente municipale di Texcoco pensa che siano deleteri all’immagine della città stessa. La gravità degli incidenti ha causato la morte di un giovane ambulante di 14 anni e il ferimento di 12 poliziotti. Uno di loro sarebbe in gravi condizioni. E ci sono stati anche molti arresti. Fra loro il leader del Fronte dei Popoli Uniti in Difesa della Terra, Ignacio del Valle, che insieme ad altre 31 persone ha varcato i cancelli delle carceri dello stato di Mexico.
I motivi.
Con gli scontri, iniziano anche le polemiche. Un banale sgombero può causare un allarme rosso? Pare proprio di sì. Secondo quanto affermato da testimoni, lo spazio gestito dagli ambulanti servirebbe alla Wal Mart (una notissima multinazionale) per costruirvi un enorme centro commerciale. Quindi non ci sarebbe nessun motivo sociale alla base dello sgombero, bensì un mero problema economico.
La Commissione Sesta (il nucleo trainante della “Otra Campana) si è quindi mobilitata in difesa della popolazione di Atenco e Texcoco, annunciando piena solidarietà e proclamando l’allerta rossa.
Il sub Comandante Marcos, in veste di delegato Zero, è stato durissimo: “Come Commissione Sesta ci dichiariamo in allerta. Sono state già dichiarate in allerta rossa le truppe dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e da adesso saranno chiusi i caracoles e i municipi autonomi ribelli zapatisti. A partire da questo momento è attivo il nuovo comando nell'Ezln. Qualunque cosa mi succeda -spiega Marcos- è già pronto chi prenderà le nuove ed eventuali decisioni. Noi zapatisti oggi siamo Atenco”.
Stop alla “Otra”.
La Otra Campana si ferma, quindi, fino a data da destinarsi. Marcos è in attesa di sapere i nuovi sviluppi della situazione. Nel frattempo le notizie che arrivano sono abbastanza sconvolgenti. Di certo si sa che il delegato Zero non ha apprezzato il modo in cui la notizia è stata riportata dei media messicani (in particolar modo TeleAzteca) che, a gran voce, hanno chiesto l’intervento dell’esercito federale per cercare di riportare l’ordine nella regione. Anche per questo Marcos ha voluto dare un segnale forte a tutta la comunità che sostiene la campagna dal basso per il basso, dichiarando: Invitiamo tutti a fare riunioni per settore, per regione, come ritenete opportuno e a concordare queste azioni. Come Commissione Sesta cancelliamo tutte le nostre partecipazioni nelle attività programmate fino a data da destinarsi e siamo in attesa delle indicazioni del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra. Se ci sarà bisogno là della nostra presenza, ci andremo. Erano anni che una simile dichiarazione non usciva dalla bocca del Sub Comandante che ha anche specificato: Atenco non può restare solo, non interromperemo queste azioni e questa situazione fino a che non ce lo diranno i compagni e le compagne del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra. Non prenderemo in considerazione nessuna informazione che non arrivi direttamente da loro. Per noi, tutti coloro che formano il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra sono l'Altra Campagna in quelle terre. Rispetteremo le loro decisioni. Arriveremo fino a dove loro ci diranno di arrivare. Sono stati chiari nelle loro richieste: liberazione immediata dei detenuti e ritiro totale della forza pubblica che sta invadendo le loro terre.
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