Latina

Dal Guatemala alla Colombia : la Penetrazione regionale dell’Oro e delle Munizioni.

Studio del fenomeno che lega interessi per lo sfruttamento minerario, traffico di droga e militarizzazione in Mesoamerica
14 maggio 2006
Sandra Cuffe (Sandra Cuffe lavora con Rights Action (Derechos en Accion) un’organizzazione che promuove e supporta lo sviluppo delle comunità, dell’ambiente e dei diritti umani in America latina)
Tradotto da per PeaceLink

Questo articolo analizza il ruolo della militarizzazione come parte del controllo del territorio, delle risorse naturali e delle persone e solleva dubbi sulla cosiddetta guerra al traffico di droga nei distretti minerari. E’ stato tracciato un confronto tra il Piano Colombia (Plan Columbia) e la situazione attuale nella regione dei giacimenti d’oro di S. Marco, Guatemala.
A S. Marcos, la stessa regione dove la gente di Sipakapa resiste alla compagnia di estrazione mineraria canada – statunitense, Glamis Gold’s Marlin, la partecipazione delle forze militari statunitensi in cerca di armi e delle suffumicazioni del raccolto del papavero da oppio, è stata recentemente annunciata come parte del Piano Maya Jaguar.
Così come il terrorismo sembra abbondare attorno ai campi di petrolio, i peggiori covi del traffico di droga sono localizzati dove si trovano i più forti interessi minerari. Qualunque sia il pretesto, le recenti notizie dagli altipiani di S. Marcos in Guatemala giustificherebbero riflessioni su ciò che sta dietro la militarizzazione e le cosiddette iniziative di integrazione regionale, che equivalgono a niente di più che alla continuazione del processo storico di sfruttamento e controllo nella Mesoamerica: controllo del territorio, controllo delle risorse, controllo delle Persone.
Marlin: Territorio Indigeno Minerario a S. Marcos.
Nei comuni degli altipiani di San Miguel Ixtahuacán and Sipakapa, a San Marcos, è stato insidiato l’infame Marlin project, una miniera d’oro che fino alla fine dello scorso anno è stata sfruttata dalla Montana Exploradora, S.A. una succursale della compagnia mineraria transnazionale, canada –statunitense Glamis Gold Ltd. Supportata dalla Banca Mondiale e dai governi del Guatemala e del Canada, gli affari continuano come sempre nonostante la forte opposizione a livello nazionale, regionale e locale, che ha raggiunto il suo culmine con lo schiacciante rifiuto degli abitanti di Sipakapa di scavare le miniere nel loro territorio, espresso in un processo di comune consultazione che ha avuto luogo il 18 giugno del 2005.
Com’è sottolineato in una dichiarazione datata 4 marzo da Sipakapa, che è stata fatta circolare e sostenuta da numerose organizzazioni (¹Chiediamo la chiusura della miniera Marlin ¹), “lungi dall’essere un elemento limitato alla sola popolazione maya sipakapense e ai Mam di S. Marco, la miniera coinvolgerà l’intera regione occidentale degli altipiani del Guatemala poiché quest’area è stata destinata a diventare un distretto minerario.
Secondo il Ministero dell’Energia e delle risorse Minerarie (MEM), fatti svelati da Luis Solano e dal Central American Inforpress Report, nella sola regione degli altipiani di S. Marcos ci sono attualmente 16 licenze minerarie (una per progettazione, 14 per l’esplorazione, una per lo sfruttamento) accanto a queste altre 3 licenze per l’esplorazione sono in pendenza. Undici comuni di S. Marcos sono direttamente coinvolti , tra questi Tacanà, Ixchiguán and Tajumulco.
Cronaca della Pronosticata Ricerca di Armi
Il 7 marzo il quotidiano Siglo Veintiuno pubblicò un articolo ('Nella cornice del Piano Maya Jaguar, l’EEUU si inserisce in appianamenti ') in cui il Ministro dell’Interno Carlos Vielmann annuncia il ¹sostegno¹ delle forze militari statunitensi alle ricerche organizzate da varie istituzioni governative nazionali a Tajumulco, a San Marcos. Gli obiettivi annunciati delle azioni erano il disarmo della popolazione, l’eliminazione dei raccolti di papavero da oppio e risolvere il problema sia del traffico di droga che del conflitto territoriale tra Tajumulco and Ixchiguán.
Secondo la relazione, a causa dell’opposizione della popolazione locale, le forze militari guatemalteche e statunitensi non poterono fare ingresso a Tajumulco e stazionarono lungo la strada fuori dalla città conducendo inutili ispezioni in cerca di armi sui veicoli di passaggio. Nonostante ciò vale la pena riflettere su uno stesso tema sottolineato da un recente comunicato del Fronte Nazionale per la Difesa dei Servizi Pubblici e delle Risorse Naturali ( ¹Più cara la cura che la malattia¹): “Prima di tutto anche se non fossero coinvolte truppe straniere è francamente abbastanza assurdo annunciare anticipatamente il luogo in cui si svolgeranno le ricerche, perché questo mette in allerta tutti quelli che hanno da nascondere qualcosa e gli permette di occultarlo in qualunque altro posto.”
È inoltre utile dare un’occhiata alla menzione della risoluzione del vecchio conflitto territoriale decaduto tra Tajumulco e il comune attiguo di Ixchiguan come un obiettivo dell’intervento militare. Secondo lo stesso articolo di Siglo Veintiuno, a causa di un’ingiunzione di sfratto dello scorso febbraio nel villaggio Once de Mayo, a Ixchiguán, zona interessata dal crescente conflitto territoriale, nello stesso villaggio “ fu istallata una stazione ausiliaria di forze congiunte ( 95 poliziotti e 50 soldati) con l’ordine di proteggere gli abitanti e continuare a vigilare sulla conservazione e la custodia di ogni proprietà che poteva essere a rischio.”
Forse questi erano i medesimi ordini che sottostavano al brutale e mortale intervento delle forze militari e della polizia a Nueva Linda? Queste forze proteggeranno la gente di Sipakapense garantendo la vigilanza conservazione e la custodia di ogni proprietà che potrebbe essere a rischio a causa delle compagnie minerarie? Vigileranno sugli indigeni e sulle comunità i cui territori sono a rischio a causa dei proprietari terrieri e delle società transnazionali?
Una cosa certa è che in Guatemala le forze congiunte hanno svelato il loro impegno finalizzato alla salvaguardia delle proprietà. Ciò fu evidentemente chiaro l’ 11 gennaio 2005, quando assassinarono Raúl Castro Bocel, un indigeno locale di Kaqchikel che aveva partecipato alla protesta a Los Encuentros, Sololá, bloccando il trasporto di un cilindro destinato alla miniera Marlin. Più di un migliaio di soldati e centinaia di agenti di polizia vigilavano sul cilindro, mentre in una conferenza stampa nella capitale il presidente guatemalteca Berger dichiarava “dobbiamo proteggere gli investitori.”
Glifosato – “Usare con Precauzione”
Accanto alla ricerca di armi a Tajumulco, gli ultimi mesi hanno testimoniato dicerie sul cosiddetto ¹aiuto¹ dell’esercito americano sia in termini di personale che in termini di piccoli velivoli e altri equipaggiamenti per le suffumigazione dei raccolti del papavero da oppio negli altipiani di S. Marcos. Nonostante l’impatto negativo di queste suffumigazione sull’ambiente , altri raccolti e beni continuano ad essere documentati, le reazioni alla notizia sono state molto scarse.
Il 16 febbraio di quest’anno sul El periodico ('Combatteranno le coltivazioni di papavero per via aerea a S. Marcos '), il giornalista Luis Angel Sas, citò il Ministro dell’Interno Carlos Vielmann a proposito delle imminenti suffumigazioni. Vielmann dichiarò che stavano aspettando l’arrivo dei velivoli dagli Stati Uniti per cominciare le suffumigazioni con il Glifosato su 200 ettari di terra. Annunciò che i raccolti di papavero da oppio erano stati identificati nei comuni di Tajumulco e Tacanà durante un breve volo sulla regione il venerdì prima. Il capitano della Polizia Civile Nazionale, Erwin Sperisen dichiarò come avvertimento che se vegetazione o altri raccolti per uso proprio “sono trovati all’interno delle piantagioni di papavero saranno inevitabilmente infettate.”
Nello stesso articolo Erwin Sperisen, capo dell’unità di Norme e Regolazioni del Ministero dell’Agricoltura e del Bestiame, sottolineò che l’uso del Glifosato è permesso ma che “è consigliabile usarlo con precauzione. È un elemento chimico che agisce per contatto e attacca direttamente la radice delle piante. Non causa danno agli uomini.” Sotto la sua responsabilità, Sas spiegò inoltre che in Colombia, dove il Glifosato e gli stessi tipi di velivoli sono usati per suffumigare la cocaina e i raccolti dei papaveri da oppio, c’erano state parecchie denunce riguardo all’impatto delle suffumigazioni sulle persone, come vomito, emicranie, mal di stomaco, diarrea e probabili effetti a lungo termine come cancro e malformazioni nei neonati.
Infatti il 13 giugno 2003, Il tribunale Amministrativo Supremo della Cundinamarca, la seconda carica più alta della Colombia, dichiarò che le suffumigazioni al Glifosato per estirpare le piantagioni di cocaina e i raccolti di papavero da oppio, viola i diritti collettivi per un ambiente sano ed ecologicamente equilibrato e per la sicurezza e la salute pubbliche. Sia il Consiglio di stato che la Corte Costituzionale avevano già bandito le suffumigazioni nei territori indigeni a mezzo di sentenze, richiedendo l’adempimento del Piano di Direzione Ambientale richiesto dal Ministero dell'Ambiente. Queste decisioni hanno regolato precedenti importanti, ufficialmente riconoscendo i rischi e gli effetti di suffumigazioni di Gliphosato su salute, ambiente e diritti civili. Tuttavia, il 14 giugno 2003, in una violazione autentica del sistema giudiziario del proprio paese, il presidente colombiano Alvaro Uribe ha annunciato che durante il suo mandato, le suffumigazioni continueranno. In un'altra occasione ha aggiunto che si opponesse alle suffumigazioni nel paese, sarebbe considerato un simpatizzante di terrorismo.
Delle poche opinioni che sono state rese al pubblico nel Guatemala, sembra che persino le organizzazioni che non hanno temuto di criticare la posizione del governo su altre questioni come le estrazioni minerarie abbiano fatto scena muta a proposito delle suffumigazioni. Poche organizzazioni hanno preso una posizione e nessuna ha messo in discussione i programmi. Senza negare il forte potere ed il controllo che i cartelli del traffico di droga esercitano, né il fatto che è probabile che il governo accuserà i detrattori delle suffumigazioni di sostenere il traffico di droga, è verosimile che nessuno abbia dubbi se chiedere all’esercito americano di agevolare i depositi di Glifosato sui raccolti delle comunità, inquinando negativamente il loro ambiente e la loro salute, è realmente il miglior modo di combattere il traffico di droga?
Qualche tempo prima quest’anno, il 19 febbraio, lo stesso tema fu sostenuto in un articolo di Prensa Libre (¹Tajumulco ed Ixchiguán, presi di mira¹) che annunciava le imminenti suffumigazioni nei comuni di Tajumulco ed Ixchiguán. Il nuovo tema apparve sulla pagina iniziale dello stesso giornale il 2 marzo (‘Trasferimento di anfetamina’) citando, accanto alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno riguardo all’urgente necessità di un’operazione antidroga su grande scala a S. Marcos, il direttore del Dipartimento per il Programma Antidroga americano, Antonio Ariaz su una recente relazione sull’argomento e sulla sua “paura” che il traffico di droga “renda i confini del Guatemala vulnerabili all’attacco del traffico di droghe chimiche.” Ciononostante, secondo i resoconti dei mezzi d’informazione, le piante di papavero da oppio sono comprate, trasportate fuori dal paese e raffinate in laboratori in Messico; per cui è irresponsabile riportare la paura del traffico di droghe chimiche (spaccio di droga) come giustificazione per le suffumigazioni dei raccolti del papavero (produzione).
Plan Maya Jaguar – Fumigazioni, Armi e Cianuro?
Sia le ricerche a Tajumulco che le suffumigazioni annunciate in molti comuni di S. Marcos, fanno parte del Plan Maya Jaguar, un programma di forze congiunte tra il Guatemala e le forze militari americane presumibilmente con l’obiettivo di combattere il traffico di droga in Guatemala.
Formulato in Guatemala nel 1998, il Plan Maya Jaguar è stato ampliato parecchie volte da quando le prime forze congiunte si diffusero per il paese. Allo stesso tempo, il Southern Command ha anche diffuso il cosiddetto piano “umanitario,” a breve durata Nuovi Orizzonti (Nuevos Horizontes) in Guatemala, un progetto militare americano che è stato denunciato in molti paesi dell’America Latina, essendo un tentativo di fornire una copertura accettabile alle forze militari, in modo che le comunità si potessero abituare alla presenza di truppe straniere. Infatti, è così che Victor Manuel Gutiérrez descrive il Plan Maya Jaguar nel suo articolo (‘Il Guatemala: gli Stati Uniti e la nostra politica’) spiegando che il Piano rende questa occupazione (militare) ufficiale e permette lo spostamento delle forze militari straniere e degli apparati dell’intelligence per tutto il nostro territorio senza controllo alcuno.”
Il 6 dicembre 2005, il Congresso nazionale approvò un decreto per prolungare il Plan Maya Jaguar fino al 2008 a seguito di un’ulteriore dilazione del Piano per tutto il 2005. Dacché il Plan Maya Jaguar fu all’inzio stabilito, lo fu per tutto il Guatemala; tuttavia, tutte le dichiarazioni sulle attività congiunte del Piano sono state localizzate operativamente specificatamente nella zona degli altipiani di S. Marcos.
Nel suo comunicato, il Fronte Nazionale di Lotta in Difesa dei Servizi Pubblici e delle Risorse Naturali chiese specifiche sulla localizzazione dell’intervento militare: “Perché (le forze militari) vengono proprio a S. Marcos, distretto in cui la popolazione di uno dei suoi comuni, in una consultazione aperta e plebiscitaria ha dimostrato la sua dignità, rifiutando lo sfruttamento e l’esplorazione mineraria? Che cosa seguirà a questa corsa interventista? La distruzione dei laboratori a Rio Hondo a Zacapa?”
Forse ci sarà un differente pretesto (forse è il nascondiglio di Osama?) per Rio Hondo, dove lo scorso anno la popolazione, in un’altra meravigliosa dimostrazione di dignità, rigettò il progetto di una diga idroelettrica sul loro territorio in una consultazione cittadina inizialmente circoscritta. Qualunque cosa possa accadere a Rio Hondo, non è una coincidenza che la zona che è stata posta sotto assedio militare è precisamente la regione in cui è pianificato un distretto minerario.
Come ha ricapitolato Infopress nel prologo del recente libro di Luis Solano (Guatemala, petrolio e estrazioni minerarie nelle entrate del potere) “ le industrie per l’estrazione sono state obiettivo mondiale dell’intelligence militare, dato che due delle più ricercate materie prime – petrolio e oro - sono chiavi fondamentali nel modello di riproduzione del sistema capitalistico.” In più, hanno notato “ dei capitali investiti in queste industrie, c’è stato un flusso che ha finanziato il sostegno al terrorismo contro lo Stato.”
Plan Columbia, Adesso Diretto in una Comunità Vicino a Voi.
È chiaro che la militarizzazione dei distretti minerari non è un fenomeno unico a S Marcos. Infatti questo modello è stato il promotore di altri ben conosciuti a Izabal, lì dal 1960 al 1980 la International Nickel Company (INCO che a quel tempo controllava la EXMIBAL) insieme a una serie di dittature repressive tentò di proseguire l’affare minerario a tutti i costi. Comunque nonostatnte la militarizzazione caratterizzi il fenomeno minerario in tutto il mondo, vale la pena soffermarsi sull’esempio colombiano per il parallelo con il tema droga.
Oltre a questo legame, è inoltre degno notare che negli scorsi anni sono stati molti i segni di collegamenti più vicini fra la Mesoamerica e la Colombia, ora più che mai con la nomina della Colombia come paese con condizione 'di osservatore 'nel Plan Puebla Panama. Inoltre, ci sono frequenti operazioni di forze militari congiunte che coinvolgono la Colombia, gli Stati Uniti e i paesi dell’America Centrale sottoforma di forze di “sicurezza” congiunte di cui fanno parte, naturalmente, i militanti del traffico di droga e i terroristi. Infatti, durante la recente visita del Presidente colombiano Uribe in Guatemala lo scorso gennaio, i due governi hanno sottoscritto un Trattato di Sicurezza e hanno deciso di formare una commissione binazionale per scambiarsi informazioni e coordinare le azioni all’interno della struttura della ¹lotta¹ globale contro il traffico di droga.
Secondo il comunicato del CERIGUA, durante la sua visita nel Paese, Uriba dichiarò che “ nell’eventualità che il Guatemala potesse negoziare la sua inclusione nel ¹ Plan Columbia¹ per l’assistenza americana per combattere il traffico di droga e gli altri problemi di sicurezza, le autorità del governo Guatemalteco possono contare sulla collaborazione della Colombia.”
Nell’accordo di cooperazione militare come il Piano Colombia, si misero in priorità le zone per l’estrazione mineraria e lo sfruttamento dell’petrolio rispetto alla cosiddetta lotta al traffico di droga,” spiegò il presidente dell’Unione dei lavoratori delle compagnie minerarie dello stato della Colombia (SINTRAMINERCOL) Francisco Ramirez alla presentazione dell’organizzazione colombiana CENSAT. Il Piano Colombia probabilmente combatte la droga ma ciò che fa è posizionare gruppi militari e paramilitari che proteggeranno le infrastrutture per lo sfruttamento minerario e del petrolio delle compagnie nord americane ed europee.
“Una cosa su cui puntare l’obiettivo è che come parte del Piano Colombia sarebbero state create tre basi antidroga. La prima nel sud della Bolivia, un’apparente base antidroga che protegge un campo di petrolio appartenente alla famiglia Bush, una miniera che i piccoli minatori stanno contendendosi con la AngloGold and Conquistador Gold Mines, e l’oleodotto della Oxy's Caño Limón Coveñas. A nord di Santadere e a Tolima (sono localizzate le altre due basi) è la stessa storia.”
In questo libro “Il Profitto dello Sterminio” Ramirez dettaglia alcune delle più atroci violazioni dei diritti umani nei distretti minerari fino al 2002, per esempio gli assodati 535 omicidi e più di 35 mila persone spostate dalle operazioni paramilitari colombiane e americane nel sud della Bolivia, sede di una della basi create per “combattere il traffico di droga.”
Ramirez sottolinea che da quando il governo di Alvaro Uribe è salito al potere, un indigeno è assassinato ogni 5 giorni, maggiormente nelle aree dello sfruttamento delle risorse naturali.
“Nei distretti minerari, in media dal 1995 al 2002, ogni anno ci sono stati 828 omicidi, 142 sparizioni, 117 feriti, 71 persone torturate, 355 minacce di morte e 150 detenzioni arbitrarie. Ci sono anche stati 433 massacri,” continua Ramirez.
Una Guerra, Tante Facce
Sebbene questi dettagli dalla Colombia, dove un aperto conflitto continua da decenni, potrebbero essere paragonati più alla situazione in Guatemala negli anni 80 che a quella odierna, gli effetti psicologici e sociali dell’intervento militare o solamente la presenza militare nel contesto attuale non possono essere scartati come non lo può essere l’efficienza di una guerra lampo.
“Hanno programmato la nostra morte, ci hanno studiati, quando avevamo l’oro, quando avevamo le risorse minerarie, hanno studiato la nostra psicologia, come reagiremo,” enfatizza il dott. Juan Almendares del Mother Earth Movement di Honduras durante la presentazione del gruppo di lavoro di Resistenza all’Industria Mineraria alla V Settimana per le Diversità Biologiche e Culturali, un evento mesoamericano tenutosi a Colotenango, Huehuetenango, Guatemala, il 6-9 marzo scorsi.
Nelle scorse settimane in Guatemala ci sono state denunce e preoccupazioni in reazione alle notizie rivelate dall’ Inforpress' Central American Report del 3 marzo ( Le imprese canadesi iniziano la ricerca dell’uranio) riguardanti due licenze per esplorazioni minerarie garantite dal MEM il 16 gennaio alla Gold-Ore Resources, una compagnia multinazionale canadese che ha agito per anni in America Centrale. Secondo il sindacato della Gold-Ore insieme alla Pathfinder Resources e la Santoy Resources, altre due compagnie con base a Vancouver, hanno esplorato in cerca di uranio in America Centrale almeno dal 27 gennaio del 2005, quando fu rilasciata una pubblicazione che annunciava la formazione del sindacato.
La localizzazione esatta di queste esplorazioni non è stata nota fino al 16 febbraio 2006, quando il sindacato annunciò in un altro annuncio stampa che le compagnie stavano esplorando in cerca dell’uranio nella città di Esquipulas nel distretto di Chiquimula, dove le due licenze coprono adesso il 32%( 169 km2 del territorio comunale). Secondo l’articolo di Infopress il vice ministro per L’energia e le Risorse Minerarie, Jorge Garcia ha dichiarato che “non sapeva del progetto per l’esplorazione dell’uranio (sebbene) quando ha visto una copia delle licenze ha espresso la sua preoccupazione in merito.” Garcia non è l’unico che avrebbe dovuto preoccuparsi. Secondo i fatti ricostruiti da Solano e Infopress, la questione non riguarda solo l’esplorazione dell’uranio a Esquipulas, ma anche le tante licenze di esplorazione mineraria garantite in quasi dieci distretti del Guatemala per i minerali incluso il gruppo platino e/o rari minerali di terra. Molte di queste licenze sono sparse per le zone collinari di S. Marcos inclusi i comuni di Tacaná, Ixchiguán and Tajumulco.
“Queste compagnie cercano oro ma anche minerali strategici. Ma non hanno avuto interesse nel rivelarlo fino ad ora con la decisione di renderlo pubblico in Guatemala. Dal Chapas al Costa Rica siamo Paesi con risorse strategiche” spiega il Dott. Almendares.
“Siamo importanti per la Guerra.”
La Diabolica Trinità - CAFTA, PPP and Plan Maya Jaguar
Nonostante sia chiaro che la militarizzazione e le industrie minerarie vadano a braccetto, è bene anche menzionare che sono legate ad altre iniziative regionali come il Central American Free Trade Agreement (CAFTA) and Plan Puebla Panama (PPP). Continuando ad utilizzare l’industria mineraria come esempio si può notare come i differenti aspetti dell’integrazione regionale si completino l’un l’altro come strumenti di una strategia per il controllo regionale.
"Plan Maya Jaguar, insieme al Plan Puebla Panama e il Central American Free Trade Agreement, costituiscono una diabolica trinità” dice il Fronte Nazionale di Lotta nel suo comunicato. “Tutt’e tre insieme formano un articolato schema perverso: CAFTA per ciò che riguarda l’aspetto economico, il PPP per le infrastrutture e il Plan Maya Jaguar per la componente militare.”
In realtà il CAFTA non rappresenta solo l’aspetto economico; molto di più rappresenta il consenso internazionale dei poteri neo-coloniali che stabiliscono politiche nazionali e internazionali e leggi in favore delle corporazioni transnazionali. In tutto il mondo i governi del Canada e degli Stati Uniti e istituzioni multilaterali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale unitamente alle stesse compagnie transnazionali, hanno diretto una serie di legislazioni per lo sfruttamento minerario e di riforme politiche definendone il contenuto in linea con il modello neoliberale.
“Il giro di influenze per la ratificazione delle leggi è stata una delle più comuni forme di impunità delle compagnie transnazionali coinvolte” denuncia Infopress nel suo prologo al libro di Solano.
L’Accordo per il Libero Commercio ha ratificato e garantito questa impunità contenuta nelle istanze che trattano del ‘diritto’ di investire e dei rispettivi tribunali sopranazionali, istanze per cui sono previste serie conseguenze per le entità governative che tentino di cambiare qualcosa che pregiudichi gli investimenti. È anche interessante che mentre è stato attivato un movimento internazionale in opposizione al filo americano CAFTA, il Canada – sede di molte delle compagnie minerarie mondiali – ha negoziato per anni un Accordo di Libero Scambio con quattro Paesi dell’America Latina: Guatemala, El Salvador, Honduras and Nicaragua.
In compenso, il Plan Puebla Panama consiste di una serie di iniziative regionali per la costruzione e l’integrazione delle infrastrutture di cui necessitano le corporazioni transnazionali. L’industria mineraria richiede ingenti quantità di acqua e di energia, buone autostrade che conducano direttamente nelle zone d’interesse. Tutti questi aspetti sono componenti chiavi del PPP, che integra le infrastrutture secondo la logica del commercio internazionale, degli affari e degli investimenti in una serie di progetti finanziati dall’Istituto Internazionale delle Finanze. Alla fine sono prestiti che graveranno sulle future generazioni della Mesoamerica.
“Il PPP è un piano strategico per la circolazione e il commercio di beni materiali, ma anche di risorse (acqua, generi ecc.) E questo sempre comporta una strategia militare” spiega il Dott. Almendares a Colotenango. “La lotta contro le industrie minerarie si insinua all’interno di una struttura strategica militare e di geopolitica.”
Le corporazioni transnazionali non guadagneranno niente con tutte le leggi, le infrastrutture o addirittura il controllo del territorio e delle risorse, se non controllano anche le Persone. Così utilizzando ancora una volta l’esempio della Colombia, Francisco Ramirez descrive la militarizzazione come la terza fase “ per dare un responso militare a chiunque si opponga allo sfruttamento minerario.”
Nel caso degli altipiani di S. Marcos la conclusione qui è che l’obiettivo del Plan Maya Jaguar sia proprio questo.

Note: traduzione di Oriana Cassaro per www.peacelink.it

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