Latina

Guatemala: dalla terra nasce un seme di speranza - Parte Seconda

20 giugno 2006
Padre Ottavio Sassu

Nella precedente comunicazione vi abbiamo raccontato l'appoggio dato ai contadini nella lotta per la legalizzazione e regolarizzazione della terra. Eusebio, uno dei due procuratori giuridici della parrocchia, presentò la situazione della terra nel Petén, il lavoro della Chiesa a favore dei contadini, i risultati ottenuti e i problemi incontrati nel difficile processo.
In questa intervista con Emilio, promotore agricolo della parrocchia, vogliamo informarvi sull'impegno che stiamo portando avanti in questo campo. Ottenuto il titolo di proprietà del terreno per i nostri contadini è di vitale importanza l'appoggio per un utilizzo appropriato dello stesso terreno. Come diceva Eusebio nella precedente intervista, "dobbiamo aiutare i contadini a valorizzare la terra in vista di uno sviluppo economico e sociale, a sfruttarla nel modo migliore, invece di venderla al primo acquirente".
Ascoltiamo Emilio che ci parla del programma agricolo della Chiesa del Petén e delle attività che egli stesso sta coordinando nella nostra parrocchia.

Come è sorto il Programma Agricola del Vicariato Apostolico del Petén? Quali sono stati i primi passi?

Ricordo quando partecipavo alle riunioni con i catechisti, gli agenti di pastorale e gli animatori delle varie comunità. Sempre ripetevano: «come contadini abbiamo un problema. Alcuni posseggono un pezzo di terra, molti altri si devono accontentare di averla in affitto. In ogni caso non sappiamo lavorarla, abbiamo bisogno che qualcuno ci insegni come far produrre la terra». Da questa esigenza nacque l'impegno del Vicariato nella promozione agricola.
Si iniziò nel 1993 con le parrocchie di LA LIBERTAD e SAYAXCHE’; poi si aggiunsero altre cinque, fra cui Dolores. La prima fase fu di preparazione tecnica dei contadini previamente scelti dalle comunità. Durò 6 anni e furono formati complessivamente 179 promotori agricoli, di cui dieci della nostra parrocchia. La seconda fase fu l'applicazione del programma nei terreni dei rispettivi promotori agricoli e delle altre persone che nel frattempo chiedevano consulenza e appoggio ai promotori.
Attualmente il Vicariato Apostolico vuole estendere il programma a tutte le 15 parrocchie del Petén, ma non lo può fare perché mancano i fondi. Fortunatamente la nostra parrocchia, grazie agli aiuti che riceve dall'Associazione "Amici del Guatemala", sta appoggiando fortemente questo lavoro ed io sono contento di offrire la mia collaborazione.

Quali sono le finalità che caratterizzano il Programma Agricolo?

Prima di tutto cercare di rispondere alla richiesta degli agenti di pastorale, cui ho accennato prima ("abbiamo bisogno che qualcuno ci insegni come far produrre la terra"). Vogliamo aiutare i contadini a cambiare la forma tradizionale di coltivare la terra, che non sia solo per il mais e i fagioli, perché questo non ci permette di uscire dalla povertà. La coltivazione di prodotti alternativi e diversificati permette di migliorare l'alimentazione familiare e di promuovere una agricoltura sostenibile, come fonte di sviluppo per le stesse famiglie.
Il sogno è che da questa esperienza si arrivi alla commercializzazione dei prodotti, che sarebbe davvero un mezzo importante per migliorare la vita di noi contadini. Per raggiungere tale traguardo si richiede una forte organizzazione comunitaria, che allo stato attuale non esiste. Dobbiamo lavorare molto per aiutare questo processo.

Quali attività state portando avanti nel programma agricolo di Dolores?

Nel Centro Poliformativo parrocchiale impartiamo corsi al gruppo di 15/20 contadini che hanno accettato la proposta del programma. Con loro e altre persone interessate, nel terreno del Centro, svolgiamo pratiche di coltivazione, che servono anche come dimostrazione per le persone che in occasione di altre riunioni frequentano lo stesso Centro.
Attualmente abbiamo 4 ettari di coltivazione di canna da zucchero, 4 ettari di platanos (banane), 22 mila piantine di ananas, 5 ettari di piante da frutta: tutto questo in comunità dove esistono gruppi organizzati. Ottanta famiglie di 4 comunità vengono beneficiate con l'allevamento di galline. I primi gruppi della canna da zucchero hanno già ricavato zucchero e miele con l'apposita macchina comprata dal programma della parrocchia.

Puoi dirci qualche risultato ottenuto nella promozione agricola della parrocchia? Quali problemi e debolezze si presentano?

Le famiglie che fanno parte del programma sono coscienti di lavorare per migliorare la dieta alimentare e cercare mezzi che promuovano un minimo di sviluppo, nel rispetto dell'ambiente. Questo è un punto molto importante della proposta che stiamo portando avanti a livello di Vicariato Apostolico.
Concretamente: la gente che ha ricavato miele e zucchero è contenta perché non deve comprarli nel negozio; le famiglie che allevano le galline non devono comprare né galline né uova per il consumo familiare. Prima non ho detto che abbiamo seguito alcuni gruppi nella coltivazione di verdure: chiaramente hanno approfittato dei loro prodotti. Piantando i platanos, gli ananas e gli altri alberi da frutta constatavo la gioia dei contadini pensando già ai benefici che riceveranno.
Uno dei problemi che riscontriamo è che nella nostra parrocchia poca gente ha potuto legalizzare il terreno. Molte famiglie si trovano in terreno comunale e possono riceverlo solo in affitto; altre vivono dentro aree protette, e solo è possibile qualche progetto d'accordo con il governo e con una forte organizzazione comunitaria. Altra difficoltà: ci sono istituzioni che promuovono una agricoltura "immediatista" (risultati immediati), con utilizzo di elementi chimici: questo danneggia la visione ecologica del nostro programma.
Per quanto riguarda i punti deboli: non tutte le famiglie che stanno nel programma pongono il dovuto interesse. Da parte mia incontro difficoltà negli spostamenti da un luogo all'altro e l'impegno con la parrocchia attualmente è di otto giorni completi al mese".

Che possiamo sperare per i nostri contadini dal programma agricolo della parrocchia?

Mi ci metto anch'io, perché sono contadino. La speranza è che possiamo migliorare la nostra vita. Che proseguendo nel programma, alimentiamo la fiducia che noi stessi possiamo cambiare le cose, possiamo trovare alternative alla povertà che ci condanna. Con Padre Ottavio stiamo pensando di potenziare un progetto di frutticoltura. Abbiamo deciso di fare un vivaio di piantine diversificate nel terreno del Centro Poliformativo. Finalmente, che si possa realizzare il sogno di costituire a Dolores una organizzazione campesina per coordinare le attività di coltivazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Sei soddisfatto del lavoro di promotore agricolo? Come valuti la tua esperienza?

Mi sento felice perché, grazie alla parrocchia, ho potuto mettere in pratica tutto quello che ho ricevuto nei lunghi anni di formazione. Sono contento perché sto lavorando con le famiglie campesine, cosa che altre persone che lo desiderano non lo possono fare. Spero che Dio mi dia più conoscenza e capacità per continuare nel servizio della mia gente.
La mia esperienza la valuto con il lavoro svolto nel campo. A volte ho passato momenti difficili, perché le attività non sempre hanno avuto successo (muoiono galline, pomodori che non danno il raccolto sperato, qualche piantina si secca…). Però posso dire che i contadini hanno fiducia in me (anche Padre Ottavio…), e questa è la migliore valutazione che posso fare della mia attività nel programma agricolo della parrocchia di Dolores.

Grazie, Emilio, per la disponibilità e l'entusiasmo nel portare avanti il tuo lavoro. Grazie per il tempo che hai dedicato ai nostri amici italiani raccontando le varie attività che svolgiamo per aiutare i contadini. Sono sicuro che da parte loro continuerà tutta l'amicizia e la solidarietà che hanno sempre dimostrato.

Note: Padre Ottavio appartiene all'Associazione Amici del Guatemala.
AMICI DEL GUATEMALA-ONLUS
Piazza Madre Teresa di Calcutta, 1 - 53100 Siena
tel. 328-4097118
amiciguatemala@yahoo.it
www.amiciguatemala.it

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