Latina

Nicaragua: firmato Contratto Aziendale in Coca-Cola FEMSA

dopo mesi di proteste l'impresa cede alle pressioni internazionali e dei lavoratori
21 giugno 2006
Intervista di Giorgio Trucchi (Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org - www.itanica.org)


Nel febbraio scorso, i lavoratori della Coca-Cola FEMSA avevano nuovamente denunciato le continue violazioni ai loro diritti umani, lavorativi e sindacali ed avevano minacciato lo sciopero generale.
Dopo lunghi mesi di negoziazioni e tensioni, la lotta dei lavoratori e la pressione internazionale hanno fatto sì che il Sindicato Unico de los Trabajadores de Industria Nacional de Refrescos S. A. - Coca Cola FEMSA (SUT Coca-Cola) riuscisse a firmare un nuovo Contratto Aziendale con l'impresa.

Abbiamo conversato con Daniel Reyes Sánchez, Segretario Generale del SUT - Coca Cola, per conoscere gli avvenimenti che hanno portato a questo importante risultato per i lavoratori organizzati.

Quattro mesi fa la situazione tra i lavoratori affiliati al sindacato e l'impresa era molto tesa e si profilava la possibilità di uno sciopero generale. Che cosa è successo dopo?
Dopo l'Assemblea generale del 19 febbraio, dove abbiamo cambiato il nome della nostra rappresentanza sindacale per adeguarci al cambiamento di ragione sociale dell'impresa e ci siamo preparati per un eventuale sciopero generale, abbiamo continuato a mantenere aperta la porta del dialogo con l'impresa e con il Ministero del Lavoro (MITRAB), per cercare un avvicinamento e un intendimento.
I punti più importanti riguardavano il trattamento riservato al personale ed i licenziamenti ingiustificati che l'impresa stava facendo.
Nel mese di maggio siamo riusciti a chiudere un capitolo molto difficile che era quello degli "Incarichi di Fiducia". L'impresa aveva sempre preteso che le persone che rientravano in questa "qualifica" non potessero affiliarsi al sindacato e questo non era definito nel vecchio Contratto e creava molta confusione.
Per non creare eccessivi contrasti prima dell'inizio delle negoziazioni, alla fine abbiamo accordato che i prevendedores (consulenti di vendita) venissero assimilati a questa figura di "Incarichi di Fiducia".

Quali sono gli elementi che hanno obbligato l'impresa a frenare i comportamenti antisindacali e repressivi ed a cercare un accordo con i lavoratori?
Ci sono stati vari fattori. È stato determinante l'appoggio solidale che abbiamo ricevuto da parte della Unión Internacional de los Trabajadores de la Alimentación (UITA) attraverso l'informazione che è stata pubblicata e diffusa a livello internazionale, delle lettere e delle proteste formali. Altri fattori sono stati la denuncia pubblica che è stata fatta in Nicaragua e la denuncia fatta presso la Commissione Lavoro della Asamblea Nacional. Infine è servito anche l'atteggiamento del Ministero del Lavoro, che ha fatto pressione sull'impresa affinché si giungesse ad un accordo con il sindacato.
Questi fattori hanno avvicinato le posizioni e migliorato la relazione.

Quando è iniziata la negoziazione per il nuovo Contratto Aziendale?
Abbiamo iniziato il 18 di maggio e lo abbiamo firmato il 14 di giugno. Quasi un mese di lavoro e di negoziazione molto tesa e difficile, ma che ci lascia abbastanza soddisfatti. L'impresa ha dichiarato di avere intenzione di mantenere buone relazioni con il sindacato e che farà il possibile affinché questa nuova relazione si mantenga nel tempo. Per il momento vogliamo darle fiducia, credere a quanto dice e che davvero possa instaurarsi una buona relazione tra l'impresa ed i lavoratori ed in effetti dobbiamo riconoscere che a partire dal mese di febbraio non ci sono più stati licenziamenti.

Quali sono i punti più significativi del nuovo Contratto?
Abbiamo la parte economica che include tutti gli aspetti relazionati al salario, al pagamento del viatico, dell'alimentazione, le uniformi, il trasporto, eccetera.
Abbiamo inoltre tre clausole molto delicate che siamo riusciti a inserire e che hanno un'importanza fondamentale per tutti i lavoratori.
Una errata applicazione o interpretazione di queste clausole avrebbe potuto aprire la porta a una valanga di licenziamenti ed è per questo motivo che la negoziazione di questi punti ha portato via molto tempo per arrivare ad un consenso e per non lasciare spazio ad un loro uso incorretto da parte dell'impresa.
Giusto per avere un'idea, in sette giorni abbiamo firmato 69 clausole ed il resto della negoziazione si è svolta su queste tre clausole.

Di che clausole si tratta?
Le tre clausole riguardano gli "Incarichi di Fiducia", la "Soluzione di Divergenze" e la "Giurisdizione Sindacale" (Fuero Sindical) e danno molte garanzie agli iscritti al sindacato aziendale.

Quali sono i contenuti?
Per quello che riguarda gli "Incarichi di Fiducia" è stata regolamentata la materia e malgrado queste persone non possano affiliarsi al sindacato, abbiamo ottenuto che in caso di applicazione dell'articolo 45 (licenziamento ingiustificato), i lavoratori possano godere di vari benefici.
Con la clausola 14, "Soluzione di Differenze", viene sottoscritto dalle parti che se per qualsiasi motivo l'impresa volesse licenziare un lavoratore iscritto al sindacato aziendale, si dovrà obbligatoriamente formare la Commissione Bipartita e solo questa Commissione avrà il potere decisionale. In caso di mancanza di consenso tra le parti, si dovrà ricorrere all'istanza superiore che è il MITRAB, affinché dia la sua opinione. Inoltre non si lede il diritto del lavoratore affiliato di poter difendere da solo i suoi diritti quando è convinto che glieli stanno violando.
La "Giurisdizione Sindacale", oltre ad essere riconosciuta dalla Costituzione e dal Codice del Lavoro, è stata inserita nel Contratto Aziendale e garantisce che i membri in esercizio della Giunta Direttiva del sindacato aziendale non potranno essere licenziati senza una causa giustificata e ci vorrà anche il consenso del MITRAB.

Si sono ottenuti aumenti salariali?
Non siamo riusciti ad ottenere aumenti salariali veri e propri, ma solo che la compagnia effettuasse un adeguamento dei salari in base alla perdita di valore del Cordoba nei confronti del dollaro.
Questo adeguamento verrà fatto il 1 aprile di tutti gli anni.
C'è quindi stato un certo recupero del potere d'acquisto del salario, ma non un vero aumento.
La compagnia ha imposto ciò che stimava più conveniente e noi chiaramente non ci sentiamo soddisfatti. Nonostante questo, l'importo totale del nuovo Contratto è passato da 25 milioni di cordobas ad oltre 28 milioni grazie ai vari benefici che abbiamo ottenuto per i lavoratori.
Attualmente gli affiliati al sindacato aziendale sono 420 dei 717 lavoratori complessivi. Siamo anche riusciti a portare il salario minimo a 3.180 cordobas (circa 182 dollari).

Altri punti importanti di questo Accordo?
Un altro aspetto importante è stato dare continuità al Contratto, ottenendo una durata di due anni e garantendo ai lavoratori la loro stabilità economica e lavorativa.
L'avere firmato questo Contratto ha allentato la tensione che esisteva tra le parti, ma questo non vuole dire che tutto sia risoluto perché comunque, visto i precedenti, continuiamo a non fidarci fino in fondo dell'impresa. Per ora le diamo il beneficio del dubbio ed un po' di tempo per vedere se questa volta, dimostrerà davvero di rispettare quello che ha firmato. Se così non fosse si ritornerebbe ad una situazione di grande tensione.

Che ruolo ha giocato il MITRAB in questa risoluzione del conflitto?
Per essere sinceri ci sentiamo delusi dall'atteggiamento del MITRAB, in quanto ha avuto un comportamento ambiguo. Non si è definito come autorità per dire alle parti ciò che considerava corretto o scorretto. L'unica cosa che ha fatto è stata quella di dire che le andava bene quello che le parti avrebbero deciso e non ha avuto il coraggio di dire all'impresa che stava violando la legge o dare una sua opinione durante la negoziazione.

La firma del Contratto è stato di aiuto in qualche modo per il caso di Rolando Calero, il lavoratore che ha subito un grave infortunio sul lavoro e che è stato licenziato dall'impresa?
Non si è potuto fare niente e nemmeno risolvere la situazione attraverso il sindacato, poiché l'impresa non ha voluto reintegrarlo nel suo posto di lavoro. Il suo caso e quindi passato nelle mani dei giudici del Tribunale del Lavoro ed una volta che esce dall'ambito dell'impresa ed arriva fino in Tribunale, come sindacato non possiamo fare più niente. La cosa positiva è che sta ricevendo una pensione dalla Previdenza Sociale e stiamo aspettando la sentenza del Tribunale.

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