Guatemala: Blocchi stradali e occupazioni delle terre, le comunità indigene tornano a lottare
Le etnie indigene dell'ovest del paese che organizzano blocchi stradali e i medici in sciopero stanno tenendo in scacco da alcuni giorni il governo di centro-destra di Oscar Berger.
La protesta indigena è iniziata lo scorso venerdì con il blocco di un tratto della "Ruta Interamericana" e, secondo i portavoce delle comunità, oltre cinquantamila persone hanno partecipato attivamente alla sollevazione che sembra ben lontana dal trovare una soluzione. I manifestanti, che appartengono ai 48 cantoni componenti il dipartimento indigeno di Totonicapàn, hanno inviato una delegazione delle comunità a Città del Guatemala per cercare una via di dialogo con il Congresso, anche se le dichiarazioni del direttore della Policìa Nacional Civil non sono affatto concilianti: se gli indigeni non libereranno in fretta il tratto conosciuto come "Cuatro Caminos" rischiano di essere sgomberati con la forza.
Nata per contestare l'innalzamento improvviso delle tariffe elettriche (distribuita dalla società spagnola Uniòn Fenosa), la protesta si è ben presto estesa anche ad altri problemi fondamentali che affliggono le comunità indigene, a partire da una maggiore assistenza sanitaria, resa difficile principalmente dal mancato rifornimento dei mezzi necessari per lavorare negli ospedali, oltre che dal consueto disinteresse governativo verso i popoli indigeni.
Alle comunità in lotta si è aggiunto quindi lo sciopero dei medici, che chiedono fin dalla scorsa settimana al governo del presidente Berger il rispetto degli accordi presi. Il presidente guatemalteco però ha risposto minacciosamente, promettendo di ordinare l'immediato licenziamento dei camici ribelli nel caso in cui decidano di proseguire con lo sciopero ad oltranza: "i problemi del sistema sanitario non si risolveranno con i licenziamenti", hanno dichiarato gli scioperanti.
Il governo non deve soltanto affrontare i picchetti stradali e la determinazione dei medici, ma l'occupazione delle terre nel municipio di El Estor, dove un gruppo di 150 famiglie contadine si è stabilito con l'appoggio e la solidarietà della Conic (Coordinadora Nacional Indigena Campesina).
L'11 Agosto le famiglie hanno ricevuto la visita di alcuni membri del municipio, a cui hanno partecipato alcuni dirigenti della Conic che, insieme ai campesinos, hanno spiegato le motivazioni che hano spinto la comunità a migrare, oltre che cogliere l'occasione per denunciare la presenza provocatoria di alcuni poliziotti e dei delegati dell'impresa Cgn, precipitatasi a verificare se l'occupazione si era stabilita in terre di sua proprietà.
L'occupazione delle terre, unita al blocco della "Ruta Interamericana" a ovest, avviene proprio in occasione della "Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni", commemorata dalle organizzazioni sociali dei dipartimenti di Alta Verapaz, Baja Verapaz e Petén alla presenza delle etnie Q'eqchi, Poqomchi, Achì e Kakchiquel.
Apertasi con la cerimonia maya nel Calvario de Cobàn,luogo ritenuto sacro dai popoli indigeni, la "Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni" è servita anche per parlare del "Programma de Lucha contra las exclusiones" ed è stato proiettato un video in cui si racconta della lotta di dieci villaggi nella zona di Sipacapa contro lo sfruttamento delle miniere operato dalla multinazionale Montana.
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