Nicaragua: Elezioni 2006 - FSLN riceve appoggio politico internazionale
Managua è stata teatro della riunione della Conferencia Permanente de Partidos Políticos de América Latina y el Caribe (COPPPAL).
La COPPPAL venne creata nel 1979 su istanza del PRI messicano, attuando come spazio regionale che reagì contro le dittature militari imperanti in quegli anni ed attualmente è formata da circa 60 partiti, 19 dei quali occupano posizioni di governo nei propri paesi.
Durante lo svolgimento dell'attività, la COPPPAL ha reso pubblico il proprio riconoscimento e sostegno alFrente Sandinista (Fsln) ed al suo candidato, Daniel Ortega, per le prossime elezioni presidenziali del 5 novembre.
Il Presidente della COPPPAL, Antonio Cafiero, ha dichiarato ai mezzi d'informazione che "questo organismo solitamente dà il proprio sostegno ai partiti che ne fanno parte ed ai loro candidati.
L'unico caso in cui la COPPPAL non si esprime durante un processo elettorale è quando più partiti dello stesso paese sono membri dell'organismo, come avviene per esempio con il Messico.
Nel caso del Nicaragua, il FSLN è l'unico partito di questo paese che fa parte del nostro organismo ed è per questo che ci stiamo pronunciando e dando il nostro totale sostegno al Frente Sandinista ed al suo candidato Daniel Ortega".
La situazione a 53 giorni dalle elezioni
Durante le ultime settimane, il clima relativamente tranquillo di questo processo elettorale nicaraguense ha subito alcune impennate, che potrebbero dare inizio ad una "campaña sucia" (campagna sporca) tra i vari partiti, candidati ed attori esterni.
Gli ultimi sondaggi, non sempre molto attendibili, vedono il candidato del FSLN, Daniel Ortega, ancora al primo posto con circa il 30 per cento dei favori, seguito da Eduardo Montealegre della Alianza Liberal Nicaraguense (ALN) con un 24-25 per cento. Più staccati il candidato del Movimiento de Renovación Sandinista (MRS), Edmundo Jarquín, con il 16 per cento e il candidato del Partido Liberal Constitucionalista (PLC), José Rizo, con un 14 per cento. Molto lontano l'ex "Comandante Cero", Edén Pastora, che si presenta con Alternativa por el cambio.
E' importante ricordare che la riforma alla Legge Elettorale, effettuata grazie all'accordo congiunturale tra il FSLN ed il PLC nel 2000, permette ora la vittoria al primo turno del candidato che raggiungerà il 35 per cento dei voti, sempre e quando abbia un vantaggio di almeno il 5 per cento sul secondo. Se un candidato raggiungerà invece il 40 per cento dei voti, otterrà la vittoria indipendentemente dal risultato del secondo classificato.
In caso che nessuno raggiunga il 40 per cento e non abbia nemmeno un 35 per cento con 5 punti percentuali di vantaggio sul secondo, la Legge Elettorale prevede un ballottaggio tra i primi due classificati da effettuarsi entro un mese dalle prime votazioni.
Il Frente Sandinista è impegnato nella promozione di una Campagna basata sul tema della Riconciliazione nazionale e sulla diffusione dell'alleanza Unidad Nicaragua Triunfa.
Ha riattivato il lavoro con la base ed iniziato un fitto lavoro di visita "casa per casa" in tutto il Nicaragua (denominato il Pellegrinaggio), cercando in questo modo di accaparrarsi il voto "indeciso", il voto giovane (che quest'anno sembra sia quello che deciderà le sorti delle elezioni) e soprattutto per convincere quell'elettorato non militante, ma avverso al sandinismo.
Ha aperto le porte della Unidad Nicaragua Triunfa a centinaia di militanti, quadri intermedi e personalità molto conosciute delle altre forze politiche ed ha concluso un lungo cammino di riconciliazione con alcune delle figure più importanti e riconosciute della gerarchia della Chiesa cattolica.
In questa alleanza si possono trovare oggi membri del PLN con un passato spiccatamente legato alla dittatura somozista, ex comandanti della Contra e della Resistencia indigena miskita della Costa Atlantica (come Brooklyn Rivera e Stedman Fagoth), membri della Direttiva Politica della Contra, fuoriusciti dal MRS, ex deputati e sindaci del PLC, ex dissidenti come José Gonzalez (che aveva abbandonato il partito con Monica Baltodano nel 2000, criticando aspramente il "Patto" con Arnoldo Alemán) ed anche un candidato a Vicepresidente, Jaime Morales Carazo, che è stato il principale negoziatore della Contra e responsabile della Campagna elettorale che nel 1996 portò Alemán al governo.
Una strategia, quella del FSLN e soprattutto della moglie di Ortega, la poetessa Rosario Murillo, vera artefice di ogni dettaglio di questa Campagna, basata sul non accettare lo scontro, sul non rispondere alle provocazioni e sul non partecipare a nessun dibattito televisivo, privilegiando lunghe visite in tutti i Dipartimenti del Nicaragua e il contatto diretto con la popolazione.
Durante il discorso di chiusura della riunione della COPPPAL, Daniel Ortega, dopo aver illustrato i tentativi degli Stati Uniti e di parte della OEA di premunirsi di fronte ad una probabile vittoria del FSLN, gettando discredito sul Consejo Supremo Electoral e sul processo elettorale in corso (ha messo in dubbio la reale imparzialità degli osservatori internaizonali), ha toccato proprio il tema della "campaña sucia" che sta iniziando da parte della destra nazionale e dei mezzi di comunicazione.
"Ora un canale televisivo ha deciso di organizzare un dibattito televisivo senza consultare i candidati. Da buoni padroni che sono, hanno deciso chi saranno i moderatori, il giorno, l'ora, il posto e poi hanno fatto un annuncio pubblicitario invitando i candidati.
Ma cosa credono? La CNN e il Canal 2, questi signorini, si credono gli Dei del Nicaragua? E intanto un giornale (La Prensa) aveva già coordinato con loro un sondaggio in cui chiaramente risulta che la maggior parte dei nicaraguensi chiede questo dibattito.
A cosa servono questi dibattiti? E' chiaro, a favorire la destra. Durante questi dibattiti tutta la destra lancia solo attacchi contro la Unidad Nicaragua Triunfa e contro la mia persona. Continuano ad avere odio nei loro cuori e sono quelli che continuano a volersi scontrare e litigano tra di loro per erigersi ad avversari più forti per sconfiggere il Frente Sandinista e me.
Non serve partecipare a queste cose..."
La destra nicaraguense è invece sempre più divisa e a meno di colpi di scena dell'ultimo momento, non sembra essere in grado di riunificarsi per affrontare quello che considerano il "pericolo" sandinista.
Eduardo Montealegre, fuoriuscito dal PLC, ha fondato la Alianza Liberal Nicaraguense (ALN), mentre ilPartido Liberal Constitucionalista (PLC) ha scelto come candidato l'ex Vicepresidente della Repubblica, José Rizo.
Lo scontro fino ad oggi è stato estremamente aspro, accusandosi a vicenda di dividere il voto liberale e di star permettendo ad Ortega di diventare nuovamente Presidente del Nicaragua.
Montealegre gode di un gran appoggio da parte dell'Impresa privata (Cosep), del Governo Bolaños e degli Stati Uniti, i quali hanno cercato fino all'ultimo di riunire il voto della destra, polarizzare ancora una volta le elezioni ed impedire la vittoria del FSLN.
Banchiere, ex Ministro degli Esteri con Alemán ed ex Ministro del Tesoro con Bolaños, Montealegre non riesce ancora a farsi conoscere ed apprezzare nella zona rurale (dove si concentra il voto liberale e antisandinista) ed a nascondere la propria origine di "uomo della finanza", che ben poco ha a che fare con le masse più povere del paese.
Deve anche affrontare lo scandalo dei fallimenti bancari e dell'emissione dei Buoni del Tesoro (CENIs), che lo avrebbero arricchito in modo considerevole mentre occupava varie cariche statali e private.
José Rizo non sembra invece avere l'autorità e l'immagine vincente per poter riunire intorno a sé il voto liberale. Nonostante gli sforzi viene ancora considerato come il candidato scelto da Arnoldo Alemán ed è incapace di dimostrare la sua indipendenza dall'indiscusso leader del PLC.
Mal sopportato dal Governo e dagli Stati Uniti, ha iniziato una campagna elettorale con il motto "Nicaragua primero!" che stenta a decollare.
Da più parti si vocifera anche che sia stato proprio scelto in quanto "candidato perdente". Il sacrificio di Rizo per favorire la vittoria di Ortega aprirebbe le porte ad un'assoluzione per Arnoldo Alemán, condannato in primo grado a vent'anni di carcere ed in attesa da più di tre anni del processo d'Appello, che i giudici legati al FSLN si sono ben guardati dal eseguirlo prima delle elezioni.
A meno di due mesi dalle elezioni sembra ormai difficile che il voto della destra possa riunificarsi.
Troppi attacchi, offese, imboscate, ma soprattutto, unificare la destra vorrebbe dire che uno dei due candidati dovrebbe rinunciare al proprio desiderio di essere eletto e rimangiarsi quanto dichiarato fino ad ora sull'avversario.
Per Montealegre sarebbe un colpo alla sua immagine da cui difficilmente si riprenderebbe, dopo tanti mesi di attacchi al "Patto libero-sandinista" e alla corruzione di Alemán. Una capitolazione di Rizo vorrebbe dire una rivolta all'interno del PLC contro Alemán.
Il caudillo liberale, nonostante non abbia la forza di un tempo, non sembra però sull'orlo di un crollo così eclatante.
In ogni caso, è comunque probabile che un eventuale riunificazione della "famiglia" liberale non comporti un'unificazione automatica del voto. Lo scontro aspro di questo ultimo anno ha eroso non tanto la struttura dl PLC, ma la base, provocando separazioni e scontri molto spesso irreparabili a livello di militanza. Un cambiamento di rotta potrebbe anche portare ad un'alta astensione più che a un'unificazione del voto a favore di un solo candidato.
La Alianza MRS ha per ora saputo reagire molto bene alla morte improvvisa e traumatica del suo leader naturale Herty Lewites.
La perdita di voti e di consenso che si temeva non sembra essere avvenuta e i sondaggi vedono il candidato alla Presidenza, Edmundo Jarquín e il suo vice, il cantautore Carlos Mejía Godoy, ancora con un'ottima percentuale di consensi.
Difficile dire se effettivamente Jarquín avrá la possibilità di poter vincere queste elezioni.
Il MRS ha lanciato una campagna elettorale basata su messaggi molto chiari, originali e sempre nuovi, giocando sulla bruttezza del suo candidato ("El feo para una Nicaragua linda") e riproponendo sempre il legame con gli ideali e le speranze di Lewites.
Questa campagna ha sapientemente saputo far conoscere ed apprezzare un personaggio, Edmundo Jarquin, praticamente sconosciuto in Nicaragua e legato al mondo degli organismi finanziari internazionali (per 16 anni ha mantenuto una carica importante nel BID), cosa che poteva essere problematica se si pensa che il voto del MRS proviene soprattutto dalla militanza sandinista.
L'aver anche accettato, insieme alla ALN, l'intervento e il finanziamento diretto del Instituto Republicáno Internacional (IRI), organismo legato alla destra nordamericana più intransigente, per la formazione dei propri quadri che saranno presenti nei seggi per la difesa del voto, non ha certo giovato alla propria immagine.
Un ulteriore aspetto che forse sta creando più problemi che vantaggi è l'odio viscerale che traspare in ogni dichiarazione dei suoi membri contro Daniel Ortega. Un violenza verbale che alla lunga potrebbe dare proprio l'effetto contrario.
Comunque vadano le elezioni, il MRS rappresenta oggi e per la prima volta nella storia, un partito che potrebbe togliere molti voti al FSLN anche se, per il momento, non sembra avere lo stesso peso che avrà la divisione del voto della destra.
La cosa più probabile è che possa ottenere un buon risultato elettorale con un discreto numero di deputati in Parlamento.
Per quello che riguarda i programmi presentati dalle forze politiche, è da rimarcare una certa somiglianza nei contenuti più generali e sui grandi temi. Nessun candidato ha comunque fino ad ora spiegato dettagliatamente dove e come reperiranno i fondi necessari per concretizzare le proposte che stanno presentando alla popolazione, nè come si districheranno nel difficile rapporto con gli Organismi finanziari internazionali (Fmi e Banca Mondiale), che da 16 anni reggono le sorti del paese, imponendo l'intera politica economica e finanziaria del Nicaragua e intaccando anche la sua sovranità.
Tra i temi principali si possono ricordare il credito per i piccoli e medi imprenditori, investimenti per istruzione e sanità, offerta di posti di lavoro, soluzione della crisi energetica ed intervento per la produzione di alimenti.
Rispetto agli altri partiti, il FSLN ha forse a suo vantaggio il fatto di poter "offrire" un'alternativa reale alla dipendenza dagli Stati Uniti, grazie alle buone relazioni con numerosi paesi latinoamericani e alla possibilità di implementare il progetto del ALBA con Venezuela, Cuba e Bolivia.
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