Nicaragua, Vergognoso gioco elettorale
Alla fine l'hanno fatto. Per tutta la giornata, i movimenti della società civile che chiedevano ai deputati di non penalizzare l'aborto terapeutico, avevano presidiato la Asamblea Nacional.
Da alcuni giorni, forse però un po' in ritardo, numerose associazioni di medici, Ong nazionali e internazionali, la Procura per la Difesa dei Diritti Umani (PDDH), organismi di una certa rilevanza come Unicef, Save the Children, CEDAW delle Nazioni Unite e la stessa Ministra della sanità, avevano chiesto la sospensione della votazione e che per lo meno i deputati non prendessero una decisione così importante in un periodo preelettorale e senza aver minimamente ascoltato il parere della comunità medica e scientifica.
Fino ad oggi, infatti, gli unici interlocutori sono stati i membri dei gruppi anti abortisti e soprattutto, la gerarchia della Chiesa cattolica ed il settore evangelico, che hanno lanciato una vera e propria crociata, approfittando della vicinanza al voto e della disperata ricerca dei loro favori da parte della maggior parte dei partiti in lizza.
Dentro la Asamblea solo i movimenti anti abortisti - Fuori, sotto il sole, la protesta della società civile
Che cosa c'era in gioco?
L'aborto terapeutico è l'interruzione di una gravidanza su indicazione medica, quando la vita della donna è in pericolo ed era permesso da più di 100 anni dal Codice Penale nicaraguense.
Dei 193 paesi che fanno parte delle Nazioni Unite, il 98 per cento permette l'aborto quando il motivo è salvare la vita della donna incinta.
L'accesso all'aborto è un principio universalmente accettato e che va oltre le differenze culturali, credenze religiose e ideologie politiche.
Secondo la Red de Mujeres contra la Violencia e i gruppi che hanno protestato contro la penalizzazione dell'aborto terapeutico "è difficile immaginare che si voglia condannare a morte una bambina di dieci anni violentata e messa incinta o una donna di 40 anni incinta con tumore cervico-uterino. Eliminare la figura dell'aborto terapeutico vuole dire proprio questo.
Dire che i progressi scientifici eliminano la necessità dell'aborto terapeutico è come voler nascondere il sole con un dito. Nonostante esistano cure mediche che riducano i rischi e che qualche donna voglia continuare con la maternità, la cruda realtà è che queste cure sono carissime e sono fuori dalla portata della maggior parte delle donne nicaraguensi. Sono fortunate quelle donne che potranno curarsi, ma se non possono hanno solo due possibilità: continuare la gravidanza a rischio o fare un aborto clandestino. Entrambe le opzioni possono causare loro la morte".
Nonostante il parere contrario della comunità medica, di buona parte della società civile e delle organizzazioni nazionali ed internazionali, 52 deputati del Frente Sandinista (FSLN), del Partido Liberal Constitucionalista (PLC), della Alianza Liberal Nicaraguense (ALN), di Camino Cristiano (CCN) e degli Azul y Blanco, hanno votato la riforma degli articoli 162-163-164 e 165 dell'attuale Codice Penale, eliminando qualsiasi forma di aborto in Nicaragua.
All'interno della Asamblea Nacional sono stati fatti entrare solo i membri dei Movimenti anti abortisti, che hanno coreato ed applaudito tutti gli interventi dei deputati e la votazione finale.
Fuori, sotto un sole cocente, i movimenti che avevano presidiato la Asamblea durante tutta la notte.
Appena si è diffusa la notizia della votazione, sono iniziate violente proteste nei confronti dei deputati, che venivano tacciati di "doppia morale" ed "assassini", considerando che in Nicaragua è morto lo Stato laico sotto i colpi dell'interesse elettorale di quei partiti, che si proclamano per la democrazia, la pace e l'amore e contemporaneamente, strizzano l'occhio ai settori del fondamentalismo religioso.
La massa di gente fuori dalla Asamblea Nacional ha iniziato a spingere sul cancello d'entrata fino ad aprirlo, tra la sorpresa e lo spavento dei Corpi Speciali della Polizia che presidiavano il posto.
Alcune persone sono riuscite ad entrare e si sono stese in segno di protesta.
Momenti della convulsa protesta davanti alla Asamblea Nacional
"Avevamo allertato la comunità internazionale e la popolazione nicaraguense che oggi avrebbero cercato di violare i diritti della cittadinanza. Hanno penalizzato l'aborto terapeutico e anche le politiche di condizionalità del FMI al Nicaragua sono responsabili di questo, perché stanno lentamente privatizzando l'assistenza sanitaria. Ci chiamano assassine perché siamo a favore dell'aborto terapeutico, ma sono loro gli assassini e sono una mafia politica collusa con la gerarchia della Chiesa cattolica ed evangelica, che violano lo Stato laico previsto dalla nostra Costituzione" ha dichiarato una delle manifestanti.
In Parlamento, intanto, il clima era surreale, con un gruppo parlamentare sandinista silenzioso e visibilmente preoccupato. Anche tra i giornalisti era evidente lo sconcerto. L'unico autorizzato a parlare era il capo gruppo parlamentare Edwin Castro.
"Due mesi fa abbiamo emesso un comunicato come gruppo parlamentare del FSLN dicendo che eravamo a favore della vita e quindi contro l'aborto. Oggi siamo riusciti a presentare la riforma al Codice Penale e avete visto quanto sia stato difficile formare il quorum di legge e questo proprio per la campagna orchestrata dai movimenti che sono contrari a questa penalizzazione dell'aborto terapeutico. Non è una riforma che va contro i diritti della donna. Crediamo che bisogna dare un messaggio chiaro a favore della vita. Il medico, comunque, dovrà fare il suo lavoro per salvare la vita.
Il problema qui non è penale, ma educativo. Bisogna educare i giovani nelle scuole, fare Educazione sessuale, per evitare questo. Io sono difensore ad oltranza dei diritti fondamentali e per me, questi diritti sono quelli che ti causano benessere. Qualsiasi donna che deve abortire, per qualsiasi motivo, ha un trauma e dolore e non benessere. Non cerchiamo di giustificare come diritto ciò che diritto non è".
La Lista Informativa "Nicaragua y más" ha chiesto a Edwin Castro se quando parla di essere a favore della vita utilizza un criterio religioso o laico. La risposta è stata "intendo un criterio di vita".
Come cambia il Codice Penale
Con la riforma al Codice Penale, si prevede che "commette delitto di aborto chi provoca, in qualsiasi modo, la morte di una persona che sta per nascere, durante il lasso di tempo che va dal concepimento alla nascita (Art. 162). La persona che commetta il delitto di aborto sarà castigata con una pena da 6 a 14 anni di presidio (Art. 163). Se come conseguenza dell'aborto si produce la morte della madre, si applicherà, a chi causa o coopera nel delitto di aborto, una pena aggiuntiva di 20 anni alla pena dell'articolo anteriore. Se la madre risulta con danni fisici o psicologici, si applicherà una pena aggiuntiva da 5 a 10 anni. La somma della pena non potrà eccedere i 30 anni di presidio....Si applicherà una pena da 1 a 4 anni di prigione alla donna che causa il proprio aborto o consente ad altri di causarlo (Art. 164).
Se la persona che causa o coopera nell'esecuzione dell'aborto è un medico, personale sanitario, farmacista, alla pena prevista dall'Art. 163 si applicherà una pena accessoria che inabiliti l'esercizio della sua professione per un periodo equivalente alla pena prevista. Il locale in cui si pratichi l'aborto verrà chiuso definitivamente. I direttori ed amministratori di questi luoghi che non partecipano come autori del delitto verranno considerati come complici...(Art. 165)".
Alcune organizzazioni nicaraguensi hanno già dichiarato che faranno ricorso alla Corte Suprema di Giustizia (CSJ) per chiedere l'incostituzionalità delle riforme e in caso negativo, ricorreranno alla Corte Internacional para los Derechos Humanos (CIDH).
Intanto, l'unico partito politico che si è schierato contro questa decisione è stata la Alianza MRS.
Il suo candidato, Edmundo Jarquín, ha sempre detto di essere contro l'aborto in generale, ma a favore dell'aborto terapeutico, in quanto difende la vita della madre.
In un comunicato stampa ha dichiarato "oggi il plenario della Asamblea Nacional, dominato dai partiti del Patto, ha approvato la penalizzazione dell'aborto terapeutico. Io sono contro l'aborto, ma questa decisione mette in pericolo la vita di migliaia di donne povere e per questo lo rifiuto. Deploro che i deputati non abbiano ascoltato la petizione della Ministra della sanità e nemmeno le avvertenze della Società Medica, affinché questa irresponsabile decisione non fosse presa.
Ancora una volta si sono imposti gli interessi politici ai bisogni delle donne e del popolo in generale...".
Chi ha votato?
Una maggioranza di 52 deputati (voto minimo 47) ha votato le riforme al Codice Penale.
Oltre a un buon numero di liberali sono da segnalare i deputati/e del Frente Sandinista: Bayardo Arce, Emilia Torrez, Ana Lazo, Edwin Castro, Irma Dávila, Eduardo Saavedra, Jacaranda Fernandez, Leonidas Centeno, José Martínez, Benita Arbizu, José Figueroa, Ritha Fletes, Marcelino García, Roberto González, Gerardo Miranda, Iris Montenegro, Fidel Moreno, René Nuñez, Nathan Sevilla, Daisy Trejos, Maria Mejía, Emilia Torrez, Nasser Silwany, Felicita Zeledón.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi -Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org )
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