Marcos al fianco della rivolta
Il governatore dello Stato di Oaxaca, Ulises Ruiz (del Pri), non sente ragioni: nonostante Camera e senato federali abbiano votato due ordini del giorno all'unanimità (quindi anche con il voto o l'astensione del Pri) in cui gli «suggeriscono» di dimettersi, ieri detto che non se ne andrà e anzi ha presentato un esposto alla Corte suprema di giustizia in cui accusa il governo centrale del presidente Vicente Fox (del Pan) di avere provocato con le sue «omissioni di carattere politico» un «conflitto sociale» che mette a rischio l'intera «federazione messicana». A Oaxaca, la situazione è tutt'altro che risolta dopo l'intervento della polizia federale, gli scontri, gli arresti e gli almeno tre manifestanti uccisi. Fox afferma che «la pace sociale» è stata ripristinata e promette aiuti economici. Ma la situazione rischia di sfuggirgli di mano. Lopez Obrador ha convocato una manifestazione di protesta a Città del Messico, i sindacati di maestri di altri stati hanno annunciato scioperi di solidarietà e il sup Marcos a nome dell'Ezln ha chiesto «le dimissioni immediate» di Ruiz e «l'immediato ritiro delle forze di occupazione federali» da Oaxaca, annunciando agitazioni nel Chiapas e una a livello nazionale il 20 novembre. Manifestazioni anche in diversi paesi d'Europa, fra cui la Spagna e l'Italia (a Napoli e Roma).
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