Nicaragua - La vittoria di Ortega è irreversibile
Eduardo Montealegre riconosce la vittoria
La vittoria del Frente Sandinista (FSLN) è irreversibile e Daniel Ortega è nuovamente Presidente della Repubblica.
L'ultima apparizione pubblica del Consejo Supremo Electoral (CSE) riguarda il 92 per cento dei voti.
Daniel Ortega mantiene il 38,07% dei voti, seguito da Eduardo Montealegre con il 29%.
José Rizo si ferma al 26,21%, mentre Edmundo Jarquín raggiunge il 6,44%. Quasi nulla la presenza di Edén Pastora (0,27%).
Nell'elezione per deputati, il FSLN scende di mezzo punto percentuale (37,59), mentre si livella la situazione all'interno del liberalismo (PLC 26,47% e ALN 26,72%). La Alianza MRS ottiene l'8,69%.
Questi dati sembrano indicare che numerose persone che hanno votato Montealegre, hanno poi optato per i deputati del MRS e quindi, i voti portati via al FSLN non supererebbero il 3-4%.
Secondo questi risultati, la ripartizioni dei seggi all'interno della futura Asamblea Nacional potrebbe vedere il FSLN con 37 deputati, la ALN con 27 (25, più Montealegre come secondo classificato nelle elezioni e Bolaños come Presidente uscente), il PLC con 23 e la Alianza MRS con 5.
Con questa situazione non si altererebbe il panorama politico all'interno del Parlamento.
Liberali ed MRS non avrebbero comunque i voti sufficienti per riformare la Costituzione o le Leggi di carattere costituzionale (come la Legge Elettorale) e nemmeno per eleggere le cariche dei principali Poteri dello Stato.
Potrebbero invece approvare o respingere, senza il consenso del FSLN, qualsiasi legge ordinaria proposta dal Potere Esecutivo (Presidente e Governo) o dalle Commissioni Parlamentari.
È quindi probabile che ci si troverà di fronte a una riedizione ed intensificazione del Patto/Accordo FSLN e PLC, questa volta però con il Frente Sandinista a rivestire il ruolo di partito di maggior peso, visto la deludente prova del PLC in queste elezioni e i pochi deputati (rispetto ai 41 che ha attualmente) a disposizione.
L'ipotesi dell'asse FSLN/PLC, invece di un'unione del liberalismo in opposizione a Ortega, permetterebbe al PLC di mantenere le sue quote all'interno dei Poteri dello Stato, eleggendo le principali cariche con i voti del FSLN.
Tutto questo, comunque, dipenderà anche da cosa accadrà all'interno del PLC dopo questa sconfitta elettorale e anche da come e se Alemàn riuscirà a mantenere nuovamente unito il partito e soprattutto, i suoi deputati.
Una fuga verso Montealegre altererebbe tutto il panorama fino ad ora descritto
Sembra anche calmarsi la situazione all'interno del paese.
L'Ambasciata degli Stati Uniti, dopo lunghe e segrete riunioni con i due candidati liberali per cercare di ribaltare il verdetto delle urne ed andare al ballottaggio, ha fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni rilasciate durante le prime ore della notte di domenica.
In una conferenza stampa ha fatto sapere di voler aspettare le relazioni dei più importanti organismi di osservazione nazionale e internazionale prima di emettere una dichiarazione ufficiale e definitiva.
I due candidati della destra nicaraguense (PLC e ALN) hanno invece seguito strade diverse.
José Rizo del PLC ha iniziato la giornata di martedì accusando il Consejo Supremo Electoral (CSE) di manipolare i risultati finali e di non voler far conoscere i dati del voto rurale, zona da cui il suo partito attinge la maggior parte di voti.
Militanti del PLC sono scesi in strada a bruciare copertoni e ad ostacolare il passaggio dei veicoli.
Rizo si è dichiarato sicuro del secondo posto e a pochi punti percentuali di Ortega (il CSE lo dà ormai a 12 punti di distanza), giurando e spergiurando che ci sarà il ballottaggio tra lui ed Ortega.
L'impressione è ci sia da parte del PLC il disperato tentativo di palliare la cocente sconfitta, non solo con Ortega, ma soprattutto nei confronti di Montealegre, che si erge come nuova forza vincente del liberalismo.
Inoltre è probabile che stia tentando di mantenere unito il partito e ritardare la resa dei conti che, comunque, avverrà molto presto.
Eduardo Montealegre, dopo la diffusione del conteggio veloce di Etica y Transparencia, ha iniziato a parlare di un buonissimo risultato del suo partito e di opzione maggioritaria all'interno del liberismo.
Inoltre, di fronte alla scalata dei toni di PLC, ha deciso di accettare pubblicamente la vittoria di Ortega e si è recato alla Segreteria Nazionale del FSLN per congratularsi con il futuro Presidente della Repubblica.
Durante il suo discorso ha detto che "sono venuto con vari membri della nostra Alianza per salutare il Presidente Daniel Ortega e il Vicepresidente Jaime Morales Carazo. Abbiamo detto che lavoreremo attraverso un'opposizione costruttiva, intelligente, onesta e democratica.
Faremo opposizione su quelle cose che non garantiscano la stabilità, la tranquillità, la democrazia e appoggeremo le misure a favore della gente più povera e bisognosa. Noi crediamo che il Nicaragua debba avanzare e non retrocedere. La popolazione del Nicaragua, che tanto ha sofferto, ha bisogno dell'appoggio internazionale e di chi vuole un Nicaragua migliore.
È importante essere venuti a riconoscere ciò che ormai è inevitabile, in base ai dati emessi oggi dal CSE e da quelli del nostro conteggio parallelo.
In nome della ALN mi congratulo con l'ex Presidente Ortega e con Jaime Morales Carazo per avere trionfato in queste elezioni".
Ortega ha fatto un breve discorso. "Stiamo ricevendo questa vista capeggiata da Eduardo Montealegre, come un segnale molto chiaro dei nicaraguensi di voler lavorare per il bene del paese.
Dobbiamo dare al Nicaragua un segnale di stabilità e che, al di sopra della politica, ci sia al primo posto l'impegno che abbiamo assunto di tirar fuori il Nicaragua dalla povertà.
Tutti condividiamo questo obiettivo, abbiamo lottato in tutti questi anni e sentiamo che si stanno creando le condizioni per creare una nuova cultura politica, che ci porti ad agire in mezzo alla diversità e alle differenze, con spirito costruttivo, mettendo al primo posto il Nicaragua e la gente povera. Ringraziamo Dio per questa opportunità che ci sta dando, per costruire un Nicaragua riconciliata, dialogando, cercando il consenso in mezzo alle differenze.
Affinché fluiscano gli investimenti e siamo a favore di qualsiasi tipo di investimento, dialogando con i vari gruppi economici e sociali, per unirci ed attaccare la povertà e dare lavoro.
Riconosciamo questo gesto di Eduardo Montealegre, un gesto che mostra un comportamento dignitoso, coraggioso, dove è chiaro che non si può parlare di vincitori e vinti. È un processo in cui dobbiamo lavorare insieme per il bene del Nicaragua" (Ascolta audio originale su www.itanica.org )
La gente ha immediatamente invaso le strade, potendo liberare così la propria gioia, in parte repressa per due giorni in attesa dei risultati ufficiali.
Mercoledì sarà il gran giorno dei festeggiamenti, che coincidono con l'anniversario della morte del capo storico e ideologo del FSLN, Carlos Fonseca Amador.
Durante la giornata di ieri, invece il nuovo Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, aveva fatto la sua prima apparizione per ringraziare la presenza nel paese di Jimmy Carter, con il suo organismo di osservazione elettorale.
Dopo l'incontro ha rilasciato una breve dichiarazione.
"Vorrei che da parte di tutti ci fosse la disponibilità a lavorare insieme per eliminare la povertà in Nicaragua. Vorrei anche rassicurare il settore privato, chi investe nel nostro paese, nazionali o stranieri.
Il Nicaragua vuole migliorare e vuole sviluppare relazioni con tutta la comunità internazionale.
Fino a che il CSE non si pronuncerà, bisogna mantenere la calma e tenere pazienza. Dobbiamo essere rispettosi della legge e ci sembra che il processo di scrutinio vada bene e continua a camminare.
Non esiste nessuna ombra sulla regolarità di queste elezioni, non ci sono denunce di frodi e tutti stanno dicendo che queste elezioni sono state pulite e che la partecipazione al voto è stata massiccia".
Fuori dall'Hotel Intercontinental Metrocentro una grande quantità di simpatizzanti del FSLN ha aspettato il leader sandinista per salutarlo e fargli sentire la loro gioia.
Dopo la lettura degli ultimi dati da parte del CSE, la gente è scesa nuovamente per le strade della capitale ed esiste una certa impazienza per poter festeggiare una vittoria attesa da 16 lunghi e difficili anni. Daniel Ortega continua comunque ad aspettare i risultati finali del CSE prima di dichiararsi vincitore.
L'Unione Europea ha confermato ciò che aveva già espresso nei giorni precedenti e cioè la totale regolarità del processo elettorale. Ha anche approfittato dell'occasione della presentazione del Comunicato Preliminare dell'osservazione elettorale, per esprimere dei giudizi che vanno oltre le semplici elezioni e che toccano il sistema elettorale nicaraguense e i suoi organi più importanti.
Secondo Claudio Fava, capo missione della UE "il popolo nicaraguense ha avuto un atteggiamento di impegno e di volontà democratica. Un elemento importante è che per la prima volta la guerra non è stata la protagonista di queste elezioni. Il ricordo della guerra si sta allontanando sempre di più.
Più del 50 per cento dei nicaraguensi non hanno vissuto questa triste esperienza e speriamo che ci si lasci alle spalle questo ricordo.
Fino ad ora le elezioni si sono sviluppate in modo pacifico, competitivo e con gestione elettorale appropriata. C'è stata grande partecipazione al voto e si è vista anche una certa allegria tra la gente, la quale non si è fatta coinvolgere dai toni spesso accesi ed esagerati, con duri attacchi personali, espressi da alcuni candidati durante la campagna elettorale.
Nei seggi i procedimenti di suffragio sono stati rispettati. Il conteggio nei seggi è stato lento, ma si è realizzato in modo trasparente. E' degno di nota il numero poco significativo di impugnazioni dei risultati nei seggi.
Dobbiamo però anche aggiungere alcune cose.
La comunicazione dei dati da parte del CSE si sta dimostrando inadeguata per il tempo che sta trascorrendo.
Stiamo aspettando i risultati finali. Rispetto al futuro bisogna fare delle riforme che suggeriremo nella nostra relazione finale.
Alcune cose le possiamo già dire.
La Legge Elettorale del Nicaragua è disegnata per dare spazio unicamente a un sistema politico con la presenza di due partiti politici e non aiuta la partecipazione di forze politiche emergenti. E' una contraddizione. Ci sono cinque partiti che formeranno il prossimo Parlamento e con una legge elettorale disegnata solo per due.
Questo ha portato ad alcune conseguenze come l'elevato grado di politicizzazione del Consejo Supremo Electoral (CSE) a favore del FSLN e PLC. Questo ha creato preoccupazione, dubbi e lamentele sulla sua capacità di attuare come organismo indipendente e libero dal controllo dei partiti.
La preparazione delle elezioni è stata adeguata, ma ci sono stati problemi rispetto alla distribuzione dei documenti d'identità per votare e ha dato origine a una distribuzione selettiva a favore del FSLN e PLC in alcune zone del paese.
Sono problemi strutturali di questo organismo e non congiunturali. E' una contraddizione da risolvere.
Bisogna anche parlare dell'ingerenza di attori stranieri in queste elezioni. Noi crediamo che sia da condannare, soprattutto perché sono attori stranieri e crediamo che bisogna sostenere l'opportunità di un popolo e di tutti i popoli di poter eleggere il proprio Presidente e i propri deputati senza aver paura o dover sentire la presenza, a volte pesante, di attori che non sono nazionali, non sono attori istituzionali di questo processo politico".
Una prima analisi del voto
Secondo i dati fino ad ora in possesso, il Frente Sandinista perde una certa quantità di punti percentuali (dal 43% del 2001 al 38% di oggi) e non sembra riuscire ad aumentare il numero totale di voti, segno che la Alianza MRS è riuscita ad accaparrarsi una parte del voto sandinista, anche se molto meno di quanto si aspettasse.
Se si tiene poi presente che dal 2001 al 2006 ci sono circa 500 mila nuovi potenziali elettori (giovani) e dell'enorme campagna di alleanze del FSLN per attirare il voto di settori legati storicamente all'antisandismo (ex Contra, popolazione miskita della Costa Atlantica, liberali e conservatori), l'importante e indiscutibile vittoria elettorale non è dovuta quindi a un aumento sostanzioso dei voti per il FSLN, ma soprattutto all'abilità del Frente Sandinista di dividere il voto della destra (unita raggiungerebbe nuovamente la maggioranza con il 55%), all'essere riuscito a negoziare con il PLC, a cambio di benefici personali per l'ex Presidente Arnoldo Alemán, la riduzione della percentuale minima per essere eletto al 35%. meno sembra aver pesato l'aver saputo trasformare la propria immagine di partito ex guerrigliero e violento a nuova espressione, a volte molto stucchevole, di pace e riconciliazione.
Con una destra compatta, Daniel Ortega avrebbe nuovamente perso con un distacco molto pesante.
Il fattore "Daniel Ortega", come immagine mediatica e caudillista, abbinata alla capacità della moglie, Rosario Murillo, di gestire l'intera macchina elettorale e l'enorme meccanismo dei rapporti con i settori più disparati della società nicaraguense, includendo la Chiesa cattolica, ha obbligato gli altri candidati ad utilizzare, come unica "arma", quella del discredito personale, riproponendo l'ormai consumato e sempre meno attendibile tema del "pericolo Daniel Ortega" e della guerra degli anni 80.
In una popolazione dove l'immagine del candidato molte volte risulta essere più importante del Programma, Ortega sembra essere riuscito a mantenere l'appoggio della maggioranza del voto storico sandinista e di parte della popolazione non militante, ormai stanca delle promesse di candidati liberali che, in un modo o nell'altro, sono vincolati direttamente ai governi precedenti.
Sarà ora da valutare come il nuovo Presidente del Nicaragua saprà districarsi nel difficile compito di dare risposte immediate alla base che l'ha votato, che sicuramente si aspettano molto di più di quello che realmente potrà fare, e allo stesso tempo, gestire i difficili rapporti con l'imprenditorialità locale e straniera e soprattutto, con gli Organismi finanziari internazionali che mantengono il Nicaragua sotto un rigido e ferreo controllo politico-economico.
Chi sicuramente esce sconfitto da queste elezioni è il Partido Liberal Constitucionalista (PLC).
Dimezza i voti ed i suoi deputati ed al suo interno potrebbe scatenarsi un regolamento di conti.
Molto dipenderà da quanto Arnoldo Alemán riuscirà a gestire questa sconfitta, che assume l'immagine del fallimento di una politica di partito legata al proprio caudillo, caduto in disgrazia e messo in un angolo dal FSLN. Non è certo un segreto che questa vittoria è in parte stata servita su di un piatto d'argento dallo stesso Alemán.
Perdendo la grande influenza e la maggioranza che fino ad ora conservava nella Asamblea Nacional, il PLC si trova ora di fronte al dilemma di unirsi alla ALN per boicottare il nuovo governo sandinista o più probabilmente, riproporre l'Accordo/Patto con il FSLN da una posizione d'inferiorità e mantenere così fette di potere all'interno dei Poteri dello Stato.
Eduardo Montealegre esce vincente da queste elezioni, dimostrando di essere la figura emergente del liberalismo e proponendosi al paese come la nuova alternativa al PLC.
Avrà inoltre il peso di provare con i fatti la sua opposizione al Patto all'interno del Parlamento, dove sarà deputato.
Per la Alianza MRS il risultato è sicuramente inferiore alle aspettative.
Non è comunque un'esperienza negativa, in quanto per la prima volta un partito che nasce dall'esperienza sandinista riesce a ottenere una discreta percentuale di voti e a far eleggere 5 o 6 deputati.
Per questa Alianza sarà ora fondamentale il lavoro che svolgeranno all'interno della Asamblea, ma soprattutto riuscire a definirsi in termini politici, dimostrando di essere veramente un'alternativa al FSLN nei contenuti e nel modo di intendere e far politica.
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