Latina

Poema sinfonico. Tratto del libro inédito: CORDILLERA REAL DE LOS ANDES

Las manos del Che. Le mani del Che

22 novembre 2006
Francisco Azuela

Las manos del Che

Poema Sinfónico

Tratto del libro inédito: CORDILLERA REAL DE LOS ANDES

Traduzione:
Giovanna Mulas

Gabriel Impaglione.

Francisco Azuela

Messico

Con la mia amicizia nel tempo,
per la poetessa Giovanna Mulas
e il poeta Gabriel Impaglione.

Canto Primo

Non sono arrivato tardi comandante

Per salutare il tuo nome

Di storia grande in America

Nella quale tutti entriamo.

Vivo nella casa vicina

Dove sono state nascoste le tue mani in Bolivia,

Tutte le mattine

Metto le mie mani quella parete di pietra e mattoni

Per salutarti.

Nella notte stellata di ottobre

Vedo il volo luminoso di un condor rosso

Sopra la Cordigliera reale delle Ande,

Sotto la Croce andina,

Vedo volare sopra il tempo

Le tue mani e la tua maschera.

Ti accompagnano dal Cañon di Ñancahuazú

I tuoi combattenti e comandanti

Quelli che sentirono la terra

Della sierra di Incahuasi,

e bevvero nel fiume della quebrada de Yacunday,

lo spessore del bosco.

I sotterrati in Choreti

Dietro i forni di mattone,

I persi in Alto Seco

e Río San Lorenzo

dove deambula solitaria

Tania.

Alle 13.30 di quella domenica nera

Dell' 8 ottobre 1967

Nella quale si ascoltò la tua voce

"Mi arrendo! Non mi ammazzate! Sono il Che!

valgo più vivo che morto!"

Canto Secondo

Quelli che ti assasinarono,

Quelli che ti tagliarono,

Quelli che viaggiano nel lato oscuro della storia

Meritano d'essere dimenticati.

Lasciarono seminati nella Valle Grande

E nella Quebrada del Yuro

Il sangue di quelli che diedero luce alla nostra storia.

Canto Terzo

Comandante d' America,

ala triste nei venti dell'alba,

il sole incrocia il tuo orizzonte

il tuo sangue non è stato invano

tuttavia penso a questo barattolo di formol

che trascende una pioggia di speranze.

Qui ti fecero eroe,

Ti fecero patria

Tu hai seminato il cammino di stelle,

Tu sei patria,

La patria americana.

Suolo di spine

Di quebradas e sentieri oscuri

Dove s'aprirono alla vita

I tuoi ricordi.

Comandante

Anche oggi ti do il mio saluto

E il mio abbraccio fraterno,

Tu già trionfasti

E con te abbiamo trionfato tutti.

Le tue mani hanno viaggiato al rincontro

Del resto delle membra

Del tuo corpo addolorato,

Ferito nelle sue vene

Monumento vivo d'America

"Che" Comandante

compañero del tempo e dell' aurora

dove appare cicatrizzata la tua anima.

La Paz, Bolivia, 14 de mayo de 2006.

Tratto del libro inédito: CORDILLERA REAL DE LOS ANDES

Trad. Giovanna Mulas- Gabriel Impaglione

LAS MANOS DEL CHE

Poema Sinfónico

Del libro inédito:

CORDILLERA REAL DE LOS ANDES

Francisco Azuela
México

Con mi amistad en el tiempo,
para la poeta Giovanna Mulas
y el poeta Gabriel Impaglione.

.

Canto Primero

No he llegado tarde comandante

para saludar tu nombre

de historia grande en América

en la que todos cabemos.

Vivo en la casa contigua

donde estuvieron ocultas tus manos en Bolivia,

todas las mañanas

pongo mis manos sobre esa pared de piedra y de ladrillo

para saludarte.

En la noche estrellada de octubre

veo el vuelo luminoso de un cóndor rojo

sobre la Cordillera Real de los Andes,

bajo la Cruz Andina,

veo volar sobre el tiempo

tus manos y tu mascarilla.

Te acompañan desde el Cañon de Ñancahuazú

tus combatientes y comandantes,

los que sintieron la tierra

de la serranía de Incahuasi,

y bebieron en el río de la quebrada de Yacunday,

la espesura del bosque.

Los enterrados en Choreti

detrás de los hornos de ladrillo,

los perdidos en Alto Seco

y Río San Lorenzo

donde deambula solitaria

Tania.

A las 13:30 del aquel domingo negro

del 8 de octubre de 1967

en que se oyó tu voz

"¡Me rindo! ¡No me maten! ¡Soy el Che!;

¡valgo mas vivo que muerto!"

Canto Segundo

Los que te asesinaron,

los que te cercenaron,

los que viajan del lado oscuro de la historia

merecen ser olvidados.

Dejaron sembrados en Valle Grande

y en la Quebrada del Yuro

la sangre de los que dieron luz a nuestra historia.

Canto Tercero

Comandante de América,

ala triste en los vientos de madrugada,

el sol cruza por tu horizonte

tu sangre no es en vano

todavía pienso en ese frasco de formol

que trasciende una lluvia de esperanzas.

Aquí te hicieron héroe,

te hicieron patria

tú sembraste el camino de estrellas,

tú eres patria,

la patria americana.

Suelo de espinas

de quebradas y senderos oscuros

donde se abrieron a la vida

tus recuerdos.

Comandante

hoy también te doy mi saludo

y mi abrazo fraterno,

tú ya triunfaste

y contigo hemos triunfado todos.

Tus manos han viajado al reencuentro

del resto de tus miembros

de tu cuerpo dolido,

herido en sus venas

monumento vivo de América

"Che" Comandante

compañero del tiempo y de la aurora

donde aparece cicatrizada tu alma.

La Paz, Bolivia, 14 de mayo de 2006.

- Poema Sinfónico- Inédito: Del libro inédito: Cordillera Real de Los Andes

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