Latina

Nel giorno internazionale per i diritti umani tre brutte notizie arrivano dall’America Latina

Diritti Umani: tre brutte notizie per l’America Latina

11 dicembre 2006
Flaviano Bianchini

Cominciamo dal sud. Una gran brutta notizia è che il Generale Augusto Pinochet ha finito di soffrire. La morte se lo è preso proprio nel giorno internazionale dei diritii umani. Lui che dichiarò “I diritti umani? una saggia invenzione dei marxisti per non permettere a una nazione di svilupparsi”. Pinochet è morto proprio nel giorno di cui è simbolo, al contrario. Durante i diciasette anni di dittatura Pinochet si è reso responsabile di 2.279 desaparecidos e 33.221 detenuti illegali dei quali 27.225 hanno subito tortura. E, nonostante diversi processi e accuse, mai nessuna corte di giustizia al mondo lo ha condannato per un solo crimine. Nel diciembre del 1975 Pinochet lanciò il Plan Condor che doveva abbracciare tutta l’America Latina. Il Plan Condor era una specie di accordo tra tutti i dittatori dell’america latina per eliminare qualunque traccia di socialismo nel continente e poter così permettere lo “sviluppo” dell’America Latina. Per fortuna il piano fallì ma non la repressione del dittatore cileno, repressione che durò fino alla fine della sua sanguinaria dittatura nel 1990.
Salendo verso nord troviamo un’altra cattiva notizia dal Guatemala. Il Generale José Enfraín Rios Montt è ancora a piede libero.
Venerdì 7 dicembre il giudice spagnolo Santiago Pedraz ha finalmente emesso l’ordine di cattura internazionale contro Rios Montt, ma la Corte Suprema di Giustizia guatemalteca non ha accettato l’ordine perché, secondo loro, la giustizia spagnola non ha potere in Guatemala. Che poi Rios Montt sia responsabile dell’uccisione di alemno sei preti spagnoli, da aggiungere ai circa 100.000 civili guatemaltechi innocenti, questo sembra non toccare la Corte di Giustizia.
Ancora in Guatemala troviamo la terza brutta notizia. Il giudice spagnolo ancora non ha emesso nessun ordine di catura contro il Generale Romeo Lucas García. Lucas García è morto un paio di mesi fa in Venezuela ma la sua morte non è stata registrata né in Guatemala né in Spagna per cui la legge deve ancora fare il suo corso. In questo caso la Spagna ha tutti i diritti di ricorrere alla legge in quanto Lucas García è rersponsabile di aver dato fuoco all’ambasciata spagnola in Guatemala nel 1980, bruciando vivi dentro l’ambasciata 37 contadini Qui’ché che stavano denunciando la loro situazione nell’altipiano e 4 funzionari spagnoli dell’ambasciata. L’ambasciatore spagnolo se la cavò con ustioni sul 60% del corpo. Ma questo non sembra interessare il giudice spagnolo.
Diritti Umani. 56 anni dopo quella storica dichiarazione il mondo sembra continuare a ignorarli.

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