Colombia: Il governo Uribe contro l'informazione indipendente
Oltre un mese fa all'aeroporto di Bogotà veniva arrestato il corrispondente di Telesur Freddy Muñoz con l'accusa di appartenere al gruppo guerrigliero delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Da quel momento la situazione è ulteriormente peggiorata nel paese, governato con il pugno di ferro dal presidente Alvaro Uribe.
Un'indagine condotta dalla "Comisiòn Colombiana de Juristas" ha rivelato come in questi ultimi due anni di "politica di smobilitazione" (o presunta tale) condotta dal governo nei confronti delle Auc (i paramilitari della Autodefensas Unidas de Colombia), in realtà i massacri nei confronti di contadini, sindacalisti, indigeni e attivisti per i diritti umani sono addirittura aumentati.
Distinti gruppi paramilitari si sono resi responsabili di oltre tremila assassini, di cui ben 558 commessi dal solo Bloque Norte delle Autodefensas. Questi dati sono certamente significativi per smascherare il finto processo di pacificazione condotto da Uribe nei confronti degli squadroni della morte, che in realtà sono sempre stati il suo braccio destro.
Ancora più dubbi sulla smobilitazione delle Auc la nutrono i parlamentari d'opposizione del Polo Democratico Alternativo, secondo i quali dal 2003 al 2006 i paras sono aumentati da 15 a 41mila, mentre tuttora opererebbero indisturbate nel paese ben 44 bande di paramilitari, dedite principalmente al narcotraffico e allo scopo di conservare il loro potere politico ed economico in ampie zone del paese.
Adesso, oltre alla vera e propria impossibilità di condurre una opposizione democratica, in Colombia è sempre più difficile fare del giornalismo indipendente. Già corrispondente per i quotidiani "El Universal" e "El Periodico", oltre che reporter televisivo, il giovane giornalista Freddy Muñoz (36 anni), è stato arrestato ufficialmente con l'accusa del reato di "ribellione e terrorismo". A Muñoz, e di conseguenza alla redazione colombiana di Telesur, si vuole in realtà far pagare la diffusione di notizie riguardanti la protesta dei movimenti sociali contro il governo e alcune interviste realizzate con leaders della guerriglia, e in questo contesto è stato fin troppo facile per tre collaboratori di giustizia (probabilmente istruiti a dovere) identificarlo come un certo Jorge Eliecer autore di alcuni attentati compiuti dalle Farc nel 2002. A questo proposito Aram Aharonian, una delle firme più prestigiose di Telesur, ha scritto: "Siamo tutti Freddy Muñoz, siamo tutti Telesur. Tutto questo significa criminalizzare Telesur e la redazione di Bogotà". Sempre Aharonian ha denunciato la preoccupante situazione dei giornalisti in America Latina, sottolineando come siano decine i reporter minacciati, perseguitati e che talvolta hanno pagato anche con la vita il loro impegno nel campo dell'informazione indipendente. In tale contesto è particolarmente preoccupante la situazione della Colombia, dove la stampa governativa attribuisce alla guerriglia attentati compiuti dai paramilitari mentre, al contrario, non si occupa di denunciare il caso di vera e propria "desaparicion" di un giornalista come Freddy Muñoz che ha sempre documentato in modo rigoroso la grave crisi istituzionale che sta vivendo il paese, dove buona parte delle cariche di alto livello sono ricoperte da politici vicini ai gruppi paramilitari.
Di fronte al tentativo di colpire Telesur, che tutte le federazioni sudamericane dei giornalisti hanno condannato come "atto di intimidazione contro la libertà di stampa", sorge spontaneo chiedersi per quale motivo la Colombia viene ancora ufficialmente considerata un paese democratico.
Per Freddy Muñoz, la cui notizia più inquietante riguarda il trasferimento nel carcere di Barranquilla, dove dove sono presenti in forze i paramilitari, la redazione di Telesur si è mobilitata dedicandogli questo messaggio alla vigilia di Natale:
"El 19 de noviembre de 2006 es una fecha que, en definitiva, nos ha marcado a todos. Ese día te encerraron intentando callar a la prensa libre y tus compañeros respondemos como sabemos hacerlo los que amamos esta profesión: haciendo nuestro trabajo sin miedos, comprometidos con aquellos que no tienen voz, con los débiles, con la búsqueda incesante de la verdad.
Nos hacemos solidarios contigo, con tu compañera, con tu familia, con ese Fredy en miniatura que es Leonardo... No desde el discurso formal, sino con el afecto y la responsabilidad de quienes compartimos el trabajo diario contigo en cada rincón de América Latina.
Con el afecto de quienes también hemos aprendido a respetarte profesionalmente, en esta dura tarea periodística de visibilizar todo lo que pasa en nuestros países, con nuestros pueblo, hechos que la prensa comercial y trasnacional sigue tratando de ocultar para presentar apenas una irrespetuosa versión virtual de la realidad.
Queremos que sepas que diariamente mantenemos un espacio para seguir las alternativas de este otro caso de alevoso atentado a la libertad de expresión, para actualizarnos contigo, para avaluar cómo estamos haciendo nuestro trabajo de denuncia y de acompañamiento.
Si los que te intentaron callar están jugando al olvido, van a chocar de frente con nuestra irrenunciable decisión de que tu libertad sea una bandera de los periodistas y todo el personal de TeleSUR y también de los colegas honestos del mundo entero.
En estas navidades, compañero, desde cada rincón de América, tus compañeros de TeleSUR te enviamos un abrazo solidario, nuestra más sincera palabra de aliento y la seguridad del compromiso que asumimos de defender tu inocencia".
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