Popolo zapatista, popoli del mondo
Inaugurato sabato nella spianata del Caracol di Oventic, l'Encuentro entre los pueblos zapatistas y los pueblos del mundo, che tutti qui in Chiapas chiamano l'Intergaláctico, è arrivato oggi al suo quarto e ultimo giorno, confermando la vitalità del movimento zapatista.
E se i numeri non sono spettacolari - i partecipanti erano meno di quelli dell'incontro di tre anni fa, quando si aprirono i cinque Caracoles per coordinare i municipi autonomi - i risultati sono più che soddisfacenti: i rappresentanti delle Juntas de Buen Gobierno hanno fatto un bilancio dell'esperienza autonomista, segnalando sia i successi che i ritardi, e si sono aperti alla discussione con gli internacionales, i simpatizzanti e osservatori accorsi da 30 paesi.
La «delegazione» italiana è fra le più varie e numerose: da Rifondazione e i giovani comunisti ai centri sociali di tutta Italia, passando per ong, comuni gemellati, cani sciolti e l'immancabile Ya Basta.
Sulla camionetta che, con un'ora di curve in salita, ci porta da San Cristóbal a Oventic, Spartaco, un ragazzo di Trieste che vive a Oaxaca da anni, mi racconta della lotta della Appo, della repressione feroce scatenata dal nuovo presidente ultra-conservatore Felipe Calderon. Le testimonianze degli oaxaqueños occupano inevitabilmente molto spazio in questi giorni.
Ma la maggior parte del tempo si discute in mesas de trabajo tematiche (autonomia, istruzione, salute, donne, comunicazione, arte e cultura, commercio alternativo, lotta per la terra) sull'esperienza zapatista, confrontandola con i problemi e le lotte di altri paesi.
Lo scambio di esperienze rivela un panorama variegato di risposte a un'unica offensiva globale, quella dei governi neo-liberisti, fra cui molti «di sinistra», contro i movimenti popolari di lotta e resistenza.
La notte del 31, però, prevale lo spirito festivo e la celebrazione dei 13 anni di vita pubblica del neo-zapatismo - in realtà, 23 anni di esistenza - si conclude con musiche e canti. Fa un certo effetto veder ballare giovani europee con treccine rasta e delegati zapatisti con il passamontagna. Per una volta, le nuvole che fanno da ombrello perenne a Oventic, vanno a farsi un giro fra le montagne e lasciano vedere un cielo stellato.
A mezzanotte, quando il freddo e la neblina sono ritornati, è apparsa la comandancia al completo dell'Ezln guidata dal subcomandante Marcos. Reduce dalle fatiche della Otra Campaña, che lo ha portato in giro per il Messico nell'ultimo anno, il mitico - e attesissimo - sup ha preso la parola. Il suo discorso, pronunciato in tzotzil e tradotto in spagnolo dalla comandanta Hortensia, ha rievocato il viaggio nel Messico «di sotto e a sinistra» per tessere una rete fra tutte le realtà in lotta e ha chiamato alla solidarietà con i movimenti di Atenco e Oaxaca. Il comandante David ha poi annunciato un nuovo raduno internazionale, per giugno-luglio.
In questi giorni, dopo in discorso di sabato pronunciato dal colonnello Moisés, che ha aperto «l'incontro di resistenze e ribellioni contro il capitalismo e il neo-liberismo mondiale, che sta preparando la morte e la distruzione dell'umanità e della natura», le voci delle comunità zapatiste si sono fatte ascoltare dai più di 2000 partecipanti.
E se, in alcuni campi, i progressi sono visibili, in altri i ritardi e gli ostacoli non sono stati occultati. Mentre la partecipazione femminile nelle Juntas de Buen Gobierno è aumentata - quella di Oventic, ad esempio, ora è composta da 7 uomini e 7 donne (prima era una sola) - la commercializzazione dei prodotti e l'intercambio fra le comunità è ancora ai primi passi.
Non sono mancate le denunce di contraddizioni, come il grande consumo di Coca Cola delle comunità zapatiste, una cosa che ha inorridito gli attivisti internacionales e ha aperto accesi dibattiti.
Anche le scuole zapatiste, che non dipendono più dal sistema educativo nazionale, hanno vantato i loro attivi. Grazie anche alla collaborazione di studenti universitari delle grandi città e della capitale.
Un campo problematico si è rivelato quello del commercio equo, fra cui primeggia l'esportazione di caffè organico. Oggi l'incontro si conclude e si tireranno le conclusioni ma si può già anticipare che si è trattato di un'esperienza utile e positiva, a dispetto dei tanti gufi. I partecipanti erano meno che in altre occasioni ma la qualità della discussione non è stata deludente. La forza dello zapatismo risiede nei semi di libertà, giustizia e autonomia che ha seminato in tutto il mondo. E che, piaccia o no, hanno già germogliato.
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