Guatemala: Rigoberta Menchù si candiderà alle presidenziali di Settembre 2006
"Se il destino vorrà sarò presidente" aveva dichiarato alcuni mesi fa Rigoberta Menchù in un'intervista rilasciata al quotidiano "Il manifesto", raccontando inoltre la sua esperienza come ambasciatrice di pace nel governo di centro-destra di Oscar Berger (Grande Alleanza Nazionale).
In questi giorni, dopo che circolavano voci su una sua possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2012, Rigoberta Menchù ha invece sorpreso tutti decidendo di presentarsi a quelle che si terranno il prossimo settembre: "nei duecento anni della storia repubblicana del Guatemala", ha dichiarato – "noi indigeni siamo stati sempre elettori, ma mai eletti, adesso è venuto il momento di cambiare". La sua candidatura non è comunque l'unica novità nel paese centroamericano, dove è sorta anche una nuova formazione politica, il Movimiento Amplio de Izquierda (Maiz), che ha programmi molto ambiziosi.
Rigoberta Menchù, Nobel per la Pace nel 1992, ha già ricevuto l'appoggio ufficiale di Evo Morales, che ha trasformato il suo Mas (Movimento al Socialismo) da movimento a partito di governo, e l'ha definita come "luchadora contra el neoliberismo". Per prima cosa Rigoberta Menchù ha tenuto a precisare il suo costante impegno, nel governo Berger, per rilanciare gli accordi di pace e per garantire al Guatemala lo stato di paese multilingue e multietnico, dopo che alcuni settori indigeni non avevano visto di buon occhio la sua partecipazione ad un governo di destra. Del resto attacchi di questo tipo sembrano quantomeno ingenerosi considerando la vita di Rigoberta, nata nel Quichè da una famiglia contadina e testimone del periodo più buio della storia del suo paese, oltre ad aver perso il padre, nel Gennaio 1980, a seguito dell'occupazione dell'ambasciata spagnola a Città del Guatemala per protestare con altri attivisti contro la repressione dell'esercito nei confronti dei campesinos e conclusasi con l'intervento dei militari che uccisero tutti i partecipanti all'iniziativa.
La sua candidatura, che potrebbe aprire nuovi spazi alla partecipazione indigena in Guatemala, è appoggiata principalmente da Winaq, movimento indigeno che ha avuto negli ultimi giorni incontri e colloqui con Encuentro por Guatemala, lo stesso Maiz e la dirigenza della ex-guerriglia Urng (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca, ora convertitasi in partito politico) nel tentativo di formare un unico blocco in grado di appoggiare Rigoberta Menchù.Tuttora permangono incertezze, ma sembra che alla fine sarà Encuentro por Guatemala, schieramento politico di centrosinistra, ad appoggiarla, nonostante Rigoberta Menchù abbia più volte sottolineato di rifiutare candidature in cui gli indigeni finiscano per essere diretti da una leadership che li guidi e indirizzi a suo piacimento imponendo loro cosa fare o non fare e abbia messo come condizione fondamentale la volontà di affrontare veramente gli interessi dei popoli maya.
Probabilmente un unico blocco di sinistra avrebbe potuto garantire maggiori possibilità di vittoria alla Menchù, che però alla fine avrebbe scelto Encuentro por Guatemala poiché dispone di una migliore organizzazione su tutto il territorio guatemalteco, e inoltre ha offerto ai rappresentanti di Winaq la possibilità di candidarsi in 10 dipartimenti e il 25% dei quadri al suo Comitato Esecutivo.
I circa sei milioni di guatemaltechi che a settembre si recheranno alle urne non eleggeranno soltanto il presidente dello stato, ma anche sindaci e deputati, e a questo proposito potrebbe giocare un ruolo importante l'unione Maiz-Urng. Alba Estela Maldonado, conosciuta con il nome di battaglia "Comandante Lola", ha sottolineato come gli anni di governo della destra abbiano lasciato in eredità violenza e povertà, oltre a manifestare preoccupazione per gli sgomberi delle terre a danno dei campesinos e a dichiarare il suo impegno a varare una Legge di Sviluppo Rurale tuttora assente nel paese.
Alla presentazione del Maiz, composto da numerose organizzazioni popolari, sociali, studentesche e sindacali (tra cui i rappresentanti del Congresso Bolivariano dei Popoli), ha partecipato anche la deputata salvadoregna Maria Guadalupe Erazo del Fmln (Frente Farabundo Martì), che al pari della Urng ha dovuto subire la repressione più violenta del Centroamerica (basti pensare al ruolo giocato dal maggiore D'Aubuisson nell'omicidio di Monsignor Romero).
In attesa dell'avvio della campagna elettorale resta da augurarsi che i partiti politici impegnati nella battaglia per i diritti umani, per il rilancio degli accordi di pace e per la fine dell'impunità non utilizzino Rigoberta Menchù come trampolino di lancio per i loro fini, poiché in quel caso, come lei stessa ha dichiarato, "sarebbe molto triste" .
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Confermati solo oggi gli esiti definitivi del voto che hanno sancito la dubbia vittoria di Bukele
Presidenziali El Salvador: la frode
Il “dittatore più cool del mondo”, come ama farsi definire, si era già proclamato vincitore ancor prima della diffusione dei risultati preliminari e, con una schiacciante maggioranza al Congresso, può proseguire nel suo progetto di militarizzazione del paese.9 febbraio 2024 - David Lifodi - Il primo turno delle presidenziali, il 25 giugno scorso, è stato all’insegna dell’astensionismo.
Guatemala: semi di speranza?
A sfidarsi nel ballottaggio del 20 agosto saranno Sandra Torres (Unidad Nacional de la Esperanza) e Bernardo Arévalo de León, del Movimiento Semilla, di ispirazione progressista.26 giugno 2023 - David Lifodi - Il Brasile dopo Bolsonaro
Trentotto ore per Lula
Maria Monteiro Gomes ha fatto un lungo viaggio per assistere all’investitura di Lula da Silva. È al settimo cielo. Ma cosa significa il neo presidente per il Brasile?7 gennaio 2023 - Niklas Franzen - Adesso per il presidente si apre una partita non meno complessa di quelle affrontate finora
Brasile: finalmente Lula!
Con il 50,9% Lula ha sconfitto Jair Bolsonaro (49,1%) in un difficile ballottaggio. La costituzione di un composito fronte antifascista, composto anche da forze di destra non bolsonariste, ha permesso a Lula di tornare al Planalto e sconfiggere il Messia Nero.31 ottobre 2022 - David Lifodi
Sociale.network