Tribunale Permanente dei Popoli-Sessione Colombia-sentenza
Udienza sulla distruzione della biodiversità
La terza udienza della sessione "Imprese multinazionali e diritto dei
popoli in Colombia – 2005-2008" del Tribunale Permanante dei Popoli sulla
distruzione della biodiversità si è tenuta il 25 e 26 febbraio 2007 nella
zona remota del bacino del fiume Cacarica, nel Bajo Atrato chocoano, presso
la zona umanitaria Nueva esperanza en Dios, istituita dalla comunità
Cavida. L’udienza ha seguito la prima sulle multinazionali agroalimentari,
tenutasi a Bogotà nel mese di aprile 2006 e preceduta dall’hearing di Berna
dell’ottobre 2005, e la seconda sulle multinazionali del settore minerario
realizzata a Medellín nel mese di novembre 2006.
Luogo e data dell’udienza appena conclusasi sono stati simbolo delle
violazioni subite dalle comunità del Chocò per dieci lunghi anni. Dal 24 al
27 febbraio 1997 gli abitanti di questa regione del paese subirono
l’attacco della Brigata XVII e dei soldati dell’esercito nazionale,
scatenatisi contro le popolazioni del luogo a causa della presunta presenza
di gruppi armati fuori legge nella zona. Più di 4 mila afrocolombiani
desplazados, 85 vittime di torture, sparizione forzata tra le molteplici
violazioni dei diritti umani compiute: questo è il risultato calcolato
dell’azione dello stato, azione di morte, distruzione e sradicamento.
L’operazione militare e paramilitare, guidata dal generale Rito Alejo del
Río, è conosciuta come Operación Génesis il cui nome rievoca terribilmente
l’origine, la nascita, la limpieza di quella terra e delle popolazioni che
vi vivevano, costrette a sfuggire ai bombardamenti e alle violente
uccisioni, come quella di Marino López Mena, il cui corpo massacrato è
stato oggetto di scherno da parte di gruppi paramilitari, di un atto
intimidatorio teatralmente inscenato di fronte alla comunità, alla moglie e
ai figli. Non è stato necessario aspettare molto tempo per capire che
l’Operación Génesis non era rivolta alla guerriglia. La "rinascita" ha
presupposto la graduale scomparsa della selva primaria, anch’essa
desaparecida. In poco tempo le imprese del legno hanno fatto la loro
apparizione, poi seguite da progetti agroindustriali della pianta di banana
e della palma africana, della strada panamericana, della fibra ottica, del
polidotto. Il lungo pellegrinaggio di comunità indigene, afrocolombiane,
contadini e delegati di organizzazioni internazionali verso la zona
umanitaria è stato un progressivo riconoscimento e presa di coscienza degli
effetti distruttivi scatenatisi su uno dei territori più ricchi di
biodiversità al mondo.
L’udienza ha riguardato diversi piani concettuali: biodiversità e
biopiarteria, palma e biocombustibile, politica ambientale e agraria in
Colombia, transgenici, fumigazioni e militarizzazione. In questo contesto
sono state presentate accuse molto dettagliate nei confronti di imprese
multinazionali, alcune delle quali hanno filiali in Colombia: SMURFIT KAPPA
CARTON DE COLOMBIA, MULTIFRUITS S. A., filiale della transnazionale
nordamericana DEL MONTE, PIZANO S.A. e la sua filiale MADERAS DEL DARIEN,
URAPALMA S.A., MONSANTO, DYNCORP.
La giuria era composta dal Presidente Marcelo Ferreira, professore
ordinario della Cattedra di Diritti Umani della Facoltà di Filosofia (UBA)
e professore associato della Cattedra di Diritti Umani della Facoltà di
Diritto di Buenos Aires, dai giudici Ricardo Carrere, coordinatore
internazionale del World Rainforest Movement, Joao Ricardo dos Santos
Costa, membro dell’Asociación de Jueces para la Democracia in Brasile e la
FJD (Federación de Asociación de Jueces para la Democrácia de América
Latina e il Caribe), Madaleine Alingue, Professoressa dell’Università
Externado de Colombia, Alfredo Molano, sociologo e ricercatore colombiano,
Lorenzo Loncon Belmar, leader indigeno mapuche del Chile, Francine
Damasceno Pinhei, avvocato brasiliano, rappresentante del movimento Sin
Tierra del Brasile.
La sentenza, non ancora definitiva, che può trovare in allegato, ha
riconosciuto la responsabilità di tali imprese sulla distruzione della
biodiversità e sui danni ambientali generati sull’ecosistema, sul fenomeno
del desplazamiento forzato, sulle numerose torture, sparizioni e uccisioni,
sui crimini di lesa umanità, sul "genocidio reorganizador" e sulle pratiche
di terrorismo subito dalle comunità del luogo, sulla distruzione
dell’identità delle popolazioni indigene e della loro sicurezza alimentare.
La sentenza ha inoltre ricondotto tali crimini all’imposizione di un nuovo
modello di sicurezza e di politica di sviluppo regionale "forzata" promosso
dallo stato colombiano, in cui la violenza si configura come strumento di
riorganizzazione della società colombiana.
La prossima udienza del TPP sulle multinazionali petrolifere si terrà a
Bogotà nel mese di Agosto 2007. Saranno chiamate a giudizio la BRITISH
PETROLEUM, PETROBRAS, REPSOL, CHEVRON E HOCOL.
Sperando di aver fatto cosa gradita, la invitiamo a seguire tutta la
sessione del TPP sulla Colombia, la cui fase conclusiva è prevista per il
mese di luglio 2008, e a diffondere la sentenza secondo i suoi canali
preferenziali.
Responsabile segreteria Tribunale Permanente dei Popoli
Fondazione Lelio Basso-Sezione Internazionale, Roma
<http://www.internazionaleleliobasso.it>www.internazionaleleliobasso.it
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