Latina

Nicaragua senz'acqua

Il governo decreta emergenza nazionale
29 marzo 2007
Giorgio Trucchi

Ruth Herrera di ENACAL presenta alla Commissione interistituzionale la grave situazione che sta vivendo il Nicaragua

Il presidente Daniel Ortega ha riunito gran parte dei suoi ministri e dei direttori degli enti autonomi per preparare un piano d'emergenza e così affrontare l'ultima parte dell'estate, che sta già provocando gravi problemi di scarsità di acqua in tutto il territorio nazionale.
Il fenomeno del Niño che ha colpito il Nicaragua lo scorso anno e un'estate particolarmente secca e con temperature molto alte, stanno colpendo più di 200 mila persone che attualmente non riescono ad avere accesso all'acqua potabile.

Secondo la direttrice della Empresa Nicaraguense de Acueductos y Alcantarillados (ENACAL), Ruth Selma Herrera "la situazione è veramente preoccupante. A Managua ci sono già 35 quartieri, per la maggior parte insediamenti spontanei che non sono ancora collegati alla rete di distribuzione idrica, che solitamente ricevono l'acqua grazie a camion-cisterna messi a disposizione da ENACAL".
Attualmente, dei 25 camion che sarebbero necessari, ENACAL ne ha a disposizione solo 5 ed ha quindi chiesto aiuto alle altre istituzioni ed all'Esercito affinché si prepari un piano immediato per portare acqua a tutte queste zone.

Uno dei problemi esposti da Herrera è l'enorme crescita di quartieri ed insediamenti di Managua, a cui si aggiunge la totale mancanza di investimenti da parte della passata amministrazione di ENACAL.
Ha inoltre informato il presidente Ortega ed il resto della Commissione che è urgente programmare investimenti futuri nelle infrastrutture dell'impresa, tra cui due enormi cisterne dal costo di circa un milione di dollari.
Senza questo tipo di investimenti, che si avvarranno il prossimo anno di un prestito del BID di 38 milioni di dollari, sarà impossibile migliorare la disastrosa situazione che il nuovo governo ha ereditato e che è il risultato di molti anni di inoperosità pubblica. Attualmente, solo il 55% della popolazione è allacciato alla rete idrica e solo 29 città possono contare su una rete fognaria. Questo ultimo dato crea anche enormi problemi di inquinamento delle falde acquifere, da cui poi si attinge per estrarre l'acqua potabile.

Come prima misura per palliare la grave situazione in attesa dell'arrivo dell'inverno e delle piogge, si cercherà di garantire almeno 20 litri di acqua per persona, quantità minima calcolata dalle Nazioni Uniti nei casi di emergenza. Secondo le previsioni del Sistema di Prevenzione e Soccorso in Disastri (Sinapred), il fenomeno del Niño dovrebbe ormai essersi allontanato e si prevede un inverno molto copioso a partire dai primi giorni di maggio.

Durante la riunione d'emergenza, si sono toccati anche molti altri aspetti che hanno a che fare con le risorse idriche e con la situazione energetica del paese.

Secondo Alvaro Fiallos della UNAG e la stessa Ruth Herrera di ENACAL "bisogna fare in modo che la Asamblea Nacional approvi al più presto la Ley General de Aguas Nacionales. Questa legge permetterà di intervenire in situazioni che stanno creando gravi danni alle risorse idriche del paese. Un esempio è quello dei grandi produttori agricoli, delle grandi imprese che imbottigliano acqua potabile o che utilizzano l'acqua sotterranea per i propri processi produttivi. Scavano pozzi, estraggono l'acqua e non pagano nulla.
A Managua siamo a conoscenza di almeno 130 pozzi che sono stati aperti in questo modo. Inoltre, non viene mai investito nulla per favorire l'infiltrazione dell'acqua e per poter rigenerare le falde acquifere ed ENACAL è costretta a spendere sempre di più per poter estrarre l'acqua, in quanto le falde sono sempre più profonde a causa di questa politica di sfruttamento incontrollato. Abbiamo anche l'esempio di molte imprese urbanizzatrici, le quali costruiscono vari insediamenti urbani e si allacciano illegalmente alla rete di distribuzione. Per ENACAL queste sono continue perdite ed entrate mancanti".

Secondo Herrera è necessario ordinare immediatamente l'utilizzo di queste risorse ed iniziare piani seri e concreti per riforestare il paese, per scoraggiare la deforestazione illegale, per regolare lo sfruttamento privato delle risorse idriche e per predisporre piani di infiltrazione delle acque nel sottosuolo. Ha infine denunciato il rischio che il Lago Cocibolca venga ulteriormente inquinato da imprese che, fino ad oggi, non sono mai state controllate. "Distruggere il Cocibolca - ha concluso Herrera - vorrebbe dire eliminare una disponibilità enorme di acqua per il futuro".

Terminate le esposizioni, il presidente Ortega ha espresso una seria preoccupazione per la situazione attuale e futura ed ha annunciato che verrà immediatamente preparato un progetto di legge per intervenire contro quelle imprese che stanno inquinando il Lago Cocibolca e che imporrà loro di investire sulla sicurezza ambientale o di chiudere i loro impianti.
Rispetto alla situazione dei pozzi privati, ha dichiarato che "non appena verrà approvata la Ley General de las Aguas Nacionales, queste imprese, questi grandi produttori ed i privati che usano le acqua nazionali per riempire le proprie piscine, verranno obbligati a pagare l'acqua che estraggono e che utilizzano".

Ortega ha anche ripreso il tema energetico. A partire da aprile entreranno in funzione le centrali inviate ed installate grazie agli accordi commerciali firmati con il governo venezuelano (e che fanno parte dell'ALBA) e che forniranno 60 MW. A partire da ottobre entrerà in funzione un'altra centrale da 60 MW proveniente da Cuba. Secondo Ortega "abbiamo pronto un piano d'emergenza nel caso in cui Unión Fenosa decida di andarsene e nel frattempo stiamo cercando di continuare con il dialogo".

La tensione tra il governo e la multinazionale spagnola, che gestisce la distribuzione dell'energia elettrica in Nicaragua, ha avuto una nuova impennata negli ultimi giorni.
L'assessore economico della presidenza, Bayardo Arce, si è recato in Spagna per riunirsi con i vertici della multinazionale e con membri del governo spagnolo. Secondo le dichiarazione di Ortega, Unión Fenosa avrebbe garantito che la loro filiale in Nicaragua era pronta a riattivare gli investimenti ed a rispettare il contratto firmato con il governo nicaraguense.
Le principali richieste del governo riguardano il pagamento degli altissimi debiti che Unión Fenosa ha con le imprese generatrici di energia, gli investimenti per diminuire le fughe di energia nella rete di distribuzione e la garanzia di una distribuzione 24 ore al giorno.
Le ultime dichiarazione di Ortega fanno nuovamente salire la tensione e riguardano la secca smentita da parte della filiale nicaraguense di Unión Fenosa rispetto a quanto accordato in Spagna.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org )

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