Nuova vittoria per gli studenti cileni
Il 9 aprile, il governo Bachelet ha presentato in Parlamento un progetto di legge che stabilisce la “Legge Generale sull’Educazione” che abroga la vecchia LOCE, Legge Costituzionale Organica d’Insegnamento, l’ultima legge della giunta militare che ancora oggi regge il fallimentare sistema scolastico cileno. Gli studenti cileni, che per tutto il secondo semestre dell’anno scorso hanno occupato scuole, piazze e strade, nonché le prime pagine dei giornali e le preoccupazioni di tutti i cittadini (professori e genitori in prima fila), hanno raggiunto un altro obiettivo: la sostituzione della parola “Insegnamento” con quella di “Educazione” è la vittoria di un sistema che torna a riconoscere il diritto all’educazione e finalmente si allontana dalle scelte della giunta militare che, come dice il testo stesso del progetto, “rappresentò un’involuzione rispetto alla tendenza storica aperta nel 1920, quando s’introdusse il concetto di Educazione rimpiazzando il tradizionale concetto di Istruzione”.
Ma non è soltanto un cambio simbolico: il progetto di legge, anche se ancora insufficiente, costituisce un buon passo avanti. Aumenta il ruolo che lo Stato dovrà svolgere nel garantire a tutti il diritto ad un’educazione di qualità e gli affida maggiori mezzi per intervenire direttamente sull’educazione di tipo privata (che in Cile raggiunge la metà degli studenti) e controllarla adeguatamente. Ad esempio, questo nuovo progetto di legge prevede che i cosiddetti “sostenitori” sia pubblici che privati debbano organizzarsi come “persone giuridiche senza fini di lucro”. Si pone fine in questo modo allo scandaloso business del “libero insegnamento”. La libertà d’insegnamento continua ad essere rispettata ma il progetto rafforza l’importanza primaria dell’educazione di qualità in condizioni di equità. In parole povere finalmente ed esplicitamente il diritto all’educazione è più importante. Ciononostante il problema più difficile rimane ancora irrisolto: come s’intende ricostruire il sistema nazionale d’educazione pubblica smantellato dal vecchio Pinochet? Dove cercare le risorse, che già esistono? Prossimamente il Consiglio dei Ministri consegnerà una serie di raccomandazioni e proposte di finanziamento e gestione dell’educazione pubblica, ed allora sarà in quel momento che si potrà parlare seriamente di una riforma che metta lo Stato in condizioni di “finanziare un sistema gratuito ed assicurarne l’accesso a tutta la popolazione”.
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