La "Semana Internacional del Detenido Desaparecido"
"Convención ahora: por el derecho de no ser desaparecido" è stato lo slogan della "Semana Internacional del Detenido Desaparecido" svoltasi dal 26 Maggio al 1 Giugno e organizzata dalla Federación Latinoamericana de Asociaciones de Familares de Detenidos Desaparecidos (Fedefam) allo scopo di smuovere l'opinione pubblica sulla questione delle sparizioni che ormai da decenni affligge il Sudamerica. Passati gli anni bui dell'Operazione Condor e delle dittature, in tutto il continente la desaparición continua purtroppo ad essere una pratica molto comune. Il recente caso dell'argentino Julio Lopez, da otto mesi scomparso e che rischia di diventare il primo desaparecido nella storia della democrazia argentina, i continui sequestri e uccisioni in Colombia ai danni di attivisti per i diritti umani e sindacalisti, le torture e gli assassini praticate nei confronti degli oppositori politici in Guatemala e Messico sono solo alcuni degli episodi più eclatanti di una lista purtroppo lunghissima.
Proprio per questo motivo la Fedefam ha utilizzato questa settimana di mobilitazione per ricordare che lo scorso 20 Dicembre la 61° Assemblea Generale dell'Onu aveva approvato all'unanimità la Convención para la Protección de Todas las Personas contra la Desaparición Forzada, che però potrà entrare in vigore soltanto se 20, tra i 57 paesi che l'hanno firmata in Febbraio a Parigi, decideranno di ratificarla. Questa è la sfida principale che nel breve periodo dovrà affrontare la Fedefam, una cui indagine evidenzia come in America Latina il numero delle vittime della sparizione forzata sia stimabile intorno alle centomila unità.
Inoltre il veloce raggiungimento della ratifica della Convenzione sembra quanto mai urgente poiché, secondo le denunce di Fedefam soltanto in quest'ultimo anno si sono verificate minacce, rappresaglie e atti di intimidazione contro avvocati, testimoni, difensori dei diritti umani e familiari dei desaparecidos: "la ratifica", spiegano i responsabili della Federación Latinoamericana de Asociaciones de Familares de Detenidos Desaparecidos, “consentirebbe di svolgere un importante lavoro legislativo" in un continente dove troppo spesso l'impunità continua a farla da padrona.
Insieme alla Fedefam si sono mobilitate Amnesty International, Human Rights Watch, la Federazione dei familiari desaparecidos dei paesi del Mediterraneo, la Federazione Internazionale dei Diritti Umani, Linking Solidarity e la Federazione Internazionale di Azione Cristiana Contro la Tortura. La ratifica della Convenzione non sarà un obiettivo facile da raggiungere, ma per intanto è stato redatto una sorta di manifesto comune che, tra i punti principali annovera: il diritto di conoscere la verità in merito al destino delle persone scomparse, il diritto dei familiari a recuperare i resti dei loro cari, la proibizione della detenzione clandestina, l'inclusione nel codice penale di ciascun paese del reato di "sparizione forzata", infine la definizione della desaparición come "crimine contro l'umanità".
L'appello della Fedefam affinché tutti gli stati del mondo ratifichino la Convenzione ha trovato una particolare eco in Argentina, dove ancora tiene banco il caso Julio Lopez.
In un durissimo comunicato diffuso on line dalla Agencia de Noticias Red Acción in occasione dell'"Encuentro Memoria, Verdad y Justicia" vengono rivolte pesanti accuse al governo di Nestor Kirchner, soprattutto quella di non essersi interessato del caso, sostenendo che "la repressione e l'impunità non sono anomalie, ma gli strumenti della politica antioperaia e antipopolare dell'esecutivo".
In particolare i movimenti sociali argentini chiedono l'immediata liberazione dei prigionieri politici, l'amnistia per coloro che hanno partecipato alle lotte popolari e invitano il governo a fare chiarezza sui presunti legami di numerosi esponenti delle forze armate con i fedelissimi della dittatura, oltre, ovviamente, a reclamare con forza l'immediata "aparición con vida" di Julio Lopez e una punizione esemplare per i responsabili e i mandanti del sequestro di Luis Gerez, rapito e torturato poco dopo Lopez, ma fortunatamente rilasciato vivo. "Questo governo", prosegue ancora il documento, "non solo sostiene l'impunità che dice di combattere, ma prosegue giorno dopo giorno con la repressione verso le lotte dei movimenti popolari, le lotte operaie, studentesche, per i diritti umani", riferendosi al caso di Carlos Fuentealba, che partecipava alle attività del movimento dei docenti di Neuquén per rivendicare i loro diritti e recentemente ucciso, e ai conseguenti sequestri di alcune persone che hanno partecipato alle mobilitazioni di protesta contro questo episodio.
La ratifica della Convenzione, se avvenisse soprattutto per istanza di numerosi paesi latinoamericani, rappresenterebbe uno smacco notevole per tutti coloro che intendono ancora utilizzare il Sudamerica come un laboratorio delle peggiori tecniche di repressione.
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