Latina

El Salvador - Chi deve a chi?

Incontro sul Debito Ecologico dell'Unione Europea con il Centroamerica
DICHIARAZIONE FINALE DI SAN SALVADOR
28 luglio 2007
Giorgio Trucchi

Incontro a San Salvador sul Debito Ecologico della UE con CA

Durante l'ultimo trimestre del 2007 inizieranno le negoziazioni tra l'Unione Europea (UE) ed i paesi della regione centroamericana, per firmare un Accordo di Associazione che sta generando molte preoccupazioni tra i movimenti sociali della regione.
La Lista Informativa "Nicaragua y más" ha conversato con Zulma Larín, della Red Sinti Techan (RST) del Salvador, per conoscere gli obiettivi dell'Incontro sul Debito Ecologico dell'Unione Europea con il Centroamerica che si sta svolgendo nella capitale salvadoregna.

- Quali sono gli obiettivi di questo incontro?
- È organizzato dalla Unidad Ecologica Salvadoregna, (UNES), la Red Sinti Techan (RST) e la Red Jubileo Sur. Ha l'obiettivo di scambiare idee ed esperienze sull'accumulazione del debito ecologico in America Centrale, e per avere strumenti politici e dire "No" all'Accordo di Associazione (AdA) tra l'Unione Europea ed il Centroamerica.

- Come vi siete preparati per questo incontro?
- Abbiamo individuato elementi che potessero aiutarci a riempire di contenuti il nostro rifiuto all'Accordo di Associazione e, in questo caso, l'accumulazione storica del debito ecologico è un punto di partenza per la nostra riflessione. Tutte le grandi accumulazioni di capitale sorgono a partire dalle invasioni e dal saccheggio dei nostri territori e delle nostre risorse, provocando forti impatti ambientali. In questo incontro vogliamo partire da queste esperienze del passato, per poi arrivare alla situazione attuale e vedere come le multinazionali europee si stanno ancora arricchendo a discapito dei nostri paesi, delle popolazioni e della nostra natura. È per questo motivo che parleremo di casi concreti che ci aiutino a capire come si continua ad accumulare questo debito ecologico.

- Si toccherà anche il tema della relazione tra debito ecologico, debito sociale ed il mondo del lavoro?
- Effettivamente, oltre agli impatti ambientali, in queste imprese si violano i diritti umani e lavorativi che generano anche un debito sociale. Presenteremo il caso di CALVO El Salvador, un'impresa di capitale spagnolo, dove esiste una reiterata negazione dei diritti lavorativi e sindacali di suoi lavoratori e lavoratrici.
Da una parte, CALVO ha insistito con il governo salvadoregno affinché venissero ratificati gli accordi internazionali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)*, mentre dall'altra ha iniziato subito a violarli apertamente. In Spagna rispetta questi diritti perché esiste un sistema legale che la obbliga a farlo, mentre nei nostri paesi imprese come CALVO ignorano qualsiasi tipo di diritto dei lavoratori e delle popolazioni e questo è quello che presenteremo durante l'incontro, affinché ci aiuti a riflettere.

- Il lavoro di questi due giorni sfocerà in una presa di posizione univoca delle organizzazioni presenti a questo evento?
- Sono presenti molte organizzazioni che lavorano su vari temi relazionati con quello che discuteremo.
Abbiamo forti contatti con altri spazi di riflessione ed azione come la Alianza Social Continental, il Foro Mesoamericano de los Pueblos, il Jubileo Sur-Sur ed è nostra intenzione fare arrivare a queste istanze le nostre riflessioni, per approfondire strategie di lotta e per avere elementi ben concreti che giustifichino il nostro rifiuto ad un Accordo di Associazione con l'Unione Europea. In base a quello che sorga dall'incontro, presenteremo una Dichiarazione finale, la quale verrà diffusa in tutti i paesi della regione affinché altre organizzazioni si integrino a questo sforzo.

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DICHIARAZIONE DI SAN SALVADOR

I rappresentanti di organizzazioni della regione Mesoamericana, con invitati dalla Colombia, Ecuador ed Argentina, riuniti nell'Incontro regionale sul Debito Ecologico realizzato i giorni 16 e 17 Luglio del 2007, per analizzare le implicazioni del pagamento del debito estero, al quale anteponiamo il debito storico, ecologico e sociale che hanno contratto i paesi dell'Unione Europea, gli Stati Uniti, con la regione, dichiariamo che:

- Esiste un debito storico, ecologico e sociale accumulato ed attuale dei paesi europei coi paesi mesoamericani.
- Questo debito si è incrementato mediante differenti forme di saccheggio di risorse naturali, violazioni dei diritti umani, prestiti per lo "sviluppo", investimenti distruttivi, imposizione di monocolture, inquinamento della biosfera etc. Tra tanti progetti si annoverano quelli della diga Chixoy del Guatemala, l'accordo di biopirateria della Merk-Inbio del Costa Rica e la concessione di Aguas de San Pedro Sula in Honduras ad un consorzio italiano.

Di fronte a questa realtà, e coscienti delle implicazioni dei Trattati di Libero Commercio come il CAFTA ed analizzando la nuova proposta di Accordo di Associazione dell'Unione Europea con il Centroamerica,

dichiariamo:

1. il contenuto di questa proposta si presenta come un accordo di cooperazione e di dialogo politico in cui si aggiunge la "etica e la responsabilità sociale". Le nostre organizzazioni riconoscono che non si tratta unicamente di una nuova negoziazione commerciale, ma cerca proteggere ed ampliare i diritti di investimento e gli interessi delle imprese multinazionali europee.

2. che questi paesi europei hanno un debito storico, ecologico, sociale e culturale che si è accumulato fin dai tempi della colonia e che oggigiorno continua ad incrementarsi attraverso forme più sofisticate come i Trattati di Libero Commercio, le condizionalità per nuovo prestiti e gli investimenti in diverse aree.

3. il rifiuto nei confronti di un'altra negoziazione che implica maggiore apertura commerciale e migliori condizioni per le multinazionali europee in detrimento delle popolazioni e della natura.

Pertanto esigiamo:

· La cancellazione incondizionata del debito estero dei paesi mesoamericani in quanto illegittimo, illegale ed immorale e la riparazione dei debiti sociali ed ecologici.
· Fermare i progetti, crediti e tecnologie che mettono in pericolo gli ecosistemi e le loro popolazioni, così come l'introduzione degli organismi geneticamente modificati.
· Non usare la spesa pubblica per progetti privati, come il sussidio alle multinazionali, caso Unión Fenosa in Nicaragua.
· Riconoscere gli impatti sociali, ambientali, culturali delle attività di sfruttamento delle risorse naturali, le monocolture per l'esportazione, il turismo ed ecoturismo su vasta scala.
· Realizzare studi per identificare i metodi più adeguati per la ristrutturazione degli ecosistemi che serva da base per quantificare i danni ed esigere il loro pagamento.
· Ristrutturare ed indennizzare le comunità colpite e gli ecosistemi distrutti.
· Verificare e sospendere le concessioni assegnate alle imprese nazionali ed internazionali per le quali è stato riconosciuto l'impatto di distruzione dell'ecosistema e della vita umana.
· Sostegno allo sviluppo endogeno che garantisce il diritto delle comunità al controllo ed uso dei suoi beni naturali.
· Il rispetto ai diritti umani degli emigranti che si sono stati obbligati ad emigrare al Nord a causa delle politiche neoliberiste per ragioni economiche ed ambientali.

Esprimiamo:

La nostra solidarietà coi paesi e comunità dell'America Latina che in questo momento stanno resistendo alle politiche neoliberiste, in modo particolare con:

- Il popolo del Costa Rica per la sua campagna a favore della non ratificazione del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, decisione che verrà presa con il Referendum del 7 ottobre.
- Le comunità che si oppongono in Mesoamerica alla costruzione di dighe, che si riuniscono nel Salvador per celebrare il IV Incontro della Red Latinomericana contra las Presas, per i fiumi, le loro comunità e l'acqua (REDLAR)
- Il popolo della República Dominicana che ha portato a termine con molto successo uno sciopero generale per i suoi diritti economici.
- Il popolo peruviano per la sua lotta contro la firma del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti.
- Il popolo di Oaxaca che soffre la repressione e la morte, la cattura di più di 40 cittadini tra donne, uomini, bambini e bambine che difendono la loro cultura ed il loro territorio dall'industria turistica promossa dal governo.

Inoltre, di fronte alla congiuntura nazionale che vive il popolo salvadoregno, esigiamo dalle autorità salvadoregne la libertà immediata ed incondizionata delle 16 prigioniere e prigionieri politici che sono stati catturati nei mesi di giugno e luglio a Suchitoto, Dipartimento di Cuscatlán e Tacuba Dipartimento di Ahuachapán, mentre facevano uso dei loro diritti cittadini di manifestarsi contro la privatizzazione dell'acqua e che sono stati ingiustamente accusati di terrorismo.

San Salvador, El Salvador 17 Luglio 2007


* La strategia di CALVO aveva l'unico obiettivo di poter accedere al Sistema Generalizzato di Preferenze plus (SGPp), che concedeva l'esportazione di prodotti nei paesi dell'Unione Europea senza pagamento di dazi, a quei paesi che avessero ratificato gli accordi con la OIL su diritti umani e lavorativi, protezione dell'ambiente e governabilità. Per informazioni più dettagliate e per partecipare alla Campagna internazionale a favore dei lavoratori e lavoratrici di CALVO visitare www.rel-uita.org

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