Latina

El Salvador - Imboscata del governo contro la popolazione

Repressione e violenza contro la società civile
28 luglio 2007
Giorgio Trucchi

   Bernardo Belloso del CRIPDES e la protesta della gente

L'approvazione in settembre del 2006 della discussa Legge Speciale Contro Atti di Terrorismo, e la detenzione con uso eccessivo di violenza di 14 persone che partecipavano ad una protesta contro la privatizzazione dell'acqua, ha destato profonda preoccupazione.
Malgrado siano trascorsi più di 15 anni dalla firma degli Accordi di Pace che hanno messo la parola fine alla sanguinosa guerra civile, per la società salvadoreña resta vivo il ricordo della repressione sistematica dei corpi di élite dell'Esercito e degli Squadroni della Morte, i quali operavano impunemente contro la popolazione civile.
I fatti accaduti a Suchitoto hanno risvegliato paure ed incubi che si credevano ormai sepolti insieme alle armi molti anni fa.

La Lista Informativa "Nicaragua y más" ha conversato con Bernardo Belloso, integrante della Giunta Direttiva della Asociación para el Desarrollo de El Salvador (CRIPDES), per conoscere i dettagli di quanto accaduto a Suchitoto e come ciò s'inserisce nel contesto attuale del paese centroamericano (originale in spagnolo su www.rel-uita.org )


- Che cosa è successo esattamente a Suchitoto?
- Prendendo in considerazione la problematica che esiste nel paese rispetto al deterioramento ambientale, alla situazione di estrema povertà della popolazione, alle disuguaglianze esistenti e alle violazioni dei diritti umani, varie organizzazioni sociali hanno promosso un foro con la partecipazione di rappresentanti dei municipi dei dipartimenti di Cuscatlán e Cabañas. Il foro verteva essenzialmente sulla problematica dell'acqua e sull'analisi del progetto della politica di decentralizzazione di questa risorsa, promosso dal presidente Antonio Saca.
Lo scorso 2 Luglio, il Presidente ha deciso di lanciare pubblicamente questo progetto a Suchitoto e purtroppo le due attività hanno coinciso nello stesso posto. A questa situazione bisogna anche aggiungere che varie organizzazioni di altre zone del paese si sono ritrovate a Suchitoto per protestare contro questa politica del governo, la quale anticipa una futura privatizzazione delle risorse idriche.

- Che cosa è successo dopo?

- Alcuni membri della nostra organizzazione erano in viaggio per poter partecipare al foro, quando sono stati intercettati ed arrestati violentemente da membri della Polizia Nazionale Civile (PCN). Invece di portarli ad una delegazione del Dipartimento, li hanno portati proprio nel luogo in cui si sarebbe svolto il foro, provocando la reazione della gente che era arrivata per partecipare all'attività. Mentre iniziava una forte discussione tra i leader comunali e la Polizia per tentare di ricomporre la situazione, sono arrivati improvvisamente i corpi speciali dell'Unità di Mantenimento dell'Ordine (UMO), tirando bombe lacrimogene, gas pimienta e cercando di sfollare la gente sparando pallottole di gomma.
È stato in questo momento che hanno catturato le altre persone, le quali sono state condotte alla Delegazione della Polizia della città. Abbiamo subito formato una commissione per negoziare la liberazione delle persone arrestate, ma all'improvviso è intervenuta nuovamente la UMO ed ha iniziato a picchiare ed a sparare sulla gente, provocando vari feriti ed intossicati. La gente ha iniziato a scappare ed è stata inseguita dagli agenti della UMO, mentre sul posto faceva il suo ingresso un forte contingente militare con mezzi corazzati (tanquetas). Alla fine non è stato possibile intavolare una negoziazione.

- Che cosa hanno fatto con la gente arrestata?

- Hanno fermato 14 persone e le hanno portate via senza dare nessun tipo di informazione, tanto che alla fine pensavamo fossero state fatte sparire come accadeva nel passato. Siamo poi riusciti a sapere che erano state condotte alla Delegazione di Cojutepeque e durante questo trasferimento, si sono verificati vari episodi di violenza e di violazione ai diritti umani.

- Che tipo di violazioni?

- Alcuni degli arrestati sono stati trasportati in elicottero e quando erano nelle vicinanze dal lago Suchitlan, alcune delle nostre compagne sono state minacciate dicendo loro che le avrebbero lanciate nel vuoto. Alcuni altri sono invece stati fatti scendere in un campo ed hanno simulato una fucilazione. Tutto questo lo consideriamo come un forte passo indietro rispetto al processo che abbiamo costruito a partire dagli Accordi di Pace del 1991.

- Quanta gente si trova ancora in prigione e qual è la loro situazione?

- Durante l'udienza pubblica che si è realizzata il 7 Luglio, la giudice speciale ha liberato il compagno Facundo Dolores García. Nonostante ciò, al resto delle compagne e compagni ha applicato una detenzione preventiva di tre mesi, affinché il PM possa svolgere le indagini del caso e gli avvocati difensori preparare la prossima udienza. Consideriamo che le condizioni in cui stanno vivendo le persone nei centri penitenziari è totalmente inumana. Non viene permessa la consegna di alimenti da parte dei parenti, dormono per terra, in uno stato di permanente sovraffollamento nelle celle ed in condizioni di totale insalubrità, senza acqua per lavarsi.
Inoltre, la loro vita corre seri rischi e subiscono continue minacce, sia da parte delle autorità che degli altri detenuti. Nel caso dei compagni che si trovano nel carcere di Mariona, a San Salvador, sono anche obbligati a pagare dei tributi agli altri detenuti per evitare di essere attaccati ed uccisi.
Vogliamo denunciare questa situazione inumana, non solo perché colpisce i nostri compagni e compagne, che consideriamo detenuti politici, ma anche perché è la situazione che normalmente si vive nelle carceri del Salvador ed attenta contro i diritti umani delle persone.

- Si dice anche che le persone arrestate siano ora accusate di terrorismo…

- In un primo momento le persone che viaggiavano in macchina sono state accusate di non avere rispettato un segnale stradale, ma il giorno dopo a Cojutepeque, le stavano già accusando, insieme agli altri arrestati, di organizzazione illecita, disordini nella via pubblica e danni alla proprietà, ed è totalmente falso.
Alla fine siamo giunti alla conclusione che si tratta di un fatto puramente politico, in quanto le persone responsabili della Delegazione della Polizia di Cojutepeque hanno ammesso che sono arrivati ordini dall'alto per far sì che le persone venissero arrestate. Per poter fare questo legalmente era necessario trovare una figura giuridica che lo permettesse e l'unico modo era accusarle di terrorismo.
La Legge Speciale Contro Atti di Terrorismo prevede infatti il carcere preventivo per tre mesi, per dare la possibilità al PM di svolgere le indagini e questo è quello che ha fatto la giudice speciale, la quale non ha nemmeno voluto vedere le prove d'innocenza presentate dagli avvocati difensori. Come movimenti sociali abbiamo già presentato un esposto in cui chiediamo che si accelerino i tempi dell'udienza pubblica, in modo da ottenere la liberazione immediata dei nostri compagni e compagne.

- Che lettura fate di questi fatti all'interno di un contesto sociopolitico più ampio che si sta vivendo in Salvador?

- Siamo di fronte ad una chiara manovra governativa per destabilizzare i movimenti sociali.
Il governo sa che la situazione di povertà nel paese si è acutizzata a causa della firma del CAFTA, e che la gente si sta organizzando per scendere in piazza ad esigere che non vengano più violati i diritti umani e che si sviluppino politiche per cambiare questa disastrosa situazione. Per poter far fronte a questa congiuntura, le forze reazionarie hanno approvato la Legge Speciale Contro Atti di Terrorismo, con la quale si proibisce con forza che la gente si organizzi e che manifesti per le strade. Esiste un attacco diretto e sistematico ai leader delle organizzazioni sociali ed è per questo motivo che inaspriremo le nostre proteste e le mobilitazioni, informando a livello nazionale ed internazionale e chiedendo, inoltre, che la Legge Speciale Contro Atti di Terrorismo venga abrogata.

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