Latina

Chiapas, l'avanguardia zapatista saluta i contadini di mezzo mondo

Si è chiuso nella Selva Lacandona il secondo incontro dei ribelli con i popoli del mondo. Le scuole e la sanità di Marcos e compagni un modello per tutti
29 luglio 2007
Gianni Proiettis
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)


Si è concluso ieri nel Caracol de La Realidad, in piena selva lacandona, il Segundo encuentro de los pueblos zapatistas con los pueblos del mundo. L'incontro, che ha riunito per nove giorni migliaia di partecipanti e si è trasferito in tre sedi differenti - Oventic, Morelia e La Realidad - ha permesso alle Juntas de Buen Gobierno, le amministrazioni civili inaugurate nel 2003, di esporre pubblicamente i progressi e i ritardi nella costruzione dell'autonomia indigena. Ma è anche servito a far conoscere i problemi dei contadini in altri paesi, che rispondono con differenti strategie e forme di lotta a una sola aggressione: quella delle multinazionali che si impadroniscono di intere regioni, scacciandone gli abitanti originali, per impiantarvi monocolture spesso transgeniche.
Gli zapatisti, in questo contesto, sembravano un'avanguardia privilegiata. Anche loro devono rispondere ad aggressioni di tutti i tipi - dai tentativi di organizzazioni paramilitari di sottrarre parte dei loro territori ai megaprogetti turistici nella selva lacandona - però il processo di autonomia che hanno messo in atto costituisce un formidabile scudo alle ingerenze governative e alla penetrazione delle multinazionali.
Nei giorni dell'incontro, le Juntas de Buen Gobierno hanno illustrato, con gli interventi dei loro minuscoli delegati e delegate in passamontagna, la costruzione dei nuovi sistemi di istruzione e sanità, il processo di autogoverno civile rotatorio - un prezioso esperimento di democrazia -, la ricerca di nuovi modi di produzione e commercializzazione.
La compañera Ofelia, del Caracol di Oventic, ha puntualizzato che, sebbene siano riusciti ad eliminare dai loro territori la presenza dei coyote - gli intermediari che accaparrano i prodotti pagando prezzi da strozzini -, fanno molta fatica a vendere la loro produzione artigianale a prezzi equi e a trovare un mercato al di fuori di quello strettamente locale. Quando le si è chiesto se il processo di emancipazione della donna sia a buon punto, dopo la proclamazione della Ley de mujeres nel 1993, votata dalle comunità zapatiste ancor prima dell'insurrezione armata, Ofelia ha risposto, con un prevedibile sorriso sotto il passamontagna: «È meglio che non dico niente, perché i nostri compagni lì in fondo ci stanno ascoltando. La verità è che molti di loro si rifiutano di fare lavori domestici perché dicono che è roba da femminucce».
La creazione di un proprio sistema educativo, che prescinda completamente dalle ingerenze e dall'appoggio istituzionale, è quella che va più a gonfie vele. Nella sola regione degli Altos, sono sorte ben 62 scuole zapatiste, in cui insegnano maestri locali basandosi su programmi completamente originali, che privilegiano le conoscenze pratiche - ecologia e agricoltura in primo luogo - e una visione della storia dal punto di vista dei popoli indigeni. Il promotor Abraham, dell'ejido Morelia, ha ricordato che sono state le stesse comunità zapatiste «a mettersi d'accordo su come dovevano essere le lezioni e che cosa si sarebbe insegnato». «Vogliamo un'istruzione - ha detto - che rafforzi la nostra cultura e le nostre lingue, il collettivismo, il compañerismo, che risponda alle necessità della nostra popolazione, che difenda la dignità di uomini e donne, che sia un modo di lavorare la nostra vita e la madre natura. Insegniamo ai bambini a condividere, non a competere. E' forse un delitto?».
Il sistema di salute, che ha all'attivo la creazione di numerose cliniche e posti di pronto soccorso locali, utilizza una formula originale, che combina la medicina allopatica occidentale con l'erboristeria indigena tradizionale. Alcuni studi recenti di ong internazionali hanno riscontrato meno mortalità, morbilità e denutrizione infantile nei territori zapatisti in comparazione con le regioni circostanti. Il punto debole è l'assenza di camere operatorie, ma il bilancio è in complesso positivo.
Sabato, nel Caracol de La Realidad («Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños») il subcomandante Marcos e i comandantes e comandantas zapatisti hanno concluso l'incontro con una grande festa prima delle grandi piogge.

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