Latina

Il Tratado de Seguridad Energetica punta a costruire una stabilità ed un'autonomia energetica del Sudamerica

Venezuela: Chávez lancia l'integrazione energetico-politica dei paesi del Caribe

Alla "Tercera Cumbre de Petrocaribe" è sorto anche il Fondo "Alba-Caribe"
13 agosto 2007
David Lifodi

L'integrazione energetica e politica tra il Venezuela e i paesi caraibici rappresenta il principale risultato emerso nel contesto della "Tercera Cumbre de Petrocaribe" svoltasi a Caracas (nella sala Bolívar della Pdvsa – Petróleos de Venezuela) lo scorso 10 Agosto. La firma del Tratado de Seguridad Energetica (Tse), fortemente voluto dal Venezuela, ha spinto il presidente venezuelano Chávez a garantire ai suoi omologhi del Caribe la fornitura di energia per duecento anni: "si tratta di una nuova forma di integrazione volta a rompere il paradigma del capitalismo" ha spiegato lo stesso Chávez, secondo il quale il Tratado de Seguridad Energetica avrà lo scopo di creare un piano strategico affinché ogni nazione caraibica sia in grado di creare poli autonomi di raffinazione. In attesa che il Caribe raggiunga una certa autonomia il Venezuela si impegnerà a rifornire ciascun paese del petrolio e gas provenienti dalla Falda Petrolifera dell'Orinoco, in grado di soddisfare le esigenze di queste nazioni ancora carenti nel settore. Il trattato, che oltre alla fornitura di gas, petrolio ed energia elettrica ha affrontato anche tematiche attinenti alle energie rinnovabili, è stato definito da Chávez come un documento storico, e ha visto la firma dei capi di stato di Grenada, Belize, Cuba, Repubblica Dominicana, Haiti, Nicaragua, Giamaica, Suriname, ovviamente su impulso del Venezuela, che dopo il suo ruolo da protagonista per un'informazione alternativa e non egemonizzata dagli Stati Uniti con Telesur, la presenza nel Banco del Sur, l'inaugurazione dell'Alba (Alternativa Bolivariana per le Americhe), adesso punta a costruire una stabilità ed un'autonomia energetica del Sudamerica nel segno di una grande alleanza politica e strategica a livello continentale. Proprio il ruolo dell'Alba è stato fondamentale, ha ribadito più volte Chávez, per l'adesione dei paesi caraibici al progetto di PetroCaribe, al quale vanno ad aggiungersi i due Tratados de Seguridad Energetica firmati con il Venezuela da parte di Argentina e Uruguay soltanto qualche giorno fa.
Un altro tratto importante di questo accordo così significativo riguarda la nascita di un fondo denominato "Alba-Caribe" che dovrebbe svolgere un ruolo sociale al pari delle esperienze già svolte in contesti molto simili dal Venezuela con Cuba e Bolivia: ad esempio i medici cubani nei ranchitos di Caracas in cambio di petrolio nell'ambito della già conosciuta missione "Barrio Adentro" e i progressi compiuti dal Venezuela e la stessa Bolivia per quanto riguarda la battaglia contro l'analfabetismo. "La sicurezza e la stabilità energetica del continente", ha spiegato il vicepresidente del Consiglio di Stato cubano Carlos Lage, "rappresenterà per i nostri popoli uno strumento di soluzione dei problemi sociali", mostrandosi inoltre molto interessato alla proposta di Chávez di convocare nel 2008 un vertice che riunisca tutti i partiti di sinistra per iniziare a dibattere sulle forme più consone volte a favorire le condizioni per la nascita del "socialismo del XXI secolo". In questo senso si è dimostrato molto disponibile il presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernández, che ha sostenuto con convinzione "l’idea di instaurare un dialogo franco e aperto con le forze progressiste e democratiche a livello politico-istituzionale, ambientale e di sviluppo economico e sociale".
Per quanto riguarda invece il discorso strettamente legato al Tratado de Seguridad Energetica (Tse) i paesi aderenti a questo vertice caraibico hanno già fissato il loro prossimo appuntamento: si riuniranno a fine anno in Nicaragua per discutere su come far avanzare il fondo "Alba-Caribe", che sorgerà con una percentuale di risparmio già insita nel Fondo Alba e che ammonta tuttora ad un importo di 450 milioni di dollari, al quale il Venezuela ha già contribuito con circa cento milioni di dollari. Infine in Nicaragua si ragionerà anche sulle modalità di PetroCaribe di garantire la sicurezza energetica e la stabilità economica negli anni futuri.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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