I media rivelano complotto per destituire Morales. Gli autori sarebbero gli indipendentisti di Santa Cruz
Il governo della Bolivia ha denunciato un complotto per destituire il presidente Evo Morales, per chiudere definitivamente i lavori dell'asseblea costituente e per portare al potere l'attuale sindaco di Potosì, Rene Joaquino. È quanto riferiscono i principali media locali sotto il controllo del governo, da Canal 7 a radio Patria Nueva, all'agenzia di notizie Abi, che raccontano del cosiddetto piano «per far cadere l'indio di merda» con riferimento al presidente Morales, elaborato nel ricco dipartimento di Santa Cruz dal movimento "Nacion Camba".
Il primo passo del complotto, secondo le informazioni ottenute dai servizi di intelligence e già trasmesse a Morales, è far fallire l'assemblea costituente; riunita a Sucre dal 6 agosto del 2006, finora non ha raggiunto alcun accordo sugli articoli della nuova Costituzione per la Bolivia e, per legge, dovrà chiudere i lavori il prossimo 14 dicembre. Come secondo passo, dovranno nascere tensioni a livello regionale, tra i dipartimenti di Oruro e Potosi, per il controllo della Comibol, la confederazione statale delle miniere. Terzo passo saranno una serie di proteste per destituire il governo Morales.
Stando al documento attribuito alla "Nacion Camba", «quando la pressione diventerà intollerabile, il governo cadrà. Ma dobbiamo assicurarci - hanno scritto i cospiratori- che sia una rinuncia totale, non vogliamo il vicepresidente. Il governo dovrà passare nelle mani del presidente del Senato, questo è molto importante», si legge nel documento.
Subito dopo verranno indette nuove elezioni e il sindaco di Potosi, Rene Joaquino, sarà appoggiato dai dipartimenti orientali boliviani nella sua candidatura alla presidenza, conclude il documento diffuso dai media.
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