Latina

Furono arrestati nel 1998 negli Usa mentre cercavano di smascherare attività terroristiche contro Cuba

Cuba: il Sudamerica chiede la liberazione dei Cinque

In questi giorni si sono svolte marce e iniziative in tutto il continente sudamericano per manifestare solidarietà ai cinque cubani
15 settembre 2007
David Lifodi
Fonte: Adital

La libertà per i Cinque, la protesta per le scarse visite che possono ricevere dai familiari, infine la richiesta di estradizione di Posada Carriles agli Stati Uniti: sono questi i punti principali del Comité Internacional por la Libertad de los Cinco Cubanos, resosi protagonista di un appello rivolto principalmente agli Stati Uniti e ai paesi dell'America Latina per mobilitare l'opinione internazionale sul caso di Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez, René Gonzalez e Ramon Labañino. Popolarmente conosciuti come i Cinque, Gerardo, Antonio, Fernando, René e Ramon furono arrestati a Miami il 12 Settembre 1998: erano giunti appositamente negli Stati Uniti dall'Avana per smascherare le attività terroristiche in procinto di essere portate a termine nel loro paese da parte della potente Fondazione Cubano-Americana di Miami con la complicità dei vari governi che si sono succeduti fino ad oggi alla Casabianca. Solo un anno prima sull'isola erano scoppiati una serie di attentati contro alberghi e altre strutture turistiche per minare l'afflusso dei visitatori stranieri a Cuba in cui perse la vita anche il giovane imprenditore italiano Fabio Di Celmo.
Mentre i Cinque subivano la condanna a quattro ergastoli per "spionaggio e attività terroristiche", sebbene la maggior parte dei capi d'accusa contro di loro riguardasse soltanto l'utilizzo di documenti falsi per giungere negli Stati Uniti e non attività volte a destabilizzare gli Stati Uniti tramite azioni violente, Luis Posada Carriles (esiliato cubano al servizio della Cia e delle organizzazioni cubano-americane della Florida) era libero di organizzare attentati contro l'industria turistica di Cuba godendo di protezioni ad altissimo livello nel governo statunitense. Responsabile dei peggiori atti di sabotaggio di cui ormai tutti sono a conoscenza (il più noto l'esplosione alla metà degli anni '70 di un aereo di linea cubano che provocò oltre 70 vittime civili), Posada Carriles ha sempre goduto della protezione degli Stati Uniti, che ne rifiutano l'estradizione per un giusto processo, mentre i Cinque, paradossalmente "responsabili" di osservare e denunciare per il loro paese quelle attività terroristiche che la Casa Bianca si vanta ipocritamente di combattere, hanno subìto una condanna pesantissima talmente poco credibile che la stessa Corte di Atlanta nel 2005 affermò che il processo svoltosi a Miami non era stato equo. "L'amministrazione Bush mette in atto una politica ipocrita nella sua lotta contro il terrorismo", ribadiscono gli aderenti alla Jornada Internacional por la Liberación de los Cinco Cubanos Patriotas (tra cui molti statunitensi), "e il caso dei Cinque è il maggior esempio di questa politica infarcita di bugie, poiché tutti i paesi, compresa Cuba, hanno il diritto di difendersi contro il terrorismo e nessun paese, Stati Uniti inclusi, può permettersi di proteggere terroristi responsabili di crimini orrendi: l'ingiustizia più grande è che Posada Carriles è libero e i Cinque che difendevano il loro paese contro il terrorismo si trovano in carcere".
In questi giorni si sono svolte marce e iniziative in tutto il continente sudamericano per manifestare solidarietà ai cinque cubani: in Brasile il Movimiento Brasileño de Solidaridad con Cuba ha inviato una lettera all'ambasciata statunitense a Brasilia, al consolato Usa di San Paolo e al Congresso americano per chiederne la liberazione, in Argentina, Messico, Perù, Cile sono state organizzate proteste di fronte agli uffici di rappresentanza e alle ambasciate degli Stati Uniti, mentre nella Plaza Bolivar di Caracas sono state liberate cinque colombe per dimostrare la liberazione simbolica dei Cinque. Tra le principali violazioni commesse in carcere contro i Cinque non si può non sottolineare le scarse visite dei familiari: il governo degli Stati Uniti ha più volte negato il visto alle mogli di Gerardo Nernandez e René Gonzalez. Inoltre, i Comitati per la Difesa dei Diritti Umani sottolineano come non esista alcuna prova per mantenere i Cinque in prigione, contrariamente ai vari emissari inviati dagli Stati Uniti nell'isola con il preciso scopo di provocare e creare tensione ad arte nel paese.
Infine, gli stessi comitati di solidarietà con i Cinque, che vantano tra i più attivi proprio quello nato negli Stati Uniti, hanno evidenziato come ci siano state dichiarazioni di alcuni tra i più alti gradi militari secondo i quali è praticamente impossibile accusarli di spionaggio poiché non esiste alcuna prova di questo tipo contro di loro.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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