Latina

E' stato responsabile di 7 omicidi

Argentina: ergastolo per il cappellano militare Von Wernich

La Chiesa argentina stette dalla parte dei torturatori invece che delle vittime
12 ottobre 2007
David Lifodi
Fonte: Servicio de Prensa Alternativa

Avrebbe continuato tranquillamente a celebrare la messa in Cile sotto falso nome nei dintorni di Valparaiso l'ex cappellano della polizia argentina Christian Von Wernich, se nel 2003 non fosse stato scoperto e portato nel suo paese per essere processato. Von Wernich, conosciuto a El Quisco (Cile) come Christian González, alla fine ha pagato con l'ergastolo grazie alla sentenza del Tribunale Federale di La Plata, che ha avuto il merito di aprire una breccia tra i silenzi, l'omertà e le ambiguità delle alte gerarchie ecclesiastiche argentine. Fino all'ultimo il cappellano militare ha tenuto un atteggiamento provocatorio con dichiarazioni sprezzanti nei confronti dei parenti delle vittime, e la stessa cupola della Chiesa argentina ha rilasciato dichiarazioni molto ambigue, a partire da quella sconcertante del suo vescovo della Diocesi Nueve de Julio, il quale si è limitato a dire che sarà il diritto canonico ha decidere la procedura disciplinare contro Von Wernich, invocando soltanto in seguito un generico perdono. Lo stesso Bergoglio, primate della Chiesa di Buenos Aires, pur dicendosi sconcertato per le gravi accuse formulate contro Von Wernich, ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto infuriare le associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, in cui si invoca una improbabile riconciliazione: "Gli argentini devono sforzarsi per uscire dalla spirale dell’odio e del rancore".
Responsabile di 7 omicidi, 31 casi di tortura e 42 privazioni di libertà, Von Wernich ha sempre sottolineato di aver agito in nome di Dio: per fortuna le sue dichiarazioni sono state ampiamente sconfessate dalle comunità cristiane di base. Secondo il sacerdote Rubén Capitanio "la Chiesa argentina stette dalla parte dei torturatori invece che delle vittime, e questa è una macchia enorme che difficilmente potrà essere cancellata".
Per il giudice Carlos Rozanski e Norberto Lorenzo (uno dei membri della Corte), l'ergastolo a Von Wernich non solo rappresenta un fatto storico perché per la prima volta viene condannato un membro di primo piano della Chiesa, ma soprattutto perché questa sentenza potrebbe condurre la Chiesa stessa "ad avviare una profonda autocritica sul comportamento tenuto durante gli anni della dittatura". La complicità di una parte della Chiesa cattolica con la dittatura fu tale che finirono trucidati sotto i colpi del regime di Videla, Astiz e gli altri gerarchi non solo i montoneros o i militanti di sinistra, ma anche numerosi cattolici del Movimiento del Tercer Mundo, oltre che le due suore francesi Léonie Duquet e Alice Domon.
La sentenza contro Von Wernich arriva in un momento molto particolare per l'Argentina, che a fine ottobre si recherà alle urne con la moglie del presidente Kirchner, Cristina Fernandez, candidata favorita alle presidenziali, mentre il marito è accusato dai movimenti di non essersi impegnato a fondo per evitare i sequestri di persona, le torture e le minacce ricevute dai militanti piqueteros e dai testimoni chiave nei processi contro gli aguzzini dei desaparecidos. Se Nestor Kirchner ha dichiarato esemplare la sentenza contro Von Wernich e ha fatto della giustizia per i desaparecidos uno dei punti cardine del suo mandato (come gli hanno riconosciuto anche le Madres de Plaza de Mayo), la scomparsa di Julio Lopez (testimone nel processo contro il torturatore Etchecolatz e tuttora desaparecido, il numero trentamilauno nella storia argentina), le sparizioni, i sequestri e le riapparizioni dopo poco tempo con segni di tortura sul corpo inferte ad alcuni militanti dei movimenti sociali hanno dato l'impressione che il presidente non si sia interessato di questi casi come avrebbe dovuto, secondo l'accusa del Movimiento Trabajadores Desocupados e del Frente Popular Dario Santillan.
La storia di Von Wernich riapre infine ombre sul ruolo del nunzio apostolico italiano Pio Laghi: secondo alcuni avrebbe cercato di fare luce sulle nefandezze della dittatura, ma il suo stretto contatto con la giunta militare argentina porta piuttosto a ritenerlo un complice di primo piano: "è stato responsabile di un circo a cui tutti partecipavano" ha dichiarato con durezza Hebe de Bonafini.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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