Uruguay: lo Stato riconosce radio e tv comunitarie
"Un modello da seguire in tutta l'America Latina": non poteva esserci complimento migliore delle parole di Amarc (Asociacion Mundial de Radio Comunitarias) per sottolineare l'importante progetto di legge approvato a maggioranza dal Senato uruguayano, che obbliga lo Stato a promuovere, riconoscere e garantire l'esistenza di radio e tv comunitarie. Il 14 Novembre, data dell'approvazione, rappresenta quindi una giornata storica per il piccolo paese sudamericano, che si distingue così rispetto al vicino Brasile, al Cile e a tutti gli stati del Centroamerica, dove i mezzi di informazione comunitari sono spesso osteggiati dai governi, sopraffatti da poche famiglie detentrici della grande maggioranza dei media, e spesso oggetto di minacce o peggio per la loro insostituibile attività di controinformazione, indipendenza e utile strumento per le popolazioni locali.
La maggior parte dei media alternativi ha definito il progetto di legge come una delle "migliori legislazioni in materia di libertà di espressione e informazione comunitaria in tutto il continente", nonostante il giudizio non trovi allineate alcune realtà facenti capo ad Ecos (Coordinadora de Radios Comunitarias del Uruguay). Nel loro comunicato pubblicato sul sito del nodo uruguayano di Indymedia (uruguay.indymedia.org), questa proposta di legge, approvata dalla Camera dei Deputati nel Maggio di quest'anno, non promuoverebbe una vera partecipazione sociale, soprattutto a causa delle numerose imposizioni burocratiche (una per tutte l'obbligatorietà di nominare una persona giuridica). Al contrario, Ecos propone una autoregolamentazione per quanto riguarda le frequenze, mentre contestano la discrezionalità del potere esecutivo nella concessione e amministrazione delle frequenze stesse.
Gli aspetti più significativi del progetto di legge prevedono il riconoscimento della radiodiffusione comunitaria come un settore complementare agli organi di comunicazione commerciali e statali, oltre a garantire alle radio comunitarie un terzo delle frequenze disponibili in AM e FM. Proprio il tema delle frequenze è sempre stato quello più controverso nella battaglia che spesso vede opposte le radio comunitarie contro governi e veri e propri oligopoli dell'informazione (spesso alleati in tutto il Sudamerica): al contrario, in Uruguay i media comunitari potranno finalmente usufruire del diritto di ottenere risorse economiche (tramite pubblicità, donazioni private, la concessione del patrocinio) per garantirsi il proprio sviluppo e una loro indipendenza economica.
Un altro punto innovativo del progetto di legge introdotto nella legislazione uruguayana prevede procedimenti trasparenti nella concessione delle frequenze, a partire dalla realizzazione di riunioni aperte al pubblico per la loro concessione e rinnovo: questo dovrebbe garantire, tramite l'impegno dello Stato, maggiori garanzie per il genere dei programmi che le radio comunitarie vorranno trasmettere, mentre finora l'assegnazione e il permesso di trasmissione erano utilizzati come meccanismi di censura indiretta più o meno velata da parte dei vari governi di turno. In questo contesto rientra la nascita di un organismo statale che ricoprirà una sorta di ruolo di garante, denominato Consejo Honorario Asesor de Radiodifusión Comunitaria, che sarà composto da rappresentanti dagli stessi rappresentanti delle radio comunitarie, da membri di università pubbliche e private e, infine, da associazioni in difesa della libertà di espressione.
La scelta dei senatori di apportare ulteriori miglioramenti al testo originale del progetto di legge, che peraltro non sarà modificato nei contenuti principali, porterà probabilmente il progetto ad un nuovo passaggio dalla Camera dei Deputati, ma molto probabilmente l'approvazione definitiva del progetto e la sua conversione in legge avverrà entro la fine dell’anno.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Anche un terzo dell’elettorato di centro-sinistra favorevole alle perquisizioni volute dalle destre
Uruguay: l'ossessione per la sicurezza contagia il Frente Amplio
Promosso sul tema un referendum per il 27 ottobre, in contemporanea con le presidenziali che sanciranno chi guiderà il paese dopo i cinque anni di governo neoliberista di Lacalle Pou.23 settembre 2024 - David Lifodi - Sotto accusa la pessima gestione dell’emergenza da parte del governo conservatore di Lacalle Pou.
La sete dell'Uruguay
Siccità e saccheggio dell’oro blu alla radice della crisi idrica che dal giugno scorso ha messo in ginocchio il Paese nonostante nella Costituzione del 2004 l’acqua sia dichiarata “un diritto umano fondamentale”.3 settembre 2023 - David Lifodi - Provvedimenti repressivi in Uruguay, Bolivia, Colombia, Cile
America latina: dal corona virus al corona golpe
La pandemia utilizzata dai governi di destra per ristabilire l’ordine pubblico. E crescono gli omicidi contro i lottatori sociali3 aprile 2020 - David Lifodi - Con il presidente Lacalle Pou la politica estera del paese vira a destra
L’Uruguay esce da Unasur e aderisce al Tiar
Montevideo ha sostenuto la rielezione all’Osa del connazionale Almagro, falco anti-chavista21 marzo 2020 - David Lifodi
Sociale.network