Latina

La Corte d'Appello pronta ad emettere la sentenza

Nicaragua - Arnoldo Alemán in carcere?

Manovra del governo per obbligare il PLC a non inasprire
il conflitto tra Legislativo ed Esecutivo?
13 dicembre 2007
Giorgio Trucchi

L'ex presidente Alemán con la moglie (©Foto G. Trucchi)

Nuvole nere all'orizzonte per l'ex presidente Arnoldo Alemán, condannato in primo grado a vent'anni di carcere per una lunga serie di reati, tra cui riciclaggio di denaro, frode, peculato ed associazione a delinquere.

La presidentessa della Sala Uno della Corte d'Appello di Managua, Ileana Pérez, ha letto il progetto di sentenza da lei redatto e già firmato dall'altra magistrata, Angela Dávila, entrambe di tendenza sandinista. Il progetto conferma la prima sentenza emessa nel 2002 dall'allora giudice Juana Méndez, oggi magistrato della Corte Suprema de Justicia (CSJ).
La sentenza finale dovrebbe essere emessa nei prossimi giorni e potrebbe comportare il trasferimento di Alemán nel carcere "La Modelo" di Tipitapa, a pochi chilometri da Managua.

La decisione della Corte d'Appello di riprendere in mano il caso dell'ex presidente Alemán ha colto il paese di sorpresa, nonostante esistessero elementi prettamente politici che indicavano questa possibilità

Il peregrinare di Alemán

Dopo cinque anni passati tra carcere (molto poco) e arresti domiciliari nella sua lussuosa finca "El Chile", Alemán aveva ricevuto una sempre più ampia libertà di movimento, fino ad ottenere la possibilità di circolare liberamente per tutto il territorio nazionale.
Ne aveva ovviamente approfittato per riprendere in mano le redini del suo partito (Partido Liberal Constitucionalista - PLC) e per buttarsi nuovamente a capofitto in politica, tentando di arginare la crescente opposizione interna che vorrebbe un partito meno dipendente dalle vicende personali del suo, fino ad ora, leader indiscusso.

Alemán incarna l'immagine del classico caudillo in grado di infiammare le masse antisandiniste e nel passato è stato elemento di coesione all'interno del mondo liberale ed unica opzione contro la paura di un ritorno di Daniel Ortega al potere.
Le accuse di corruzione, il voltafaccia da parte degli Stati Uniti che non lo consideravano più come baluardo contro lo spauracchio Ortega ed il bisogno di mantenersi con qualche carica istituzionale per continuare a godere dell'immunità parlamentare, hanno portato Alemán a trattare sempre più apertamente con il Frente Sandinista, senza sapere che da lì a poco questa scelta lo avrebbe danneggiato irrimediabilmente, conducendo il partito in un vicolo cieco.

Una volta rimasto senza l'immunità parlamentare e condannato in primo grado, Alemán si è trovato in balia di giudici e magistrati di tendenza sandinista e negli ultimi 5 anni la sua sorte è dipesa dall'evolversi della situazione politica del paese.

Questo legame quasi simbiotico tra le sorti di Alemán e il PLC, hanno creato una spaccatura interna, fomentata dall'ex presidente Bolaños, dall'amministrazione nordamericana e di cui ne ha approfittato il Frente Sandinista che, durante le ultime elezioni del 2006, è finalmente riuscito ad affrontare un'opposizione irrimediabilmente separata.
Il risultato è noto: Ortega, al quarto tentativo, è diventato nuovamente Presidente della Repubblica e le due fazioni liberali (la ALN di Eduardo Montealegre e il PLC di Alemán) si sono divise il voto antisandinista, con gravi ripercussioni all'interno del PLC che hanno cominciato a minare l'immagine del suo leader, sempre in balia dei giudici e di un processo d'appello che veniva strategicamente ritardato.

Alemán in carcere?

La situazione sembra ora precipitare ed il caudillo liberale ha dovuto affrontare un'opposizione interna senza precedenti.
Le pressioni da parte della base del PLC e della ALN per l'unità del liberalismo, in funzione di una dura opposizione al progetto di riforma istituzionale del governo Ortega, sono state riprese da numerosi deputati all'interno del Parlamento. Il "peso" di un Alemán sempre sotto il ricatto del FSLN (pena il suo ritorno in carcere) ha innalzato il livello dello scontro interno, esplodendo nel momento in cui PLC e FSLN iniziavano una nuova negoziazione per riformare la Costituzione e passare dal sistema presidenzialista a quello parlamentare.

Lo scontro istituzionale attualmente in atto (vedi "Scoppia crisi istituzionale" dicembre 2007 su www.itanica.org ) per la creazione dei Consejos del Poder Ciudadano (CPC), ha di fatto paralizzato i lavori del Parlamento.

I deputati del PLC, ALN e MRS hanno conformato il "Bloque contra la Dictadura" ed hanno forzato un cambiamento dell'agenda legislativa. Il prossimo venerdì 14 dicembre, ultimo giorno prima delle vacanze natalizie, il Parlamento presenterà tre proposte legislative che sono state imposte dall'opposizione al presidente della Giunta Direttiva della Asamblea, il sandinista René Nuñez:

- interpretazione autentica della Ley de Amparo (con questa legge la Corte d'Appello di Managua aveva sospeso la pubblicazione della Legge 630, che decretava il divieto per Ortega di nominare i CPC ed era stata usata dai magistrati sandinisti della Corte Suprema de Justicia per dichiararla incostituzionale);

- decreto legislativo che annulla la risoluzione della Corte Suprema de Justicia (da molti considerata un'aberrazione giuridica dato che un decreto del Parlamento non può annullare una sentenza del massimo organo giudiziale...ma in questo Nicaragua tutto è ormai possibile);

- presentazione di una Legge d'Amnistia (per tutti i reati del passato legati all'amministrazione pubblica).

Rispetto a questo ultimo punto, il deputato del PLC, Maximino Rodriguez, ha dichiarato che "il Frente Sandinista si è reso conto che d'ora in poi i temi da trattare in Parlamento verranno decisi dai gruppi dell'opposizione secondo ciò che a noi sembra più urgente e non in base ai temi che interessano al presidente Ortega. Siamo tutti d'accordo nel credere che Ortega voglia mantenere molti dirigenti politici come ostaggi. L'amnistia vuol dire perdono e dimenticanza e in questo caso si riferirebbe a tutti quegli illeciti vincolati alla gestione della politica".

Il duro scontro in atto, la possibilità che venga approvata un'amnistia che coinvolgerebbe Alemán ed anche il leader della ALN, Eduardo Montealegre (per il caso dei CENIs), la paralisi del Bilancio della Repubblica (per legge deve essere approvato entro il 15 dicembre) e la minaccia dell'opposizione di sospendere i fondi per i programmi "Hambre Cero" ed "Usura cero", hanno scosso profondamente le relazioni tra FSLN e PLC.
Alemán sembra quindi essere il primo a farne le spese e gli si spalancano nuovamente le porte del carcere. In un primo momento il portavoce del PLC, Leonel Teller, gli ha consigliato di fuggire e di chiedere asilo politico in un'ambasciata.

La tragicommedia è però durata poco. La moglie ha confermato che il leader del PLC si trova ne "El Chile" in attesa della sentenza e pronto ad affrontare ciò che accadrà nelle prossime ore.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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