Brasile: Human Rights Watch denuncia una continua violazione dei diritti umani
Aggressioni contro le radio comunitarie, pistoleiros che godono dell'impunità, grandi famiglie proprietarie di enormi estensioni della terra che minacciano le comunità indigene: questo è il quadro degli eventi degli ultimi giorni in Brasile, proprio quando uno studio di Human Rights Watch denuncia come la violazione dei diritti umani nel più grande paese dell'America Latina sia ancora, purtroppo, pratica ampiamente comune.
La ong non si limita solo a sottolineare la lentezza e la scarsa decisione del governo brasiliano nel punire militari e poliziotti coinvolti in sequestri e torture durante gli anni della dittatura militare (durata poco più di un ventennio, dal 1965 al 1984), ma anche ad evidenziare come le violazioni dei diritti umani raramente finiscano per andare a giudizio.
I fatti di questi ultimi giorni sono particolarmente esemplificativi di questa situazione.
La prima cattiva notizia: circa centocinquanta famiglie del Movimento Sem Terra hanno occupato una fazenda di 900 ettari nello stato di Santa Catarina. Appena realizzata l'occupazione il Mst è finito sotto il tiro incrociato di squadracce di pistoleiros che inoltre, dall'esterno della fazenda, impediscono l'ingresso di cibo, coperte e generi di prima necessità per rifocillare gli occupanti. Nonostante le istituzioni dello Stato, insieme alla Polizia Militare, cerchino di dissuadere i pistoleiros, per il momento i Sem Terra continuano ad essere assediati all'interno della fazenda in condizioni precarie e in una situazione rischiosa.
Ci spostiamo nel Parà, dove la Polizia Federale, su ordine dell'Anatel (Agência Nacional de Telecomunicações) ha sgomberato violentemente la radio comunitaria Resistência FM, voce del Movimento Sem Terra di Belém. Armati come se dovessero compiere un'azione contro criminali pericolosissimi, gli agenti hanno letteralmente distrutto la redazione della radio, danneggiando in modo irreparabile gli apparati tecnici ed elettrici della radio e tagliando la linea telefonica, oltre a stracciare tutto il materiale utilizzato dal Mst per divulgare le proprie idee. Infine, l'attivista del movimento in quel momento in redazione è stato arrestato e portato via dalla Polizia Federale. "Non accettiamo che le nostre attrezzature siano distrutte o rubate e il nostro materiale sequestrato", denuncia la commissione comunicazione del Movimento Sem Terra, "Resistência FM tornerà molto presto”.
Resta però il fatto che, nonostante le denunce dei movimenti sociali, il governo brasiliano sembra non essere in grado di intervenire rispetto a gli abusi commessi nei singoli stati: è per questo motivo che i leader indigeni della terra Raposa Serra do Sul (Roraima) si sono rivolti all'Onu affinché solleciti il governo a cacciare dalla loro terra un numeroso gruppo di grandi famiglie di proprietari terrieri: nonostante sia stata riconosciuta fin dal 2005 la presenza degli indios, un gruppo di proprietari di grandi coltivazioni in quell'area si rifiuta di lasciare la zona. Il programma Amazonia Brasileira (prodotto dalla Radio Nacional de la Amazonia) ha ribadito che la priorità del governo, in collaborazione con la Funai (Fundação Nacional do Indio), è quella di appoggiare le legittime richieste degli indigeni, ma ancora una volta sono i grandi proprietari terrieri che per il momento possono permettersi di dirigere le operazioni.
Contro il legame agrobusiness-fazendeiros (con la complicità di un governo troppo spesso vicino alle grandi transnazionali), si riuniranno a Três Passos (Rio Grande do Sul) da oggi al 4 Febbraio i movimenti dei giovani contadini: l'occasione è quella di celebrare i 25 anni della Pastoral da Juventud Rural. Uno spiraglio di luce nella sequela di brutte notizie di fine Gennaio.
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