Nicaragua - No alle imposizioni del FMI
Lavoratori e lavoratrici della Sanità ed Educazione protestano a Managua
26 febbraio 2008
Giorgio Trucchi
Centinaia di affiliati alla Asociación Nacional de Educadores de Nicaragua (ANDEN) e alla Federación de Trabajadores de la Salud (FETSALUD), organizzazioni sindacali appartenenti al Frente Nacional de los Trabajadores (FNT), hanno manifestato davanti alla sede del Banco Central de Nicaragua (BCN), dove da alcune ore si stava realizzando una riunione tra il governo e la delegazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), da poco arrivata nel paese.
Nel 2007, il governo del presidente Ortega ha firmato un accordo triennale con il FMI e per la prima volta dall'inizio degli anni 90, sono state proposte ed inserite strategie concrete per la riduzione della povertà e limitate le imposizioni che storicamente questo organismo internazionale ha imposto ai governi di turno.
Se da una parte il governo ha più volte dichiarato di non accettare che gli organismi finanziari internazionali s'immischino direttamente nelle politiche interne del paese e di avere come progetto futuro quello di poter prescindere da tali accordi, dall'altra durante questo primo anno ha seguito abbastanza fedelmente ciò che il FMI ha posto come condizione, prima tra tutte il rispetto del pagamento del Debito Interno (originato in gran parte dal pagamento dei famigerati CENIs alle banche nazionali) e il controllo dell'aumento della massa salariale, che non può essere superiore al 12 per cento annuo.
Su questi temi il FNT (federazione sindacale vicino all'attuale governo) ha mantenuto posizioni molto dure, criticando lo stesso governo per essere molto spesso troppo cauto ed attaccando soprattutto il presidente del Banco Central de Nicaragua, Antenor Rosales, principale ispiratore e negoziatore degli accordi con il FMI.
Secondo Róger Benito Acevedo, responsabile de Asuntos Laborales di ANDEN, "il principale motivo per cui i lavoratori e le lavoratrici organizzati nel FNT, la Coordinadora Social e il Movimiento Comunal sono qui oggi è per ripudiare la politica ricattatoria del FMI. Sono stati 16 anni d'imposizione di questo tipo di politica che ha portato miseria e disoccupazione al popolo nicaraguense. Rifiutiamo questo tipo di politica e di modello economico e stiamo lottando affinché sia il popolo nicaraguense che decida come investire le risorse economiche del Bilancio della Repubblica. Chiediamo al governo di rifiutare questa politica impositiva".
Acevedo ha anche chiarito quali sono queste politiche impositive del FMI. "Rifiutiamo questo atteggiamento di voler decidere su quanto debba essere l'incremento salariale dei lavoratori e della lavoratrici nicaraguensi e di voler imporre l'approvazione in Parlamento di una Legge Energetica che condanni la fuga di energia elettrica. A questo proposito - ha continuato il leader sindacale - non possiamo negare che ci siano molte persone che si collegano illegalmente per avere energia elettrica nelle proprie case, ma sono le migliaia di nicaraguensi che vivono in miseria e che non sono in grado di pagare l'alto costo di questo servizio".
Rispetto al tema dei Certificados Negociables de Inversión (CENIs) e degli innumerevoli casi di corruzione che hanno portato al fallimento di cinque banche, il FNT ha assunto una posizione molto chiara, che contrasta con quanto annunciato dal Banco Central e dallo stesso presidente Ortega.
"Rifiutiamo totalmente il pagamento ai banchieri degli interessi derivanti dai CENIs. Esiste una risoluzione della Contraloría de la República (Corte dei Conti) che dichiara nulla l'emissione di questi titoli e che evidenzia chiaramente che si tratta di un furto e di un saccheggio delle risorse economiche del paese. Chiediamo al governo di andare a fondo su questo tema e recuperare queste risorse che servono per migliorare le condizioni della popolazione", ha concluso Acevedo.
A rischio gli aumenti salariali dei maestri?
Uno dei principali timori resta però la possibilità che in questa prima verifica degli accordi tra governo e FMI vengano messi a rischio gli aumenti salariali da poco concessi al settore istruzione.
Durante la scorsa settimana, il Ministero dell'Istruzione (MINED) e 11 organizzazioni sindacali del settore, tra cui ANDEN, hanno firmato un accordo nel quale si ratifica un sostanzioso aumento salariale per tutto il settore.
Secondo il ministro Miguel De Castilla, "questi accordi hanno l'obiettivo di cercare di ridurre progressivamente le distorsioni provocate dalla figura dell'Autonomia Scolastica, introdotta dai governi neoliberisti del passato. È un accordo che rispetta i parametri della Ley General de Educación e gli obiettivi di questo governo".
Saranno quasi 41 mila le persone del settore istruzione beneficiate da questo accordo, le quali, rispettando quanto previsto dalla legge, riceveranno un aumento non inferiore a quello ottenuto lo scorso anno (circa 450 cordobas - 24 dollari) e che si differenzierà in base al tipo di carica ricoperta. Nel caso dei maestri, l'attuale salario basico (a cui vanno aggiunti gli scatti d'anzianità e i riconoscimenti per i titoli di studio di cui si è in possesso) sarà di 3,300 cordobas (174 dollari).
Sono inoltre stati garantiti ulteriori 66 milioni di cordobas (3,5 milioni di dollari) per l'assunzione di 1.500 nuovi maestri.
Per poter ottenere questi aumenti, superiori a quelli già approvati dal Parlamento all'interno del Bilancio della Repubblica, governo e sindacati hanno negoziato direttamente con il Ministro dell'Economia. Quest'ultimo proporrà infatti al Parlamento una riforma al Bilancio della Repubblica per "coprire" gli aumento approvati. Resta il dubbio su come reagirà il FMI a questi nuovi aumenti che farebbero lievitare la massa salariale dello Stato.
Di fronte a eventuali interventi da parte di questo organismo internazionale, Acevedo ha garantito che "siamo riusciti anche quest'anno a garantire un aumento sostanziale a tutto il settore. Nonostante si sia ancora lontani dall'obiettivo di parificare i nostri salari alla media centroamericana, è un passo importante che rispetta ciò che è previsto dalla Ley de Educación. Sappiamo che qualsiasi paese arretrato come il nostro ha bisogno delle risorse degli organismi finanziari internazionali. Quello che non accettiamo è che vengano a condizionare il loro sostegno economico con imposizioni che violano i diritti dei lavoratori e della popolazione in generale. Rifiutiamo questa ingerenza e non accettiamo che vengano a dirci quanto devono guadagnare i lavoratori e le lavoratrici nicaraguensi. È per questo che non permetteremo che ci venga tolto quello che abbiamo appena ottenuto con tanto sforzo".
La delegazione del FMI resterà nel paese per due settimane.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )
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