Latina

Giornata Mondiale dell'Acqua

Nicaragua - Difendendo le risorse idriche a partire dalle comunità

L'esperienza dei CAPS
31 marzo 2008
Giorgio Trucchi

Antonio Ruíz della Fundación del Río durante l'attività a Jinotega (© Foto G. Trucchi)

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, la Red Nacional de los Comités de Agua Potable y Saneamiento (CAPS) e la Coalición de Organizaciones por el Derecho al Agua (CODA) hanno organizzato un'attività nella città di Jinotega, nel nord del paese, per analizzare lo stato delle risorse idriche del Nicaragua e presentare gli obiettivi che la popolazione organizzata si è fissata per affrontare il futuro di questo trascendentale tema.

Lo stato dei Bacini Idrografici del Nicaragua, una delle riserve di acque più importanti del Mesoamerica, la difesa delle risorse idriche presenti nei territori indigeni, il rafforzamento dell'esperienza di migliaia di comunità organizzate sono riuscite ad ottenere l'accesso costante all'acqua, il drammatico caso degli ex lavoratori della canna da zucchero (cañeros) ammalati di Insufficienza Renale Cronica (IRC) a causa dell'ingestione di acqua inquinata da pesticidi e la promozione di leggi che regolino la materia, sono stati gli elementi più importanti che hanno caratterizzato l'attività.

Dopo una minuziosa analisi di come il Nicaragua sia ancora molto lontano da una vera implementazione di un modello di sviluppo sostenibile, Antonio Ruíz, della Fundación del Río, ha incentrato il suo intervento sulla necessità di garantire la protezione e l'uso adeguato del Bacino Idrografico 69, che include il Lago di Apanás, il Lago Xolotlán o Managua, il Lago Cocibolca o Nicaragua, ed il Río San Juan, fino ad entrare in territorio del Costa Rica. "Un'agenda reale per lo sviluppo sostenibile del Bacino che costituisce una delle riserve più importanti per il futuro, non solo del Nicaragua, bensì di tutto il Mesoamerica, passa attraverso una politica ambientale a medio e lungo termine termine, che protegga l'ecosistema e le sue risorse naturali, il rispetto degli impegni presi con le comunità indigene all'interno di un vasto programma di educazione ambientale, con enfasi sulle risorse idriche e lo sviluppo di Studi di Impatto Ambientale nei piani ambientali municipali. Bisogna anche prendere in considerazione - ha continuato Ruíz - il tema dell'inquinamento delle falde acquifere e la necessità di creare parchi ecologici, l'uso di tecnologia pulita e la prevenzione e mitigazione dei disastri naturali".

La parte sud del Bacino Idrografico 69 include la Riserva di Biosfera "Río San Juan-Nicaragua", 2.700 km² che attualmente vengono minacciati dagli incendi, le concessioni minerarie e l'avanzamento della monocoltura.
Tra le possibili soluzioni al veloce deterioramento di questa importante risorsa, l'esperto di temi ambientale ha presentato la Legge 626, "Legge che crea la Commissione di Sviluppo Sostenibile del Bacino Idrografico del Lago Cocibolca e del Río San Juan".
Secondo Ruíz, "La recentemente approvata Legge Generale delle Acque Nazionali prevede la creazione dell'Autorità Nazionale dell'Acqua (ANA), la quale, con il fine di garantire la gestione decentrata e l'operatività nella gestione integrale delle risorse idriche in tutto il paese, dovrà proporre al Consiglio Nazionale delle Risorse Idriche (CNRH) la conformazione degli Organismi dei Bacini. Questo passo rappresenta una grande opportunità di partecipazione per le comunità".
È l'articolo 97 di questa stessa legge che definisce che "è responsabilità dello Stato, con la partecipazione dei Governi Municipali, Consigli Regionali, Associazioni dei Comuni, settore privato, Ong e popolazione in generale, la protezione, conservazione e destino delle acque del Gran Lago del Nicaragua o Cocibolca. Questo lago dovrà considerarsi come riserva naturale di acqua potabile, essendo di massimo interesse e di priorità nazionale per la sicurezza nazionale, dovendosi stabilire meccanismi e regolazioni specifiche che assicurino e regolino la produttività dell'acqua e contemporaneamente, assicurino la salvaguardia e l'incremento delle portate, tanto da permettere lo sviluppo delle attività economiche, senza la diminuzione della produzione di acqua, sia come quantità che qualità, proibendo l'introduzione e coltivazione di specie esotiche invasore, evitando l'inquinamento della risorsa ed il deterioramento del suo ecosistema a causa di scarichi industriali e domestici".

In base a questo articolo, il Parlamento ha approvato la Legge 626, creando la Commissione di Sviluppo Sostenibile del Bacino Idrografico del Lago Cocibolca e del Río San Juan, commissione che verrà installata ufficialmente il prossimo mese di aprile durante lo svolgimento del III Foro del Gran Lago e che contemplerà la partecipazione attiva della società civile, delle comunità indigene e contadine che sorgono attorno a queste importanti risorse idriche.
"È un avvenimento storico, perché diventa una priorità all'interno dell'attuale Piano di Sviluppo Umano e delle mete che si è proposto il Ministero dell'Ambiente (MARENA) per questo anno. Noi crediamo che sia ancora possibile fare qualcosa e per questo sarà fondamentale l'enorme bagaglio d'esperienza delle comunità organizzate nei Comités de Agua Potable y Saneamiento (CAPS), i quali hanno un ruolo trascendentale e strategico", ha concluso Ruíz.

I CAPS, le comunità indigene e le vittime dei pesticidi

Nonostante gli sforzi dello Stato, il livello di copertura di acqua potabile nell'area urbana è del 75,8 per cento e nell'area rurale di appena il 48,5 per cento. Le mete del Piano Nazionale di Sviluppo, che raccoglie a sua volta le Mete del Millennio, sono quelle di elevare il livello di copertura di acqua potabile a livello nazionale al 82,5 per cento per il 2009 ed al 90,3 per cento per il 2015. Rispetto all'area rurale, queste stesse mete sono rispettivamente del 63 per cento e dell'80,4 per cento.
Di fronte a questa situazione, organizzazioni comunitarie disseminate in tutto il territorio nazionale hanno creato più di 5 mila CAPS, i quali hanno lavorato per garantire l'accesso all'acqua alle loro comunità ed hanno amministrato e dato manutenzione alle opere create, risaltando come "una formidabile espressione di partecipazione cittadina, autogestione comunitaria ed organizzazione popolare per lo sviluppo". Attualmente, la Rete Nazionale dei CAPS sta promuovendo una Legge Speciale per "regolare l'organizzazione, registrazione e funzionamento dei CAPS".


Durante l'attività per la Giornata Mondiale dell'Acqua c'è stato anche spazio per la storica denuncia della comunità indigena di Jinotega, che da più di 40 anni sta reclamando i suoi diritti sul Lago di Apanás.
Secondo Andrés Granados, presidente della Comunità Indigena di Jinotega, "questo lago è situato su una superficie di 7,200 manzanas (più di 5 mila ettari) che appartengono alla nostra comunità. Attraverso l'impianto di generazione di energia idroelettrica "Centroamerica", di proprietà dell'impresa statale Hidrogesa, viene generato il 35 per cento dell'energia a livello nazionale. Lo Stato non ha voluto riconoscere i diritti di proprietà comunitaria e ha un debito accumulato di quasi 2,4 milioni di dollari a titolo di canone di affitto, occupazione di suolo privato e danni alla proprietà comunitaria". Granados ha aggiunto che, una volta terminati i ricorsi alle istanze giudiziali nazionali, la comunità indigena ricorrerà alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH).

È stata anche presentata la drammatica situazione degli ammalati di IRC e delle vedove degli ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero. Carmen Ríos, presidentessa della Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica (ANAIRC) ha ricordato ai presenti il dramma che vivono migliaia di ex lavoratori che si sono ammalati a causa del contatto diretto e l'ingestione di acque inquinate da pesticidi, usati indiscriminatamente nell'Ingenio San Antonio, proprietà della Nicaragua Sugar Estates Ltd. (Grupo Pellas).
Secondo gli ultimi dati raccolti da ANAIRC, sarebbero quasi 2.700 i morti per IRC, 1.500 le vedove e 6 mila gli orfani.
Da più di un anno, gli ex lavoratori e le vedove aggruppati in ANAIRC stanno chiedendo la creazione di un tavolo di trattativa con i proprietari dell'Ingenio San Antonio per ottenere un'indennizzo per i danni e le morti provocate.

Tre leggi per il futuro delle risorse idriche

Le conclusioni sono state a carico di Denis Meléndez, del Centro de Información y Servicios de Asesoría en Salud (CISAS). "È necessario creare una cornice giuridica e regolatoria chiaro sulle risorse idriche. Dobbiamo continuare a lavorare intensamente affinché si approvi la Legge Speciale dei CAPS e per presentare, partendo dalla nostra prospettiva, le iniziative di legge per il Pagamento dei Servizi Ambientali e quella sui Canoni per l'Uso e lo Sfruttamento delle Acque Nazionali. Sappiamo che si tratta di una grande sfida - ha continuato Meléndez -, ma si deve fare e per questo sarà fondamentale l'esperienza dei CAPS. Queste istanze devono continuare a rafforzarsi, con questa stessa energia, forza e vigore. Noi non siamo qui per insegnare qualcosa ai CAPS, anzi, se vogliamo imparare dalle organizzazioni comunitarie bisogna andare proprio dai CAPS. Oggi abbiamo compiuto un passo enorme ed abbiamo saputo unirci per lavorare introno ad uno stesso obiettivo che è di carattere nazionale".

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

Note: Il CODA è formato da: Acción Conjunta de Iglesias (ACT), Asociación de Educación y Comunicación “La Cuculmeca”, Asociación para el Desarrollo Integral Comunitario (ADIC), Asociación Hijas e Hijos del Maíz; Centro Humboldt, Centro de Información y Servicios de Asesoría en Salud (CISAS), Centro Nicaragüense de Derechos Humanos (CENIDH), Comité de Acción Global, Colectivo de Mujeres de Matagalpa (CMM), Grupo de Promoción de la Agricultura Ecológica (GPAE), Liga de Defensa del Consumidor de Nicaragua (LIDECONIC), Mesa de Productoras y Productores del Norte (MEPRONORTE) e Servicio de Información Mesoamericano sobre Agricultura Sostenible (SIMAS).

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