Nicaragua - Ortega accoglie superstite dell'attacco colombiano alle FARC
Lucía Morett da ieri in Nicaragua
19 aprile 2008
Giorgio Trucchi
Lucía Morett, messicana di ventisei anni, una delle tre persone sopravvissute all'attacco dell'esercito colombiano in territorio ecuadoriano ad un accampamento delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), durante il quale hanno perso la vita 25 persone, tra cui il numero due delle FARC, Raúl Reyes e quattro studenti universitari messicani, si trova ora in Nicaragua dopo essere stata dimessa da un ospedale ecuadoriano dove era stata ricoverata a causa delle ferite riportate durante l'attacco aereo.
Nonostante la notizia fosse già circolata in modo non ufficiale durante la giornata di mercoledì, l'annuncio è stato dato giovedì sera dal presidente Ortega, durante la cerimonia di inaugurazione della nuova strada che congiunge le città di Sébaco e Matagalpa, nel nord del paese.
Accompagnata dai genitori e da Pamela Dávila, coordinatrice generale della Asociación Latinoamericana para los Derechos Humanos (Aldhu), Morett è stata accolta dal presidente nicaraguense al suo arrivo all'aeroporto internazionale "Augusto C. Sandino" ed ha già ricevuto un regolare visto d'entrata. Secondo le prime informazioni raccolte, la ragazza messicana dovrebbe fermarsi nel paese solo alcuni giorni, giusto il tempo di ottenere un nuovo passaporto dall'ambasciata messicana . Nonostante ciò, sono circolate voci secondo le quali la Morett sarebbe pronta a chiedere asilo. Infatti, secondo varie agenzie internazionali, un'organizzazione messicana avrebbe presentato una denuncia alla Procura della Repubblica del suo paese per terrorismo e per presunti legami della ragazza con le FARC.
"Lucía è una giovane messicana che si trovava nell'accampamento guerrigliero delle FARC in territorio ecuadoriano quando c'è stato l'attacco dell'Esercito della Colombia", ha detto Ortega. "Hanno dovuto ricoverarla in ospedale a Quito in Ecuador ed ora sta abbastanza bene.
Dall'Ecuador è arrivata in Nicaragua in transito verso il Messico ed ora sta riposando. Stiamo aspettando che l'ambasciata del Messico le rilasci il passaporto in modo che possa partire con i suoi genitori quando lo considereranno conveniente. Stiamo accogliendo una sorella messicana - ha continuato Ortega - perché siamo solidali e non possiamo negare il nostro sostegno a nessuno. Non possiamo nemmeno dimenticare che il Messico è sempre stato un paese solidale con i nicaraguensi".
Ortega ha inoltre annunciato che ci sarà anche l'occasione per un incontro con i mezzi d'informazione. Sugli spostamenti di Morett in Nicaragua è stato mantenuto il riserbo più assoluto.
Secondo quanto emerso nelle settimane successive all'attacco colombiano in territorio dell'Ecuador, episodio che, come si ricorderà, ha scatenato una delle crisi regionali più drammatiche degli ultimi decenni, la studentessa dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) sarebbe arrivata in Ecuador lo scorso 31 gennaio per partecipare al II° Congresso della Coordinadora Continental Bolivariana. Secondo i famigliari degli studenti messicani uccisi durante l'attacco militare e quelli della stessa Morett, i loro figli e figlie sarebbero poi stati contattati ed accompagnati nell'accampamento delle FARC per svolgere uno studio sui movimenti insorti.
La stessa Lucía Morett ha negato qualsiasi coinvolgimento personale e del gruppo di messicani presenti nell'accampamento durante l'attacco con le FARC.
Nelle poche dichiarazioni rilasciate alla radio colombiana W Radio, Morett ha detto che "il Nicaragua mi ha accolto a braccia aperte affinché possa stare un po' tranquilla, cosa che invece non sono ancora sicura di poter fare in Messico. Vorrei tornare al mio paese il più presto possibile, ma non sono ancora sicura di poterlo fare per una denuncia che è stata presentata contro di me per terrorismo e perché ho paura che qualche sicario possa tentare di uccidermi. Non potrò tornare fino a che la Procura della Repubblica non mi dica che non esiste nessuna denuncia contro di me e non si chiarisca questa situazione".
Nei giorni scorsi, il presidente colombiano Álvaro Uribe ha più volte dichiarato di considerare terroristi i quattro messicani uccisi e la stessa Morett, in quanto complici delle FARC.
Non è quindi inverosimile che la superstite del sanguinoso attacco colombiano chieda asilo al Nicaragua, potendo godere in questo modo della protezione necessaria che il presidente Ortega avrebbe già garantito dal suo ingresso nel paese.
Nonostante non ci sia ancora stata nessuna reazione da parte dell'ambasciata colombiana e da quella statunitense in Nicaragua, è probabile che nelle prossime ore le delegazioni di questi due paesi rompano il silenzio. Vale la pena ricordare che Colombia e Stati Uniti hanno inserito le FARC nella lista delle organizzazioni considerate terroriste.
Questo ultimo avvenimento potrebbe nuovamente surriscaldare il clima già teso tra Nicaragua e Colombia, paesi che affrontano un processo nella Corte di Giustizia dell'Aja per stabilire i loro confini marittimi nell'Atlantico. Durante la crisi che ha fatto seguito all'attacco colombiano contro le FARC e all'invasione del territorio ecuadoriano, il Nicaragua di Ortega ha sostenuto la posizione del presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ed ha rotto le relazioni diplomatiche con la Colombia.
La situazione si è poi parzialmente normalizzata dopo il vertice dei paesi appartenenti al Grupo de Río ed il Nicaragua ha nuovamente allacciato le relazioni con il paese sudamericano.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )
(Foto "Lucía Morett" di AFP)
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