Latina

Honduras: Grupo Pellas e gli agrocombustibili

Vuole seminare canna da zucchero nella zona di maggior produzione di alimenti
30 maggio 2008
Giorgio Trucchi

Manifestazione contro il CAFTA del 2005 (Archvio - © Foto G. Trucchi)

In marzo del 2007 il Grupo Pellas, di origine nicaraguense, ha annunciato di voler investire 150 milioni di dollari nella costruzione del primo impianto per la produzione di etanolo nel dipartimento di Olancho, in Honduras¹.

L'obiettivo del Gruppo è aumentare sensibilmente la quantità di etanolo che già produce ed esporta in Europa dal Nicaragua e cominciare a rifornire il mercato statunitense e quello dell’Honduras, dove in novembre del 2007 il Congresso Nazionale ha approvato la Legge di Produzione e Consumo di Biocombustibili, creando - secondo il giornale El Heraldo de Honduras - "l'ordinamento istituzionale e normativo, così come gli incentivi necessari per propiziare a breve termine la produzione nazionale e l’uso su grande scala di biocombustibili, come il biodiesel e l'etanolo. Questa disposizione colloca l’Honduras come il primo paese della regione a contare su una legge specifica in materia di biocombustibili”².

Tuttavia, il lavoro normativo non è ancora concluso, poiché manca l'approvazione del Regolamento della legge che sarà lo strumento di applicazione della stessa.

Secondo le dichiarazioni di Carlos Pellas Chamorro, presidente del Grupo Pellas, a El Heraldo³, l'Ingenio San Antonio, proprietà della compagnia Nicaragua Sugar Estates Ltd. (NSEL)4, anch’essa parte del Grupo Pellas, è la prima impresa esportatrice di etanolo dell'America Centrale. L'anno scorso ha esportato circa 17 milioni di litri e per quest’anno ha previsto di arrivare ai 40 milioni.

L'Ingenio San Antonio conta su una capacità installata di produzione di etanolo di 100 mila lt/gg, e si sta sviluppando un progetto per costruire una seconda distilleria, con una capacità di 300 mila lt/gg.

Il progetto del Grupo Pellas sembra godere dei favori del governo del presidente Manuel Zelaya. Il Ministro dell’Agricultura ed Allevamento (SAG), Héctor Hernández, ha infatti confermato che il progetto abbraccerebbe una totalità di 15 mila ettari e genererebbe 20 mila posti di lavoro. Tuttavia, ci sono settori della popolazione che guardano con molta preoccupazione all'uso di enormi estensioni di terra per la semina di canna da zucchero, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui si vive una situazione drammatica a causa dell’alto costo degli alimenti, della problematica legata alla proprietà della terra e per la mancanza di sovranità e sicurezza alimentare.

Secondo Marvin Ponce, deputato del Partito Unificazione Democratica (UD), "sono ormai alcuni anni che il Grupo Pellas sta progettando la costruzione di un impianto per la produzione di etanolo nella zona di Olancho, una delle regioni più importanti per la produzione di alimenti. In questo dipartimento ci sono tre valli in cui si concentra la produzione di fagioli, mais, riso, ortaggi ed anche l’allevamento."

Voci d'allerta

Quello che il Grupo Pellas sta cercando di fare, ha continuato Ponce, "è comprare circa 70 mila ettari di terra nei dipartimenti di Olancho, El Paraiso e Yoro per seminare canna da zucchero. È un progetto di investimento straniero che ci preoccupa molto, perché smantellerebbe una zona dove si coltiva circa il 75 per cento delle granaglie e leguminose del paese, per passare a produrre agrocombustibili.

Sebbene sia importante investire nello sviluppo del paese, questa misura avrebbe un effetto terribile per l'agricoltura contadina. Bisogna anche prendere in considerazione che l’Honduras ha un alto deficit di produzione di alimenti e che deve quindi importarli per dare una risposta alla domanda interna. Questo investimento straniero incrementerebbe il deficit esistente, con effetti molto negativi ad Olancho, dove l'indice di povertà raggiunge già il 45 per cento della popolazione".

Per il deputato onduregno, gli effetti avversi del progetto di produzione di etanolo si estenderebbero anche a livello nazionale. "Se calcoliamo circa 35 mila ettari per la semina di canna da zucchero, sottratti alla produzione di alimenti, significherebbe circa 140 mila tonnellate di granaglie in meno all’anno”, ha affermato Ponce.

Nonostante gli sforzi fatti fino al momento dal Grupo Pellas, il colosso nicaraguense sta incontrando difficoltà per comprare sufficienti terre per poter iniziare e sviluppare l'ambizioso progetto.

"Uno degli effetti che si è generato nella zona di Olancho è il vertiginoso aumento dei prezzi della terra. Una manzana di terra, (circa 0,7 ettari), prima valeva circa 1.200 dollari, mentre con l'arrivo del Grupo Pellas e l'aumento della domanda, il valore è arrivato a 4 mila dollari.

Un altro fattore che sta ostacolando l'acquisto di terra – ha spiegato Ponce – ha a che vedere coi conflitti legali. Ci sono molti contadini o comunità che sono in possesso di terre, ma hanno debiti con le banche e dovrebbero quindi liberarle prima dalle ipoteche per poterle vendere. A questo si aggiungono anche fattori culturali di una popolazione molto radicata sul proprio territorio. Esiste inoltre un terzo fattore che include soprattutto i latifondisti, molti dei quali non vogliono vendere perché in Honduras avere terra significa avere potere economico e politico e non ci vogliono rinunciare".

Secondo il deputato Ponce, il Grupo Pellas avrebbe già comprato circa 5 mila ettari ad Olancho ed è possibile che cerchi di spostarsi in altri dipartimenti, come per esempio Yoro, dove potrebbe trovare condizioni più favorevoli, contando anche sull'appoggio di importanti intermediari.

"Il governo dell’Honduras non ha ancora assunto una posizione definita e nemmeno un piano strategico sull'implementazione degli agrocombustibili. Usa ancora un doppio discorso: da una parte dice di sostenere la produzione di alimenti, mentre dall’altra sostiene quella degli agrocombustibili, per mezzo della palma africana ed il pinolo per il biodiesel, e della canna di zucchero per l’etanolo.

Da questo punto di vista, il Grupo Pellas gode dei favori di uno dei principali impresari nicaraguensi, Piero Cohen Montealegre, attualmente ambasciatore in Honduras (ed ex ambasciatore in Italia n.d.r.) e le cui relazioni col presidente Zelaya sono così intime tanto che, quest’ultimo, gli ha più volte chiesto in prestito il suo elicottero ed il suo jet privato per i suoi viaggi ufficiali. “Piero Cohen è il gran negoziatore che ha il Grupo Pellas in Honduras", ha dichiarato Ponce a Sirel.

Il problema della terra

Oltre alla problematica della minaccia per la produzione di alimenti e di come il progetto del Grupo Pellas influirebbe sulla sicurezza alimentaria del paese, si affaccia anche un altro grande inconveniente che è il tema del possesso della terra e della richiesta di una riforma agraria integrale da parte delle organizzazioni contadine e della società civile.

"Il mercato della terra è letteralmente esploso e la nostra posizione è che il paese, di fronte a questa crisi alimentare e con più di 300 mila famiglie di contadini senza terra, deve promuovere una nuova riforma agraria attraverso due strategie – ha segnalato Ponce -.

La prima è la soluzione dei conflitti di terra che esistono da più di 30 anni; 45 mila ettari che sono in possesso dei contadini senza essere stati titolati. Chiediamo – ha continuato Ponce - che il Congresso emetta un decreto legislativo per risolvere tutti questi conflitti agrari. Un decreto che dica che tutte le terre pubbliche o private che attualmente sono usufruite dalle famiglie contadine, indigene ed afro-onduregne, siano immediatamente espropriate, aggiudicate e titolate a favore degli occupanti. Allo stesso tempo, chiediamo che i Tribunali di Giustizia si astengano dal procedere a sgomberi o accuse criminali contro questi gruppi contadini".

La seconda strategia ha a che vedere con una nuova Legge di Riforma Agraria Integrale. Secondo Juan Vásquez, del Comitato Esecutivo del Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene del Honduras (COPINH), "Le comunità indigene stanno chiedendo una riforma agraria integrale che consegni titoli comunitari di terra alle popolazioni indigene e contadine. Non vogliamo che lo Stato compri e ci venda la terra, ma la consegna deve avvenire attraverso un recupero di terra in base ai titoli ancestrali delle nostre popolazioni.

Chiediamo anche l’effettivo sostegno per la produzione e per un'agricoltura sostenibile. Per noi – ha continuato Vásquez - il vincolo con la nostra Madre Terra è molto profondo. La terra è sacra, bisogna curarla e rispettarla e sappiamo che questi progetti per la produzione di agrocombustibili implicano l'uso di agrotossici che inquinano l'acqua, la terra e colpiscono l'ecosistema e la salute umana, e prevedono anche opere di disboscamento. La semina massiccia per la produzione di agrocombustibili, oltre a colpire la produzione di alimenti, sarebbe un vero attentato per le nostre popolazioni", ha indicato Vásquez.

In Nicaragua, la Asociaciòn Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crònica (ANAIRC), organizzazione affiliata alla UITA, ha accusato in varie occasioni l'Ingenio San Antonio di essere il responsabile della grave malattia che ha colpito migliaia di ex lavoratori delle sue piantagioni di caña. Secondo ANAIRC, sarebbero quasi 2.700 gli ex lavoratori deceduti e più di 7 mila quelli ammalati a causa dell’uso indiscriminato di pesticidi che hanno inquinato le fonti idriche. Vari studi hanno confermato la relazione diretta che esiste tra l'esposizione a pesticidi e varie malattie, tra cui l'Insufficienza Renale Cronica.

Il dirigente del COPINH ha inoltre ricordato che "come è già accaduto con le zone franche (maquilas) in Honduras, ci dicono sempre che questi progetti generano posti di lavoro, ma la verità è che vengono gestiti dalle grandi multinazionali e alla fine, solo i ricchi se ne beneficiano. Siamo inoltre molto preoccupati per gli aumenti al valore del Paniere ed è per questo motivo che stiamo organizzando giornate di protesta e resistenza, lottando anche contro la corruzione che sta colpendo il paese", ha indicato Vásquez.

Lo scorso 17 aprile, più di 100 mila onduregni hanno invaso le strade del paese in uno Sciopero Civico Nazionale, per esigere al governo risposte concrete ad un pacchetto di dodici richieste, tra cui il congelamento del costo del Paniere per mezzo di uno stretto controllo dei prezzi, un aumento generale dei salari, l'implementazione di una riforma agraria integrale, con accesso alla terra e al credito per il settore contadino, garantendo quindi la sovranità alimentare dell’Honduras, rifornendo di granaglie e leguminose tutto il paese.

Il Grupo Pellas

Il Grupo Pellas è un conglomerato di più di 50 imprese, presieduto dall’inizio degli anni 80 da Carlos Pellas Chamorro. Ha attivi per 4 mila milioni di dollari e circa 15 mila lavoratori.

Secondo la Rivista Summa5, tra le più importanti compagnie che integrano il Grupo Pellas, nel settore finanziario, troviamo il BAC International Bank, presente in tutti i paesi dell'America Centrale, controllando l’intera rete Credomatic e il BAC Florida Bank, nel sud della Florida (Stati Uniti). Nel 2005 il Grupo Pellas negoziò con GE Consumer Finance, divisione finanziaria della potente multinazionale Generale Electric, la vendita del 49,99 per cento del pacchetto azionario di BAC International Bank, la leader in carte di credito nell'istmo. Tra le altre compagnie di proprietà del Grupo Pellas risalta la Nicaragua Sugar Estates Limited, proprietaria del complesso agroenergetico "Ingenio San Antonio", con una capacità annuale di produzione di 250 mila Tm di zucchero, 18 milioni di litri di etanolo, 80 mila Tm di melassa e 60 MW di energia, oltre a vari progetti di diversificazione come la produzione di gamberi e di energia per mezzo della semina di 5.500 manzanas di eucalipti. La Compañia Licorera de Nicaragua SA che produce il rum Flor de Caña, acquaviti e gas metano. E la Casa Pellas che ha la rappresentanza della Toyota in Nicaragua.

Il Grupo Pellas è anche socio al 40 per cento di GBM che ha la rappresentazione di IBM in America Centrale, Panama ed i Caraibi; con un 10 per cento di Uniòn Fenosa, la multinazionale spagnola che controlla la distribuzione dell'energia elettrica in Nicaragua, e con un altro 40 per cento di ESTESA, la televisione via cavo leader nel suo settore in Nicaragua ed anche come fornitore di Internet con Cablenet.

Altre imprese che conformano il Grupo Pellas sono Seguros Amèrica, membro della Red Financiera BAC, con relazioni stabili con compagnie di assicurazioni leader nel mercato internazionale di riassicurazione. Aduanera y Almacenadora Pellas S.A (ALPESA) che offre servizi di sdoganamento, magazzinaggio di mercanzie, trasporto locale e servizi completi di logistica a livello internazionale.

Il Grupo Pellas possiede anche 7 mila ettari di coltivazione di arance nella zona del Río San Juan, nel sud del Nicaragua, con 1,4 milioni di alberi ed una produzione di circa 1.000 milioni di arance all’anno, esportandone il succo negli Stati Uniti per la Minute Maid, impresa di proprietà della Coca-Cola.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

Note: 1- http://www.latribuna.hn/news/47/ARTICLE/8806/2007-04-08.html

2- http://www.elheraldo.hn/nota3.php?nid=88140&sec=10&fecha=2007-11-22

3- http://www.elheraldo.hn/ez/index.php/plain_site_user/ediciones/2008/04/05/falta_de_tierras_impide_construir_ingenio_azucarero

4- www.nicaraguasugar.com

5- http://revistasumma.com/artman/publish/article_173.shtml

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