Latina

12 Giugno 2008 - Giornata Internazionale contro il Lavoro Minorile

L’Educazione: la migliore risposta per contrastare lo sfruttamento minorile
12 giugno 2008
Giorgio Trucchi

Foto G. Trucchi

L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO-IPEC) ha deciso di dedicare la Giornata Internazionale contro il Lavoro Minorile 2008 al tema dell'Educazione come risposta a questo drammatico fenomeno, che coinvolge circa 165 milioni di bambini con un’età compresa tra i 5 e i 14 anni.

"Il lavoro minorile è strettamente vincolato alla povertà. Una famiglia povera non può avere i mezzi per pagare le tasse scolastiche e tutte le altre spese legate alla scuola. Inoltre, la famiglia può dipendere dalla contribuzione che la bambina o il bambino lavoratore apporta alle entrate familiari ed attribuire maggior importanza a queste entrate che alla sua educazione. Così quando devono fare la scelta d'inviare uno dei loro bambini a scuola, sono spesso propense a privilegiare i maschi a danno delle femmine.

Oggi più che mai, i bambini hanno bisogno di un'educazione e una formazione di qualità se desiderano acquisire le capacità necessarie per avere successo sul mercato del lavoro", spiega il documento diffuso dalla ILO-IPEC.

In un’attività organizzata in Nicaragua dalla Comisión Nacional para la Erradicación Progresiva del Trabajo Infantil y Protección del Adolescente Trabajador (CNEPTI), la rappresentante in Nicaragua della ILO-IPEC, Berta Rosa Guerra, ha detto che "il lavoro pericoloso e l’eliminazione del lavoro minorile sono due temi che figurano in modo deciso all’interno dell'agenda emisferica e nella Dichiarazione dei Principi e dei Diritti Fondamentali del Lavoro della ILO. Un'inchiesta a livello nazionale sui Diritti dell’Infanzia realizzata alcuni anni fa – ha continuato Guerra – ha rivelato dati molto preoccupanti. Solamente il 25 per cento dei genitori era cosciente dei pericoli e dei rischi che correvano i loro figli e figlie mentre lavoravano e solo lo 0,8 per cento delle bambine e dei bambini lavoratori conoscevano il significato di "pericolo" nell’ambito lavorativo. La cosa peggiore è che dallo studio risulta che dei 53 mila bambini, bambine ed adolescenti che hanno avuto il coraggio di dichiarare di aver avuto incidenti gravi e molto gravi sul lavoro, perché nella maggioranza dei casi hanno paura di dichiararlo in quanto temono di essere rimproverati o nel peggiore dei casi, di essere licenziati, solo il 10 per cento è stato curato dai servizi sanitari", ha affermato la rappresentante della ILO-IPEC.

Guerra ha anche segnalato che in questi ultimi anni c’è stato un miglioramento di questi dati e questo grazie agli sforzi delle nuove autorità, le quali hanno messo all’interno dell’agenda nazionale il tema della prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile.

"Il Governo, i datori di lavoro e le organizzazioni sindacali devono seguire permanentemente questi temi, perché mettere in concorrenza un padre con suo figlio per lo stesso lavoro è una cosa estremamente dolorosa. I genitori e le stesse organizzazioni sindacali hanno maggiori possibilità di negoziazione quando non c'è lavoro minorile. I dati diffusi dalla ILO sulla Sicurezza ed Igiene sul Lavoro sono allarmanti: 2,2 milioni di lavoratori muoiono ogni anno per le condizioni di lavoro alle quali sono sottomessi. Ci si può quindi immaginare quanti bambini, bambine ed adolescenti muoiono senza essere registrati come incidenti sul lavoro. Il tema della fiscalizzazione è quindi un altro punto di estrema importanza per le autorità sanitarie", ha concluso Guerra.

Secondo l'ultimo censimento realizzato dal Ministero del Lavoro (MITRAB) nel 2005, sarebbero ancora 238.827 i bambini, bambine ed adolescenti lavoratori con un'età compresa tra i 5 ed i 17 anni. Le nuove autorità del Lavoro e dell’Educazione che sono entrate in carica in gennaio del 2007, hanno profuso molti sforzi per garantire l'educazione gratuita ed obbligatoria e per tentare di raggiungere la meta prevista dall’agenda emisferica di eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2015 e tutte le sue tante forme entro il 2020. A dispetto delle enormi difficoltà sociali, economiche e politiche che sta vivendo il paese, la decisione del MITRAB di cercare di coinvolgere vari attori in questa lotta per l’eliminazione del lavoro minorile ha contribuito a creare un ambiente positivo che sta già dando i primi risultati.

In occasione della Giornata Internazionale contro il Lavoro Minorile 2007, è stato firmato un accordo tripartito tra i rappresentanti del settore agricolo, le organizzazioni sindacali ed il governo, con l'obiettivo di unire le forze per raggiungere questo importante risultato, soprattutto nel settore agricolo dove maggiormente si concentra il fenomeno del lavoro minorile.

Ad un anno della firma dell'accordo si può già fare un primo bilancio.

Secondo la Ministra del Lavoro, Jeannette Chávez, "Siamo convinti che il lavoro minorile non generi solo maggiore povertà, ma l’accresce anche, in quanto se oggi un bambino non va a scuola, domani sarà ancor più povero di quanto già lo sono oggi i suoi genitori.
I bambini fuori dal sistema scolastico – ha continuato Chávez durante l'attività organizzata dal CNEPTI - non hanno futuro e nemmeno sviluppo e per tutti noi, non ci sono prospettive come paese se non innalziamo il livello educativo della nostra popolazione.

Dei 238.827 bambini, bambine ed adolescenti che sono ancora immersi nel mercato del lavoro, il 56 per cento viene impiegato nel settore agricolo e ciò è ancora più preoccupante per i gravi rischi che ciò comporta.

Questi dati danno un'idea dell'urgenza della situazione che si sta vivendo in Nicaragua e della necessità di togliere tutti questi bambini dall’ambito lavorativo e dar loro un'opportunità per tornare a scuola."
La firma dell'accordo tripartito è sfociato in un'esperienza molto preziosa che si è sviluppata durante la raccolta del caffè 2007-2008 nella zona di Jinotega, nel nord del paese.

Il MITRAB, in coordinazione col Ministero della Sanità (MINSA), il Ministero dell’Istruzione (MINED), l'ILO-IPEC e con alcune organizzazioni internazionali, ha firmato un accordo con i dieci più grandi produttori della regione affinché non contrattassero manodopera infantile. "Per il raccolto 2008-2009 entreremo con maggiore forza su questo tema perché i risultati sono stati molto buoni. L’obiettivo sarà quello di dichiarare la città di Jinotega “Libera dal Lavoro Minorile”. Quest’esperienza dovrà inoltre essere replicarla in tutti gli ambiti dell'economia, perché non c'è un solo settore economico in Nicaragua dove non ci sia lavoro infantile ed adolescente. Inoltre – ha enfatizzato - bisogna aggiornare la normativa sul Lavoro Pericoloso, perché è ormai piuttosto obsoleta, e bisogna anche insistere affinché, se è il permesso per lavorare inizia a 14 anni, diventi allo stesso tempo obbligatoria l’educazione fino a questa stessa età e non come ora che è fino a 12".
La Ministra Chávez ha anche ricordato che il lavoro a partire dai 14 anni è regolato da una serie di norme, come per esempio rispettare le 6 ore lavorative al giorno e le 30 mensili, come anche la proibizione di svolgere lavori pericolosi stabiliti dalla Convenzione 182 della ILO.

"A noi tocca vigilare e farlo rispettare, ma contemporaneamente sappiamo che l’eliminazione del lavoro minorile non l’otterremo solo con leggi, decreti o multe. Queste misure devono essere accompagnate da un lavoro profondo per creare coscienza nella società su questo tema. Governo, lavoratori e lavoratrici, datori di lavoro, organizzazioni sindacali e della società civile, si devono unire per cercare la strada da percorrere", ha concluso Chávez.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org )

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