Latina

I movimenti propongono di rivedere la Ley Minera

Messico: nasce la Red Mexicana de Afectados por la Minería

Il 10% del territorio messicano è stato consegnato, da parte dei vari governi di turno, alle principali transnazionali che operano nel settore minerario

3 luglio 2008
David Lifodi
Fonte: www.conflictosmineros.net - 08 luglio 2008

Lo scempio del territorio tramite l'estrazione dell'oro e di altri metalli sta prendendo sempre maggiormente piede in tutta l'America Latina e, al pari dell'agrobusiness, è divenuta tra le maggiori fonti di guadagno per le transnazionali e al tempo stesso una catastrofe per le comunità costrette a convivere con il conseguente avvelenamento dell'acqua e di tutte le altre risorse naturali in genere.
Proprio per difendersi da situazioni di questo tipo, condividere esperienze comuni di lotta, elaborare nuove strategie di difesa ed evitare la svendita delle risorse del proprio paese alle multinazionali del settore minerario, nella comunità di Tamacapulín (stato di Jalisco, Messico), si è tenuto alla fine di Giugno il primo incontro della Rema (Red Mexicana de Afectados por la Minería) nel contesto del quinto Encuentro del Movimiento Mexicano de Afectados por las Presas y en Defensa de los Rios.
La costruzione di nuove dighe, così come lo sfruttamento intensivo del sottosuolo dovuto all'estrazione di oro, argento e uranio ha provocato in più di una circostanza lo sgombero forzato delle comunità della zona. Negli ultimi otto anni, fa notare la Red Mexicana de Acción Frente al Libre Commercio (Rmalc), il 10% del territorio messicano è stato consegnato, da parte dei vari governi di turno, alle principali transnazionali che operano nel settore minerario: tra i casi più noti l'estrazione di bauxite e zinco tra gli stati di Oaxaca, Puebla e Guerrero. Inoltre, il Messico si trova al primo posto in America Latina, e al quarto a livello internazionale, per gli investimenti nel settore minerario: per questo motivo i movimenti riuniti a Tamacapulín hanno contestato la cosiddetta Ley Minera, ritenuta obsoleta e priva delle più elementari norme ambientali e di sicurezza. La distruzione dei raccolti, la contaminazioni di fiumi e laghi, rifiuti pericolosi, terre divenute sterili rappresentano i danni maggiori che subiscono comunità e territori. Nella dichiarazione conclusiva dell'incontro, la Rema ha evidenziato "la falsa idea di sviluppo e progresso che la globalizzazione e la speculazione finanziaria provocano, costringendo i popoli a pagare i costi della distruzione sistematica della Madre Terra, quali l'etnocidio, la migrazione forzata, l'avvelenamento e la morte per le comunità danneggiate dall'estrazione dei metalli".
L'incontro della Rema, a cui hanno aderito, tra gli altri, Compitch (Consejo de Médicos y Parteras Indígenas Tradicionales de Chiapas) e Serapaz (Servicios de Asesoría para la Paz), non si è limitato però solo alla denuncia, ma è stato un luogo significativo di dibattito e di proposte. In particolare, si è discusso su una possibile elaborazione di leggi e norme alternative che regolino il settore minerario e sulla creazione di una sorta di patto di mutuo soccorso partecipato, democratico e popolare tra le varie comunità danneggiate dall'estrazione mineraria a cielo aperto.
A questo proposito è interessante citare l'esperienza del primo "Foro Binacional Minería y Recursos Naturales Transfronterizos" svoltosi nella città di El Castillo (Nicaragua) e a cui hanno partecipato movimenti costaricensi e nicaraguensi. Il forum si è svolto per analizzare il caso dell'estrazione dell'oro a cielo aperto nella zona di Crucitas de Cutris, dove si trova una miniera geograficamente collocata in Costarica ma a pochi chilometri dal fiume San Juan (in territorio nicaraguense). In una situazione non troppo diversa dal più conosciuto "conflicto de las papeleras" tra Argentina e Uruguay, i movimenti ambientalisti di entrambi i paesi hanno denunciato l'azione del governo costaricense che, tramite la deforestazione della zona attigua al fiume San Juan, ha già provocato danni enormi all'ecosistema e alla diversità biologica del territorio circostante. Se il progetto di estrazione mineraria andasse avanti sarebbe seriamente contaminato il corridoio biologico frontaliero El Castillo-San Juan-La Selva, las Reservas de la Biosfera Rio San Juan-Nicaragua e la Biosfera Agua y Paz-Costarica; nonostante il governo di Managua abbia più volte sollecitato quello del Costarica al fine di interrompere le attività estrattive, il caso non sarebbe giunto alla ribalta senza il lavoro congiunto del Foro Binacional e la sua denuncia.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • Chiapas: padre Marcelo Pérez, un omicidio annunciato
    Latina
    Il sacerdote tsotsil è stato assassinato il 20 ottobre scorso dalla criminalità organizzata

    Chiapas: padre Marcelo Pérez, un omicidio annunciato

    Ispirato dalla Teologia della Liberazione, da sempre schierato a fianco degli oppressi e delle comunità indigene e contadine, aveva denunciato il legame tra narcotraffico e istituzioni e denunciato più volte paramilitari e multinazionali estrattiviste.
    26 ottobre 2024 - David Lifodi
  • Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!
    Taranto Sociale
    Comunicato stampa di Europa Verde Taranto

    Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!

    Forte presa di posizione di Mariggiò a difesa del laboratorio specializzato nella ricerca dei microinquinanti, tra i quali le diossine, che danneggiano gravemente l'ambiente e la salute a Taranto. E' stato presentato un ordine del giorno al Comune di Taranto tramite il consigliere Antonio Lenti.
    31 luglio 2024 - Gregorio Mariggiò
  • Vivere informati sul pianeta Terra
    Cultura
    Come le scelte individuali possono fare la differenza

    Vivere informati sul pianeta Terra

    Presentazione del libro di Ester Cecere del CNR, ex Istituto Talassografico, di Taranto a Mottola
    8 luglio 2024 - Virginia Mariani
  • Razzismo istituzionalizzato e razzismo sistemico in Italia
    Migranti
    Dobbiamo indagare alle radici del fenomeno o non lo risolveremo mai

    Razzismo istituzionalizzato e razzismo sistemico in Italia

    Non permettiamo che le istituzioni siano così disumane! CPR, profilazione razziale, tempi biblici della burocrazia che costringono migliaia di persone a vivere senza cittadinanza italiana; il tokenismo, il minority stress. Il razzismo disumanizza anche chi si trova in posizione di privilegio.
    24 giugno 2024 - Maria Pastore
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)